La congiura dei potenti
- Autore: Carlo A. Martigli
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2014
Complotti e doppiezze: “La congiura dei potenti” una lunga commedia degli inganni
Fateci caso: la statua dell’arcangelo Gabriele, sulla sommità di Castel Sant’Angelo, oltre Tevere, rappresenta il guerriero celeste nell’atto di snidare la spada o di riporla nel fodero? Dipende dallo stato d’animo di chi la osserva, se disposto al perdono lo vede rappacificarsi, se portato alla rabbia lo suppone aggressivo. È un’immagine doppia, com’è duplice Roma stessa, soprattutto nella visione che abbiamo del passato della città dalla quale la Chiesa governa il mondo: paradisiaca o meschina, santa o perduta.
Eccola, l’Urbe nel Cinquecento, che comincia a rinascere dal buio del suo medioevo. Con tanti altri personaggi storici, la capitale del pianeta è primattrice di un nuovo ottimo romanzo in costume rinascimentale di Carlo A. Martigli, “La congiura dei potenti”, edito da Longanesi (340 pagine, 16,40 euro) in continuità coi titoli precedenti (“999 l’ultimo custode” e “L’eretico”, Longanesi, 2012).
Paolo de Mola – ora si fa chiamare Paolo M’Artigli – riceve da papa Leone X de’ Medici l’incarico di eliminare Martino Lutero, che si è levato contro la ricchezza del Vaticano, in evidente contrasto con le virtù evangeliche. Il ventunenne figlio di Ferruccio, protagonista dei romanzi precedenti, ha dovuto lasciare Istanbul e la carriera tra i Giannizzeri. A Roma ha studiato in convento. Ha completato gli studi da monaco-soldato dell’Ordine di San Lazzaro, è stato ordinato sacerdote ed è uno degli strumenti più disciplinati e pronti all’obbedienza, un legionario del papa, del quale il pontefice si fida ciecamente, pronto anche a compiti criminali come quello che gli affida. Si tratta di consegnare a Martino un libro le cui pagine sono intrise di veleno mortale. Maneggiarle e soprattutto sfogliarle, umettando il dito con la saliva, comporta una morte atroce in breve tempo.
Il motore di tutto è il denaro, che può più del potere e della religione. La ragione che spinge i principi tedeschi a proteggere il monaco disubbidiente è il fiume di offerte raccolte in Germania e dirottate verso Roma, per finanziare le ambizioni di Leone X. Favorendo le proteste di Lutero, puntano a trattenere gli oboli in casa, in terra tedesca. Non è una sorpresa, perciò, che per avvicinarsi all’agostiniano ribelle si debba entrare in contatto con uno stagionato banchiere, il conte Jacob Fuller.
Paolo salva la moglie dell’uomo, Sybille, e mentre si lega a lei, 38 anni, ancora bellissima, mai posseduta dall’anziano marito, entra in relazione col ricchissimo ospite, come nei progetti del papa. Le divagazioni sentimentali del giovane italiano non sono peccaminose, Leone lo ha sciolto dai voti sacerdotali, inviandolo in missione con la scorta del capace Luca Gaurico, alchimista e astrologo e del coraggioso Lorenzo, un ragazzo sorprendente, abile con le erbe – è figlio di una strega – ma segnato nel corpo in maniera inimmaginabile.
1521, la Germania è percorsa da bande di contadini che assaltano i conventi sotto la spinta moralizzatrice del fanatico Thomas Muntzer, che si batte contro i privilegi della Chiesa e il venale commercio delle indulgenze. Tempo di doppiezze: un banchiere tiene in pugno principi, nobili e prelati, col ricatto di pretendere all’istante la restituzione di ingenti prestiti; Roma minaccia il patibolo a chi invoca il ritorno alla povertà e intanto vende assoluzioni in cambio di denaro. Il papa agisce attraverso Paolo per liberarsi dal pericolo di Lutero, ma con mezzi subdoli, non con la forza della ragione e della fede. Pure Sybille tradisce l’amante, facendo spiare di nascosto i loro amplessi da Fugger. Ma se l’inganno può uccidere, l’inganno può anche salvare...
Tradimenti, complotti, bugie. Nessuno è leale fino in fondo con nessuno, tranne il puro Paolo. Anche Gaurico e Lorenzo hanno avuto dall’uomo più sacro della Cristianità l’incarico di eliminare il generoso M’Artigli una volta che avrà raggiunto il suo scopo. A sua volta, la commedia degli inganni dovrebbe poi ritorcersi contro gli stessi sicari, che però ignorano le trame che dovrebbero perderli.
Non c’è parola o giuramento che tenga, nemmeno nelle sacre stanze vaticane, dove si apprende che finanche per un papa una promessa vale poco o niente. Deriva dal latino pro missa, prima della messa, scandisce Sua Santità de’ Medici da Firenze, figlio di Lorenzo il Magnifico. Dunque, conta solo la santa funzione, non quello che viene prima della celebrazione. Suprema doppiezza rinascimentale.
La congiura dei potenti
Amazon.it: 9,40 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La congiura dei potenti
Lascia il tuo commento