La principessa di Beverly Hills di Jackie Collins

Annabelle Maestro, bella e ricca. La bellezza è una dote naturale, la ricchezza…
Diciamo che viene da un giro d’affari che, se scoperto, potrebbe esser definito poco pulito, nonostante la pelle candida delle ragazze coinvolte in questo giro.
Suo padre, Ralph Maestro, è una potenza, Annabelle potrebbe tranquillamente fare a meno di quella vita. Ma lo vuole davvero?
E poi sua madre Gemma, una madre che ha tutto: bellezza, fama, amore.
Purtroppo tutto questo finirà il giorno della sua morte, una morte atroce: qualcuno con una pistola le sparerà in viso, ponendo fine alla sua vita e deturpando per sempre il simbolo della sua bellezza.
Attorno a tutto ciò, personaggi che avevano una vita loro e si troveranno in “La principessa di Beverly Hills” (Leggereditore, 2010), più o meno inconsapevolmente, coinvolti in questa vicenda dal sapore tipicamente e squisitamente hollywoodiano.
Bobby, imprenditore e figlio di Lucky Santangelo. Lucky non ha certo bisogno di prestazioni, il suo successo è il suo biglietto da visita, la caparbietà la sua firma, Denver, un nome insolito per una ragazza. Non è la solita sprovveduta che sogna a occhi aperti, vuole qualcosa di concreto e resterà piacevolmente stupita, quando starà per ottenerlo, Zeena, showgirl di successo. Sa cosa vuole e sa come ottenerlo. Sempre. Ma non come tenerselo stretto…

Jackie Collins sembra non risentire degli anni che passano.
Anche oggi scrive come negli anni ottanta, e non è una critica, anzi.
Riuscire a rispecchiarsi nel suo (nostro?) mondo, oggi come allora, è una firma indelebile, la prova tangibile che la sua arte travalica il corso del tempo, la sua freschezza narrativa è un porto sicuro nel quale ameremo sostare e riprendere i sensi dopo una lunga giornata che sembrava non dovesse finire mai.
Personaggi vecchi e nuovi che si amalgameranno perfettamente, un incrocio di vite che vi emozionerà, in attesa delle prossime opere di questa grandissima autrice.