La scatola nera
- Autore: Michael Connelly
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2015
Grazie infinite a tutti i lettori che per ventitré anni hanno tenuto in vita Harry Bosch.
La dedica di Michael Connelly ai fan del suo eroe sembra quanto mai sincera ed è pienamente giustificata. Dal 1992, ogni nuovo titolo è atteso con ansia in trentacinque Paesi del mondo, dove sono state tradotte le inchieste del detective, che dopo un intermezzo triennale da investigatore privato è rientrato nel Los Angeles Police Department californiano, Divisione Omicidi Speciali e Sezione Casi Aperti-Irrisolti (cold case), dove lo troviamo nel sedicesimo thriller della serie, “La scatola nera” (366 pagine 10,90 euro) pubblicato in Italia come tutti gli altri dalle Edizioni Piemme.
Hieronymus Bosch (la mamma ha voluto chiamarlo come il pittore olandese del XV secolo) è stato militare in Vietnam ed è protagonista dal 1992 delle pagine del notissimo giallista americano, non lontano dai 50 milioni di copie vendute, a nemmeno sessant’anni (è nato nel 1956). Nel frattempo, mentre la figlia adolescente Debbie diventa sempre più adulta ogni titolo che passa, Harry ha stabilito una relazione con una bella psicoterapeuta specializzata in reati sessuali.
Ed è proprio ad una vicenda del 1992 che riporta la nuova indagine, il file Anneke Jesperson, giornalista fotografa olandese uccisa in un vicolo di Los Angeles, nella primavera di ventitré anni fa. Bosch aveva potuto dedicare appena un’ora all’omicidio, dovendo correre sul luogo di un altro delle decine di delitti commessi nei moti razziali seguiti all’assoluzione dei poliziotti colpevoli del pestaggio di un tassista di colore. Il caso era rimasto naturalmente senza un colpevole e nemmeno un movente, al di là dei disordini. Hieronymus rimette mano all’episodio mentre il tenente responsabile gli ordina di non perdere tempo su vicende insolubili, visto che altri seimila cold case pretendono la sua attenzione. Ma Bosch non molla, testardo com’è. Trova la scatola nera, dicono nel Dipartimento. È il contenitore di cartone dove vengono conservati i materiali dei casi. Esaminala e ti avvicinerai alla soluzione. Come negli incidenti aerei è la chiave, contiene di certo qualcosa che collega tutto, dando un senso ai fatti:
Trova la scatola nera e avrai risolto.
La giornalista è stata colpita alla testa dalla pallottola di una pistola italiana adoperata in seguito in altri sei delitti, nel corso di diciassette anni. Cinque restano opera di ignoti, solo uno ha un colpevole e interrogandolo in carcere Harry si convince che con la morte nel vicolo quel tipo non c’entra. L’arma ha cambiato mano e occorre risalire la piramide della gang che la usava, operazione tutt’altro che agevole, tanto più per un agente bianco e in ambienti criminali impermeabili agli informatori. Gli affiliati vi entrano per la vita, se ne esce solo da morti.
Il fratello di Anneke informa via mail il detective che la sorella non era in vacanza. Sarebbe andata in Bosnia, intanto seguiva una pista proprio a Los Angeles. Nell’unica ora passata accanto al cadavere nel vicolo, Harry ricorda di aver trovato nelle tasche della fotoreporter alcune pellicole e il badge di riconoscimento. Mancavano blocchi per appunti – nel 1992 chi voleva scrivere doveva pur annotare – ed anche le chiavi della camera di albergo della Jesperson, nella quale peraltro non sono stati trovati nomi o fogli di carta. Niente di niente.
Il tenente insiste: piantala, non ne vieni a capo. Ma qualche nuovo particolare affiora. Qualcuno ha chiamato la polizia da un negozio, interessandosi agli sviluppi del caso della giornalista olandese, ma declinando generalità false. Dopo vent’anni, Bosch accerta che il nome fornito è quello di un cliente occasionale, che aveva fatto un acquisto proprio quel giorno.
È sempre divertente seguire le tecniche di un superman delle indagini, guidati da Connelly. Non mancano trucchetti del mestiere, come fogli di carta spacciati per mandati di perquisizione e sventolati sotto il naso di soggetti che comunque hanno qualcosa da nascondere. Ed ecco che spontaneamente da una casa spunta la pisola Beretta mod. 92, senza dover rischiare una perquisizione illegale (perché non autorizzata).
Harry scava nel sottobosco criminale e cera di attribuire il colpevole giusto al delitto giusto. Ma in questo delitto c’è un che di molto diverso da quello che immaginava e questa storia è legata profondamente alla vita di Connelly stesso, giornalista di cronaca nera, nel 1992, a Los Angeles. Il perché lo spiega nella postfazione, basta andare a leggere: tre pagine e mezzo, mai tanto genuine.
La scatola nera
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