Le nuove melanconie. Destini del desiderio nel tempo ipermoderno
- Autore: Massimo Recalcati
- Genere: Psicologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Raffaello Cortina Editore
- Anno di pubblicazione: 2019
Massimo Recalcati è tra i maggiori studiosi della psiche umana. Nondimeno gli vengono mosse continuamente delle critiche, a partire dalla tendenza a voler essere il “meno oscuro possibile”; eppure proprio Recalcati è forse il maggior esperto del pensiero dello psicoanalista francese Jacques Lacan, che aveva in orrore le parole comprensibili - e di fatto non ha mai replicato a chi l’accusava di aver fatto dell’oscurantismo la sua cifra stilistica.
I punti in comune tra il Recalcati divulgatore e il Lacan in imbarazzo anche solo a mostrarsi in una fotografia sono parecchi e il più importante è ristabilire la grandezza di Freud nelle narrazioni psicoanalitiche.
In buona sostanza, Freud riesce a spiegare meglio di altri, epigoni o non, la differenza tra la depressione grave e le melanconie che possono comunque servire a formare un muro intorno a sé.
Non è un caso che l’esergo scelto da Massimo Recalcati per il saggio Le nuove melanconie. Destini del desiderio nel tempo ipermoderno (Raffaello Cortina Editore, 2019) sia preso dal Vangelo di Giovanni:
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre della luce.
Nella malattia della depressione grave, il chiudersi in sé stesso, la difficoltà a pronunciare un discorso compiuto, intervallato da mugugni e da silenzi che sottendono un vuoto inospitale che ha affittato la mente del depresso, la soluzione è sempre quella di curarsi con medicine, che non sono una panacea, sia ben chiaro e che spesso dovrebbero essere accompagnate da sedute dallo/a psicologo/a.
Le melanconie tipiche del nuovo millennio hanno invece a che fare con uno stato di inattività dopo aver sperimentato molto sul lato del godimento improduttivo, dal sesso occasionale a un uso spregiudicato delle droghe, dalla metanfetamina alla cocaina; arriva un punto in cui ci sente indegni di vivere, dove oltre all’insignificanza della propria vita, c’è quasi un rimorso per odiare tanto la propria vita, fino a negarla con nuove forme di cancellazione del sé. Recalcati, in questo caso, analizza l’ammirazione delle ragazze verso le top model, delle quali colgono solamente la magrezza, che non ha niente di positivo. Scrive in proposito Recalcati:
Il corpo ridotto a pelle e ossa è un corpo privato di ogni mancanza e di ogni desiderio; è un corpo mortificato, cadaverizzato nel reale e non nel simbolico.
Dallo psicoanalista viene ripreso un concetto che Freud aveva spiegato in modo forte e chiaro nei suoi scritti, ma tenuto sempre quasi nascosto dagli studiosi di Freud, quasi fosse così forte da inficiare la seduta col paziente: nei depressi e nei melanconici affiora la “pulsione di morte”.
Nel nostro mondo ipermoderno, gli adolescenti non hanno più ideologie di riferimento, soltanto la paura dell’Altro e ci torneremo sulla quantità di persone che devono lasciare i loro paesi, soprattutto in Africa, dove sta letteralmente morendo di fame più della metà della popolazione.
I pochissimi anziani che arrivano a ottant’anni vengono venerati come divinità. Il libro di Recalcati è stato pubblicato nel 2019, prima della pandemia da Covid-19, che ha inasprito i problemi e accelerato la mortalità.
Intanto gli adolescenti dei paesi industrializzati sono raccontati in questo modo dall’autore:
Il mondo degli adolescenti si coarta, si restringe, si cristallizza. Il corpo Spento è in quelle adolescenze che scelgono la via del ritiro sociale e della chiusura "autistica".
Una atrofia del desiderio. Gli adolescenti melanconici o depressi fanno a meno di tutto, anche dell’amatissimo cellulare, perché tutto diventa peso da trasportare, da sopportare".
Più avanti, Recalcati, prendendo spunto da Lacan, che ha studiato moltissimo, ci dice anche che questi giovani depressi non pensano nemmeno all’atto del suicidio. Diventa reale un modo di dire che magari i genitori scaricano sull’adolescente, ovverosia “sei mio figlio/a, ma sembri una larva”.
Questo incredibile saggio può essere davvero di aiuto. Si legge volentieri, anche grazie agli esempi di narrazione dello studioso, che fa nomi e cognomi fittizi riportando storie reali, come la vicenda di una ragazza anoressica o la storia di un adolescente che si rifiuta improvvisamente di andare a scuola e di lasciare la fidanzata.
Tornando a una melanconia "sostenibile" che non ha bisogno di aiuto né di tipo psicologico, né di un trattamento farmacologico di media o lunga durata, le persone grandi, di solito, respingono quella che si chiama genericamente tristezza, ponendo l’accento sul non sentirsi sicuro nemmeno a casa propria.
Persone di solito gentili ed educate, si trasformano in pitbull impazziti se si accorgono che nel loro comprensorio sono aumentate di molto le persone che provengono da altri paesi, per trovare delle opportunità che nei loro paesi natali non trovano più, per carestia, per guerra e molto spesso “carestia e guerra” vanno a braccetto.
Questa paura dell’Altro può diventare tossica e generare delle nuove forme di fascismo o al plurale dei neo-fascismi di chi delega alla politica il problema della sicurezza. In realtà la politica si muove come l’elefante in un negozio di oggetti fragili, rompendo un qualsiasi patto di coesione tra uomini e donne nati sul territorio e uomini e donne che vengono da fuori.
È l’inizio della paura di una parte con l’altra.
Chiosa Recalcati che poi diventa impossibile fare capire che questo nuovo bisogno di violenza scaturisce dalla noia esistenziale, da sogni spenti, da relazioni sentimentali fallite, da lavori non soddisfacenti.
Le persone fanno a meno delle loro personali narrazioni perché, come recita il titolo di un film di Rainer Werner Fassbinder, un regista degli anni Settanta molto infelice in alcuni momenti della sua vita: La paura mangia l’anima.
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