La Locanda dell’Ultima Solitudine di Alessandro Barbaglia

Con il suo romanzo d’esordio, Alessandro Barbaglia, giornalista e libraio, entra nella rosa dei finalisti del Premio Bancarella 2017. “La locanda dell’Ultima Solitudine” ha il fascino indiscusso della favola: i personaggi sono adulti incastrati nel proprio passato, nutrono il bisogno di ritrovare la leggerezza e la serenità perdute. L’intreccio accomuna due storie separate, che convergono in un unico futuro, senza luogo né tempo, a un passo dal mare, che è la Locanda dell’Ultima Solitudine.

“Ci sono tre motivi per cui vale la pena di andare alla Locanda. Il primo è perché si mangia bene. Il secondo è perché ci si può andare solo in due. Il terzo è perché laggiù si impara a vivere. E quindi, anche a morire”.

I protagonisti del libro sono due: Libero e Viola. Due persone, due vite e due anime, che si cercano senza realmente cercarsi, che si aspettano

“anno dopo anno, errore dopo errore”

senza comprenderne realmente la ragione! Libero vive nella Città Grande, in un appartamento interamente blu ed interamente vuoto. È un uomo che ama le attese, vive intensamente ogni singolo momento. Non suona affatto strano al lettore la sua decisione di prenotare un tavolo alla Locanda dell’Ultima Solitudine, esattamente dieci anni dopo la sua chiamata del 2007.

“Nella vita, anche le cose migliori, quelle che sembrano andare sempre per il verso giusto, sono giuste perché qualcuno le aggiusta, continuamente”.

Viola, invece, vive nella cittadina di Bisogno insieme alla madre, Margherita, accordatrice di fiori, nella Casa del Petalo, con una stanza per urlare, in cui ogni abitante può sfogare liberamente ogni sofferenza e frustrazione. Viola si sente intrappolata in una vita in cui tutto appare già scritto, e in quel dono di accordare i fiori, sentirne la voce. Lei si sente uno spirito libero. È nelle lettere indirizzate al padre che Viola sublima ogni pensiero nascosto insieme a quel radicato desiderio di fuggire lontano. Ecco, allora, il luogo perfetto in cui ogni uomo e ogni donna possono rifugiarsi dalla vita, da ogni sua mancanza o incolmabile assenza: “La Locanda dell’Ultima Solitudine”.

Il libro è un viaggio intimo, personale e terapeutico; due storie così semplici, raccontate in modo originale e sorprendente; un’atmosfera magica ed ammaliante. In questa storia chi è capace di aspettare viene premiato, dalla vita. Una fiaba da sfiorare, tra giochi di parole e significati tra le righe… Apre il cuore e la mente, proiettando il lettore in un mondo fatto di sogni ed aspettative.