Prendila così
- Autore: Joan Didion
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Il Saggiatore
- Anno di pubblicazione: 2021
Una donna ricoverata in una clinica psichiatrica di Los Angeles ripensa alla sua vita. Si chiama Maria Wyeth, è un’attrice, una madre, ma soprattutto una persona molto sola.
È questa nell’essenza la trama di Prendila così (il Saggiatore, 2021, trad. Adriana Dell’Orto), romanzo di Joan Didion pubblicato per la prima volta nel 1970.
Maria deve fare i conti con il suo passato. Nel mondo del cinema non ha mai lasciato un segno: è sempre stata un’attrice di serie B, abbastanza bella da lavorare saltuariamente, ma non abbastanza brava e ben consigliata da diventare una star. Sul piano sentimentale Maria non è stata più fortunata: sposa Carter, regista, da cui ha la figlia Kate, una bambina malata che può vedere di rado. Il matrimonio naufraga per colpa delle nevrosi di lei, ma anche della distanza di lui. Tra Maria e Carter vi è spesso una distanza fisica, giustificata da motivi di lavoro, ma soprattutto mentale ed emotiva.
Lei si sente, a ragione, incompresa; e al tempo stesso i suoi sforzi di farsi comprendere sono rarissimi e fallimentari.
Nella storia emergono altri due personaggi: BZ, produttore, e Helene, sua moglie. Anche il loro matrimonio è in crisi, ma stanno insieme per interesse. Helene viene presentata come un’amica di Maria, ma è chiaro che nel loro mondo non esistono vere amicizie. È un mondo di eccessi, di una realtà fittizia e patinata. La simulazione e parodia del reale è incoraggiata dall’alcol e dalle droghe, ma si verificherebbe comunque: a Hollywood si celano molti lati oscuri, sotto un sorriso compiacente e un vestito all’ultima moda.
Sono tutti, senza eccezione alcuna, prigionieri in una gabbia dorata in cui sono entrati di loro spontanea volontà; quando qualcuno ha chiuso il lucchetto non se ne sono accorti, e si illudono di poterne uscire in qualunque momento.
Maria è senza dubbio una donna piena di fragilità, che necessita di aiuto psicologico e di legami affettivi sinceri. Eppure a lungo sembra essere l’unica che, a tratti, riesce a rendersi conto di come funziona il mondo in cui è entrata: forse proprio per questo è così disperata.
A Hollywood la cosa peggiore che tu possa avere non è l’ambizione spietata né la tossicodipendenza; a Hollywood ciò che ti fa impazzire è la consapevolezza della realtà. Ed è questo fattore che alla fine causa il colpo di scena del romanzo.
Tutto questo è narrato in maniera molto asciutta: Joan Didion utilizza frasi incisive e capitoli brevissimi. Uno stile narrativo all’americana perfetto per parlare delle ombre del sogno americano.
Prendila così
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