La nevicata
- Autore: Lucrezia Lombardo
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2017
Lucrezia Lombardo scrive queste poesie come se fosse la prima depositaria del verso poetico, dove prima c’era solo un vuoto primordiale. I suoi versi sono cristallini, freddi, perché non toccati dal commercio umano.
Nella lirica di Lombardo c’è sempre l’odio del possesso, gli uomini e le donne che trafficano nel denaro e si perdono. Se l’autrice sceglie di scrivere in versi è perché ne ammira la gratuità, ma anche il fuoco.
È poesia delle origini questa silloge La nevicata (Il seme editore, 2017), dedicata alla madre, intoccabile, maestosa e al contempo umile.
La poesia Ricordo è proprio posta all’inizio come introduzione della raccolta:
Terra copiosa ove nacqui / Non io / ma il presagio di me / Tra le rive scoscese ed i templi aperti / Ad attendere il ritorno degli dei / Che diano loro vita. / Questo è il luogo / Dei fuochi ardenti / Ove il tempo ha generato / Vortici aerei di nubi / Che si stagliano sulla vecchia valle / Illuminata / Eppur sacra.
Un Dioniso disteso / Battuto dalla luce del mattino, / Aurora che ne ha svelato / Il volto di creta disfatta. / Pastori distesi / Supini al cielo- / È la loro vita una nobile preghiera, / Un lento agosto di frumento e ozio.
Una prima lirica densa di promesse e di studio della poesia, dai grandissimi Montale e Leopardi a nomi più recenti come Simone Weil.
Se la continuazione della silloge Nevicata mette in evidenza le incomprensioni di una coppia di cui la Lombardo non ci dice la natura della relazione, se sono amici o amanti o complici, la sua idea di poesia è estremamente ardita: sono parole non "ricattabili", che non hanno nessun potere politico ed economico.
L’autrice sostiene con i suoi versi che la poesia è "rivoluzionaria" di per sé e, come spesso scrivo, chi pubblica un libro di poesie non ha certo in mente incarichi futuri o remunerative prebende. Chi cerca visibilità e prestigio nella poesia contemporanea è destinato a soccombere. Si vive di fame e di stenti.
Ma si diventa amanti della parola, tanto che l’ultimo verso, un lento agosto di frumento e ozio è talmente bello, musicale, assoluto. Poi l’autrice si permette delle libertà che invece in un testo narrativo sarebbe difficile portare a compimento come Frammento:
Possediamo soltanto / L’eternità di ciò che fu. / L’eterno / sfugge.
Oppure ci sono versi che sembrano presi da testi narrativi famosi, scritti da donne.
La poesia Linee d’acqua sembra un intermezzo a un nuovo capitolo di Emily Brönte.
Dietro la tenda gocce / disegnano linee d’acqua. / Pioggia amara di oleandri. / Colori rossi / Impersonali- / Ci battiamo contro la fine./
Tarda amore mio.../ Che la tua corsa s’arresti / E che il tuo arresto cavalchi / Il tempo più / Lesto del tempo. / Linee d’acqua, / fremito di note / Lampi di visione. / Il fiore di spacca sotto il peso/ della brina mattutina. / Trasparenti nuvole coatte / Sopra i nostri corpi. / Sapremmo trovare la forza / Nel temporale estivo e / nell’ odore bagnato dell’asfalto? / Solo a quest’ odore / Posso restare attaccata /mentre vago ancora / in cerca di te./ .../ E resto appesa al passato, / Legata, / Imprigionata / nella sua rete oceanica, / Impigliata tra conchiglie e scarti d’abisso.
L’estrema libertà espressiva di Lucrezia Lombardo può benissimo far tramutare l’odore di brughiera della Brönte in odore d’asfalto.
D’altra parte, l’autrice sa mettere in versi magnificamente, ha scritto narrativa e anche saggistica. Quindi sì in questo libro si concede il lusso di scrivere come lei vuole, mettendo in risalto che forse è la poesia lo strumento che sa meglio accordare.
La nevicata
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