La bellezza del mondo
- Autore: Laura Corsini
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: San Paolo
- Anno di pubblicazione: 2020
Il libro La bellezza del mondo è il nuovo romanzo storico e biografico, ma anche profondamente teologico e finemente esistenzialista, della scrittrice Laura Corsini, pubblicato recentemente (febbraio 2020) da San Paolo Edizioni. La casa editrice è celebre per occuparsi sia di scritti laici, ma con intenzioni evangeliche più o meno marcate (e quindi che si ripromettono di propugnare a livello sociale ideali positivi di pace, fratellanza e uguaglianza), sia di edizioni di veri e propri testi sacri del Cattolicesimo.
Tuttavia il libro di cui mi accingo a trattare non si limita a essere un testo di argomento religioso, fruibile solo da parte dei credenti o dai laici appassionati di teologia: è un invito premuroso, ma deciso, a tuffarsi nei meandri bui e intricati della propria coscienza, a farsi strada tra gli inestricabili grovigli di sensazioni e pensieri confusi, magari arrancando all’inizio, ma facendosi spazio con andatura decisa poi; e, soprattutto, è un invito rivolto a chiunque.
Infatti le qualità cardinali di questo romanzo sono l’universalità e l’umanità, due concetti che si alimentano e fortificano l’un l’altro: è universale perché trascende l’intima fede di ciascuno e si rivolge agli individui di qualsiasi credo, pensiero e morale, e riesce in questo intento proprio perché è umano, parla all’uomo, alla persona in quanto unità inscindibile di corpo e anima, condizione che accomuna tutti e che è in grado di livellare di fronte agli impenetrabili arcani dell’esistenza, rendendole granelli di polvere al vento, anche le connotazioni che nella nostra quotidianità percepiamo come differenzianti, rendendoci mestamente e, talvolta, insanabilmente inaccessibili gli uni per gli altri.
Grazie alla sua capacità di spaziare con dinamismo e fluidità tra i temi più disparati, comprovata anche da una produzione letteraria ricca, che affronta generi letterari differenti con registri altrettanto vari, ma sempre con la scioltezza, la raffinatezza e la padronanza che caratterizzano ogni suo scritto, l’autrice ci accompagna con uno stile semplice, ma elegante e ricercato, durante questo viaggio, tema centrale del romanzo.
Pertanto immergersi in queste pagine significa percorrere un duplice cammino parallelo: quello fisico, attraverso l’Europa del Tredicesimo secolo, esplorando le bellezze delle Marche, dell’Umbria e imboccando la lunga strada per Roma per poi arrivare anche fino alla mondana Parigi, e quello spirituale. Infatti ogni instancabile passo compiuto in questo impervio cammino è un passo avanti anche nella crescita spirituale e intellettuale, un mattone che si aggiunge alla costruzione dell’autocoscienza.
Nonostante il fervore e la tenacia di questa marcia, nel viaggio che si ripercorre sfogliando le pagine sono presenti anche momenti per fermarsi, riposarsi, nuotare in un lago dalle acque limpide, ballare con spensieratezza e libertà in mezzo alla natura o correre scalzi a perdifiato sulla neve, ed è proprio in questi frangenti che lo stile si abbandona a toni profondamente lirici e intimistici, avvolgendo il lettore nel respiro di questi attimi di sosta.
Il protagonista di questo viaggio, scaturito dalla fantasia dell’autrice, è Carlo, un bambino obbligato ad abbracciare la vita monastica per un voto pronunciato dalla madre e da lui vissuto inizialmente come una condanna, una forzata e ingiusta rinuncia ai piaceri e alle bellezze che la vita offre agli uomini naturalmente.
Questo susciterà tentativi di ribellione nel Carlo bambino, prima, e nel Carlo ragazzo, poi, e lo porterà alla commissione di prodezze scanzonate con la complicità dell’amico e compagno di monastero Lorenzo: tra queste, piccoli furti e fughe mosse dal pungolo del divampante desiderio amoroso di un giovane.
A segnare una svolta nella vita dell’indolente protagonista è l’illustre San Tommaso d’Aquino, noto come sommo santo e sommo filosofo (celebre in questo ambito soprattutto per le sue cinque prove dell’esistenza di Dio) e la cui biografia è ricostruita dall’autrice fedelmente, rispettando le fonti canonistiche.
L’incontro tra i due animi si fa provvidenziale, ognuno diventa strumento dell’altro: Tommaso sarà per Carlo una figura di riferimento, una guida spirituale e addirittura un padre, e Carlo sarà per Tommaso le mani nella stesura dei suoi lunghi e complessi testi, talvolta anche simultanea e la sua voce, alla cattedra di teologia dell’Università di Napoli, a cui sarà assegnato per continuare a diffondere le idee del Maestro e portare avanti la lotta intellettuale contro le eresie.
Grazie alla presenza ferma, comprensiva, illuminante e rassicurate di Tommaso, il protagonista intraprende un processo di crescita e di miglioramento non esente da difficoltà, ripensamenti, insidie e tentazioni, che si presentano sotto forme languide, ma dall’essenza mostruosa, lasciandosi alle spalle il giovane impenitente e indisciplinato che era per diventare un uomo saggio e valoroso.
Questo cammino procede di pari passo con l’accoglimento della fede religiosa e con la scelta attiva della vita da frate, vissuta con fervida volontà e non più come il compiersi di un destino già scritto, incombente su una spensierata fanciullezza. Non a caso, proprio a segnare un discrimen con la precedete vita di ribellione, Carlo prende i voti domenicani, i quali riconoscono come vero e proprio caposaldo il voto di obbedienza, sancito anche dallo stesso San Tommaso nella Summa Theologiae come il principale dei voti religiosi.
L’intera vicenda si presenta come un flashback inserito nel processo di canonizzazione di Tommaso, che funge da cornice narrativa. In questo contesto, la testimonianza di un Carlo ormai anziano è la preziosa prova di un testimone oculare, che può attestare la grandezza del suo maestro sia con i racconti dei prodigi a cui ha personalmente assistito, sia con la sua persona, essendo egli stesso la realizzazione di un grande miracolo: la metamorfosi di un cuore.
Durante la lettura di questo romanzo, ognuno di noi può identificarsi con Carlo e camminare fianco a fianco con lui; tramite il racconto della vicenda una persona fittizia, ma verosimile e fortemente simbolica, esso ci invita in primo luogo a metterci a nudo e a riconoscere le nostre debolezze e i nostri vizi, spesso di così ostica ammissione anche per noi stessi, ma con cui prima o poi ognuno deve fare i conti, arrivando a chiedersi chi è e chi vuole davvero essere.
Ci esorta poi ad accettarci e ad amarci, come unicum di carne e spirito, con tutto ciò che questo comporta, a non incolparci per le nostre mancanze, ma a vederle come delle prove da superare, delle occasioni di crescita. Questo tema è un elemento di riscatto anche per il Cristianesimo, che spesso è tacciato di essere, a causa dei concetti di confessione, colpa, peccato e pentimento, una religione fondata sulla colpevolizzazione, mentre queste pagine riescono a evidenziarne il lato caritatevole, di accettazione delle debolezze e valorizzazione dell’individuum.
Infine, La bellezza del mondo ci sprona a fare una sola cosa: un piccolo, umile e semplice passo. Troppo spesso la grandezza ci viene proposta come un ideale irraggiungibile, perfetto e innato e questo può sembrare avvilente da un lato, ma in realtà comodamente rassicurante dall’altro, perché chi non ha ricevuto il suggello dell’intrinseca grandezza si sente giustificato a perseverare nell’errore, a rigirarsi nell’ostinazione del vizio.
Questo è il mito che si vuole sfatare: la grandezza può essere anche una conquista, il premio per un cammino non esente da inciampi, cadute, fatiche, lamenti e difficoltà, giacché sono proprio queste imperfezioni a renderlo arduo, a temprare la volontà di proseguire e a conferire a ogni passo il dolce sapore della sfida con noi stessi, che ci ha visti, ancora per una volta, vincitori.
La bellezza del mondo. Il romanzo della vita di san Tommaso d'Aquino
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