Tropico del cancro
- Autore: Henry Miller
- Categoria: Narrativa Straniera
Un editore fa uscire per la prima volta, a Parigi nel 1934, "Tropico del Cancro" dello scrittore Henry Miller. Nel suo paese, in America, il libro verrà pubblicato circa trent’anni dopo, provocando un processo per oscenità che porterà il paese a rivedere le leggi sulla pornografia.
Herny Miller racconta della vita sgangherata e non priva di difficoltà, degli artisti stranieri in una Parigi degli anni ’30. Dipinge una serie di personaggi inquieti, fannulloni e perennemente perdenti.
E’ un libro autobiografico, raccontato in prima persona. Lo scrittore si rivolge direttamente al lettore, tenendo subito a precisare che quello che sta scrivendo non è un libro ma uno “scaracchio in faccia all’arte “
E’ un autunno del suo secondo anno a Parigi. Lui è povero e non ha nulla, ma è felice perché si sente libero. Ha una serie di conoscenti che ogni tanto lo ospitano, come Borowski dal quale pranza ogni mercoledi o come Boris che lo ospita a villa borghese. Ma sono amicizie e sistemazioni provvisorie, così come lo sono i suoi lavori. Prima lavora come correttore di bozze, poi dà lezioni d’inglese, poi posa nudo quando non ha proprio altri mezzi e infine trova lavoro come insegnante a Digione, dove passerà un breve periodo.
Pensa a varie donne. Tante donne nella sua vita, che vanno e vengono. Donne abbordate in un cafè, donne lasciate in America, donne semplicemente osservate. Ma tra le tante, quelle che hanno lasciato qualcosa sono Tania, sua moglie Mona e Germanie, una prostituta amata nel pomeriggio.
Parla di donne e di sesso in maniera molto diretta. Reale, cruda, scurrile, senza ombra di dolcezza e pudore, in un linguaggio nuovo davanti al quale, all’epoca, si era impreparati e le parole si riversano come fiume in mare, candide e zozzissime.
E poi c’è Parigi ad avere ampio spazio perché sono descritte molto le sensazioni e i pensieri durante le sue passeggiate per la città, nelle quali Parigi non è un sottofondo, una scenografia, ma è forse la vera protagonista del romanzo. Passa da un quartiere all’altro, da un cafè a una brasserie, da un parco verde ad una piazza vuota e sterile, da strade affollate a strade spente e grigie. Riesce a descriverne ogni angolo, in tutta la sua bellezza, senza però nascondere gli angoli di miseria.
Un giorno si sente spento per quelle strade che d’un tratto sente lontane e un altro giorno è rinato e felice davanti a tutta quella bellezza. Come quando a Pasqua cammina per gli champs-elysées e descrive con occhio attento i colori della città, occhio così vivo, che a leggere sembra di camminare lungo quelle strade…
“Oggi è di nuovo bello e sugli Champs-Elysées al crepuscolo è come un serraglio all’aperto zeppo di uri dagli occhi neri. Gli alberi han la chioma piena, di un verde così puro, così ricco, che paiono ancora umidi scintillanti di rugiada. Dal palace du Louvre all’Etoile è come un pezzo di musica per pianoforte...“
"Tropico del cancro" è il primo libro di Henry Miller, scritto con penna impulsiva ma lucida. Considerato spesso solo pornografia o romanzetto rozzo, diventerà, invece, in assoluto il capolovaro dello scrittore. La forza di questo libro sta proprio nell’aver parlato di angoli miseri, di volgarità, di umanità che non ama sempre e costantemente ma che scopa per piacere e per denaro, che tradisce, ruba, dimentica, sfrutta e colpisce alla spalle. Così si è spostato- per poco- il valore della bellezza e Miller ce la fa scoprire là dove il nostro occhio vitreo non sarebbe arrivato. Ci dice, a tratti sottovoce e a tratti urlando, di quanto sia bella la vita, ma anche di quanto sia lercia e meretrice. E non per questo meno vera e lucente.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tropico del cancro
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