Luigi Pirandello: «Io sono fascista»
- Autore: Luigi Pirandello
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
Che Pirandello abbia preso la tessera fascista lo sanno tutti. Ma la sua adesione al Partito di Mussolini è stata chiosata e interpretata variamente ora come opportunismo, ora come un gesto di ingenuità politica che nel giro di qualche anno, esattamente dal 1926 in poi, si concluderà con un allontanamento dall’ideologia fascista.
Il libro di Piero Meli ha invece un titolo perentorio che non ammette dubbi: Luigi Pirandello: «Io sono fascista» (Salvatore Sciascia Editore, 2021). Pirandello fu un fanatico militante fascista e lo fu senza titubanze fino alla fine dei suoi giorni.
Una tesi che contrasta con quella della critica dominante che, secondo l’autore, da settant’anni a questa parte non fa altro che riproporre sotto mutate uniformi le stesse ipotesi senza alcun fondamento, dalla lettura suggestiva e molto soggettiva di C’è qualcuno che ride, allo strappo al protocollo del Nobel col mancato discorso ufficiale per non pronunciare il nome del Duce, fino alle disposizioni sul suo funerale per non andarsene da questo mondo con la camicia nera come un gerarca fascista. Ipotesi che il libro di Piero Meli fa crollare con un soffio, attraverso una montagna di documenti sconosciuti e un serrato discorso logico. Il tutto supportato da centinaia di riscontri bibliografici.
Il ritratto di Pirandello che ne viene fuori da questo studio è davvero insospettabile e stupefacente. Basti pensare, per dirne una, all’elogio da parte del nostro commediografo in un articolo del 1933 all’organizzazione armata di Mussolini, alle camicie nere che "vivono in luce" dello "spirito armonioso" del loro creatore. Oppure al plauso, in un’intervista ai giornali americani, all’intervento italiano in Etiopia nel 1935 che Pirandello giustificherà come azione di civilizzazione di quelle popolazioni selvagge, paragonando Mussolini a Lincoln.
Ma tante e tante altre notizie nel libro del Meli lasciano di stucco. Chi sapeva per esempio che il governo fascista ebbe un peso determinate nell’attribuzione del Nobel a Pirandello? Lo apprendiamo soltanto ora che per iniziativa dell’Istituto Fascista di Cultura e su insistenza del senatore Giovanni Gentile, nel novembre del 1933, Pirandello farà un giro di conferenze a spese del regime in Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia per facilitare la sua designazione al premio Nobel. E difatti l’anno successivo salirà sul podio di Stoccolma.
Luigi Pirandello: «Io sono fascista» è un libro davvero prezioso. C’è da scommettere che costituirà una pietra miliare per critici e biografi di Pirandello.
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