La zecca e la rosa. Vivario di un naturalista domestico
- Autore: Maurizio Maggiani
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2016
Forse che di questa stagione c’è qualcosa di più bello, ridente e gioioso che soffiare un soffione? C’è forse qualcosa di più ziesco, materno e fraterno che insegnare a un bambino a soffiare per bene un soffione?
È il Maurizio Maggiani delle piccole cose che fin dal titolo, come tutti i grandi narratori, non si prende troppo sul serio. La zecca e la rosa. Vivario di un naturalista domestico, edito da Feltrinelli nel 2016, si presenta come uno zibaldone di pensieri, ricordi, impressioni, sensazioni, appunti corredati e completati dalle delicate illustrazioni di Gianluca Folì.
Un omaggio alla campagna in cui l’autore è nato e a cui è tornato in età adulta, conservando la capacità di osservare i particolari, lo stupore di fronte ai regali inaspettati della natura, come i disegni della brina sul parabrezza delle auto al mattino. O una fioritura improvvisa:
Stanotte son fioriti gli albicocchi… Come facciano a mettersi d’accordo per fiorire tutti insieme, come facciano di notte a passarsi la parola, nessuno lo sa, nemmeno Giorgio che con gli albicocchi ci mantiene una famiglia di sei figli più la suocera. Accade, imperscrutabile disegno che l’umana scienza non disvela …
Nessuna retorica bucolica, niente luoghi comuni per Maggiani. C’è al contrario un’ironia lieve disseminata in ognuno dei 123 paragrafi che rivela la personalità di chi scrive. Fiori, frutti, animali, colori e sapori sono descritti con vivido realismo e con disincanto. Ne viene fuori una poesia senza metrica e senza versi. Un invito ai lettori a non farsi travolgere dalla quotidianità. Un almanacco delle Creature che con rigore va dalla A di “Abete” alla Z di “Zecca”.
E, insieme, un rimedio al malessere della società moderna che si combatte con gesti semplici e antichi, come l’allenamento alla cura quotidiana che è piantare un ulivo o innaffiare l’orto.
Nessuna trama apparente lega le pagine, nessun disegno narrativo guida il lettore. Unico filo conduttore: una scia di pensieri in libertà. Ci sono poi le donne di casa, l’immancabile gatta Frida, compagna di avventure e, come tutti i gatti, maestra di vita.
A lei è dedicato il libro:
È venuta anche lei, viene sempre a vedere, più che curiosa è apprensiva, è una gatta isterica, detesta gli equilibri incerti. È qui al mio fianco, non guarda né me né l’ulivo, ma qualcosa che io e lui non vediamo. E fa finta di niente.
La zecca e la rosa è uno di quei libri da tenere a portata di mano.
Un testo sensoriale tutto da odorare, da assaporare. E da gustare un po’ per volta: come un tonico rinvigorente somministra bellezza a piccole dosi. Senza esagerare, secondo lo stile di Maggiani, che anche quando sfiora con garbo la malinconia dei ricordi non rinuncia al sorriso:
Proust la chiamava madeleine, qui tra di noi figli della miseria è sempre la castagna.
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