Professioni, Patroni, Preghiere e…
- Autore: Vittorio Polito
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Pennellate: è a rapidi tratti, segni, tocchi, sottolineature, che fa pensare il recente volume di Vittorio Polito, elegante, snello, colorato dentro e fuori, illustratissimo, luccicante nella sua carta di pregio, ancora più prezioso dei precedenti, se possibile. La nuova e sempre felice fatica dello scrittore e giornalista barese, portata a termine come sempre con tutta la passione possibile, è Professioni, Patroni, Preghiere e..., uscito a dicembre per i tipi della barese WIP Edizioni (2023, 192 pagine).
A impreziosirlo ancora una volta e con dovizia, le illustrazioni vivaci di Marialuisa Sabato, artista che dopo i successi delle esposizioni in tutta Italia sta facendo il giro del mondo con i suoi dipinti.
A febbraio, in una udienza generale in Vaticano, la pittrice barese ha fatto dono a papa Francesco dell’opera “Il volto di Era”, immagine di copertina del saggio di Polito Storie, Curiosità, Proverbi e... Arte (sempre Wip Edizioni, 2022). Di quel libro dell’instancabile ricercatore di storie e tradizioni della sua città, come del precedente, Storie, curiosità e proverbi (2021), ci siamo occupati su Solibri.net ed è a quei contributi che rimandiamo per le notizie biografiche su Vittorio Polito. Ha fatto tanto nei suoi non pochi anni di vita, che per presentarlo occorrerebbe tutto lo spazio di questa recensione.
Pennellate sono i contenuti dei suoi testi: note di colore, riflessioni intelligenti, notizie, citazioni colte. Pennellate sono le considerazioni proposte nella presentazione da Ada Campione, docente universitaria di agiografia e di storia della chiesa antica. Pennellate sono i versi in vernacolo elaborati pazientemente dall’amico di vecchia data di Vittorio, Francesco Signorile, che ha tradotto le preghiere ai Santi patroni:
Nel colorito e colorato dialetto barese.
E vere pennellate sono, in senso stretto, le pregevoli illustrazioni di Marialuisa Sabato, ognuna un piccolo capolavoro, che precedono ogni capitolo e commentano fittamente le pagine.
Trenta le attività professionali in esame - nell’ordine alfabetico, senza offendere nessuno, non sia mai - trentadue invece i santi, perché qualche professione ha voluto esagerare. Oltre a Santa Cecilia, gli artisti hanno scelto tanto San Luca che San Genesio d’Arles. I soldati hanno aggiunto a San Giorgio il papa buono san Giovanni XXIII: da sacerdote, Angelo Roncalli è stato cappellano militare nella Grande Guerra.
Polito sottolinea la distinzione tra il patrono, un santo eletto da una comunità a intercessore presso Dio e il protettore, che tutela, difende, soccorre nelle necessità. San Nicola di Bari, preserva e aiuta tutti, “senza distinzione, ladri compresi” ed è l’esempio più efficace in un lavoro che fa della “baresità” il proprio tessuto connettivo, l’humus, il substrato.
Ada Campione suggerisce la traccia seguita dall’autore nello sviluppo del libro: descrizione della professione, storia del patrono, testo della preghiera composta per la categoria, nella versione in italiano e tradotta nel dialetto barese, omaggio di Polito alla città d’origine.
Ventidue santi, otto sante, nel complesso - la Madonna è presente tre volte: Virgo Fidelis, dei Carabinieri; Odegitria, dei Bersaglieri; Nostra Signora di Loreto, degli Aviatori. La differenza di genere è considerevole, solo una su tre, ad evidenziare un pregiudizio di diversità anche nella scelta dei patroni e non si può dar torto alla la docente (“anche in questo caso, una mancanza di quote rosa”), figlia dell’indimenticabile Michele Campione, storico direttore della sede RAI di Bari e Maestro di generazioni di giornalisti.
In appendice, l’autore non trascura i protettori di amici e parenti, delle mamme, dei nonni (la preghiera è di papa Francesco), degli scout, perfino della pace e del buonumore.
Giusto per offrire qualche altro esempio del lavoro di Polito, si farà riferimento a due professioni vicine al recensore, con i rispettivi patroni, Santa Barbara e San Francesco di Sales, di marinai e giornalisti.
La martire cristiana del III secolo è stata confermata patrona della Marina Militare da Pio XII, nel 1951. Parliamo di gente di mare con le stellette, perché i marittimi guardano a San Francesco da Paola.
La giovane santa di Nicomedia è simbolo della serenità del sacrificio di fronte ad un pericolo inevitabile. Per la stessa ragione, assiste anche i coraggiosi “Pompieri”. Venne martirizzata con le fiamme e attraverso il fuoco è patrona inoltre degli artiglieri, degli artificieri e dei genieri dell’Esercito, in aggiunta ai minatori, ai geologi ed agli architetti.
Si festeggia il 4 dicembre, mentre ogni 24 gennaio si ricorda il vescovo savoiardo Francesco di Sales, dichiarato da Pio XI patrono della Stampa nel 1923, anche perché redasse con un linguaggio semplice e coinvolgente, sia pure elegante, i suoi numerosissimi scritti, oltre 30mila lettere e un trattato di mistica sull’amore di Dio.
Quanto alle preghiere tradotte in barese, non ce ne voglia Francesco Signorile, molto efficace in altri testi nonostante le difficoltà oggettive. È che una, solo una, sembra tradire le buone intenzioni dell’autore e del traduttore. È la Preghiera del Marinaio, che l’ufficiale più giovane a bordo legge sulle navi della Marina Militare all’ammaina bandiera, nell’assemblea dei franchi a poppa al tramonto.
Una cosa è recitare (commossi, vi assicuro):
A te o grande eterno Iddio... da questa sacra nave armata della Patria... benedici noi che vegliamo in armi sul mare. Altro: A Te, oh granne atérne Di... da chessa sagra nave armate de la Padría nóste... benedisce nù ca pe jidde abbadáme che l’arme sõpe o mare. Benedisce!
Nei versi di Antonio Fogazzaro c’è una sacralità intraducibile, non solo in barese, evidentemente.
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