La donna del piano di sopra
- Autore: Claire Messud
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2013
La scrittrice americana Claire Messud mi aveva letteralmente incantato con il romanzo uscito nel 2007 “I figli dell’imperatore” e dunque la nuova uscita, “La donna del piano di sopra”, edita da Bollati Boringhieri, mi ha incuriosito e subito catturato.
Siamo nella East Coast, in quella parte del Massachussets che è un po’ il luogo simbolo dell’anima americana, nella cittadina universitaria di Cambridge. La narratrice della storia si chiama Nora Eldridge, ha quarantadue anni, insegna in una scuola elementare, la Appleton Elementary School, ed è un’artista mancata. Nora ha perso da poco tempo la madre, che ha assistito durante la sua lunga malattia, suo fratello e la moglie sono lontani, si occupa del vecchio padre mentre la sua migliore amica, Didi, vive in coppia con Esther in un disinvolto ménage lesbico, mentre lei è single, non bella e non brutta, non giovane ma non vecchia, piuttosto insignificante, si definisce, la classica ragazza del piano di sopra, gentile, paziente, incolore...
Il suo mondo sembra non proporre sorprese, è stata per anni invisibile, priva si sogni, piena di dignità e autocontrollo, avviata alla mezza età, fino al giorno in cui improvvisamente nella sua vita entrano tre persone, anzi un’intera famiglia: Reza, un bellissimo bambino di otto anni, iscritto nella terza elementare in cui insegna, proveniente da Parigi, figlio di un’artista italiana, Selene, e di un fascinoso professore libanese, Skandar. In poco tempo l’intera vita di Nora subisce una violenta scossa emozionale, in quanto i tre membri della famiglia Shahid, in modo diverso si insinuano nella sua mente, nei suoi pensieri, nel suo vissuto e ne diventano, per l’intero anno in cui abitano a Cambridge, parte preponderante e debordante. La maestra si innamora in realtà di ciascuno di loro e con ognuno stabilisce un rapporto unico ed intenso che l’aiuterà a conoscersi, a scavare dentro di sé, a misurarsi con l’arte, l’amore, il sesso, il successo, il potere, la maternità, la sensualità, la famiglia.
“Ero innamorata di Reza. Ero innamorata di Selene. Ero innamorata di Skandar. Tutte queste cose erano vere; non si escludevano a vicenda, ma soprattutto, per quanto mi riguardava, non erano neppure correlate.”
Selene in particolare, piena di foulard e di cuscini colorati su cui si stende, le chiede tutto: di fare da madre al piccolo Reza quando lei è impegnata con le public relation del marito professore, di aiutarla a mettere su uno studio d’artista, dove ciascuna di loro potrà lavorare sostenendosi e confrontandosi, di consigliarla e aiutarla nella costruzione di una grande e ambiziosa istallazione, “Alice delle meraviglie”, che poi verrà montata a Parigi in una grande mostra.
Nora si sente immessa in un circuito di grandi artisti europei e riprende con entusiasmo la sua attività di artigiana di piccoli diorama che rappresentano in miniatura le case di grandi scrittrici, a cominciare da Emily Dickinson e Virginia Woolf, incoraggiata dalle lodi di Selene e Skandar, mentre il piccolo Reza passa con lei deliziose serate di intimità familiare, e lunghe passeggiate notturne con Skandar concludono i suoi turni da baby sitter in casa Shahid.
L’anno di convivenza con i tre esotici personaggi passa troppo rapidamente e improvvisamente Selene resterà sola, piena di rancore e di delusione: il rapporto con loro non era come lei lo aveva immaginato e vissuto.
”Quanto sono arrabbiata? E’ meglio che non lo sappiate. E’ meglio che non lo sappia nessuno”... ”Ho finito di starmene buona al piano di sopra... La mia rabbia è prodigiosa. La mia rabbia è un colosso, sono così arrabbiata da capire come Emily Dickinson si isolò dal mondo... ”
Insomma la storia con i tre Shahid per la provinciale Nora sarò un’esperienza di formazione, dolorosa, deludente, ma pur sempre formativa.
”Ho imparato dai miei errori... Ho sprecato l’oro del mio affetto in chincaglierie inutili, sono stata trattata come spazzatura”
Un romanzo intenso, che ci regala un ritratto di donna capace di mettersi letteralmente a nudo, corpo e anima, pronta a rivedere i suoi sbagli, memore dei suoi rapporti familiari difficili, della sua mancanza di coraggio, della sua accidia, della sua viltà ma decisa a cambiare completamente il corso della sua esistenza: a questo sono servite le tre meteore a cui ha dedicato tutto l’amore possibile, in un certo momento della sua esistenza. Ora sono lontani, a Parigi, in un altro emisfero, hanno giocato la loro partita, ma ora tocca a Nora cominciare a vivere.
Ho letto il libro nella traduzione di Silvia Pareschi, il cui linguaggio e la cui prosa mi hanno dato emozione e di questo la ringrazio.
La donna del piano di sopra
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