Un uomo che forse si chiamava Schulz
- Autore: Ugo Riccarelli
- Categoria: Narrativa Italiana
Bruno Schulz, disegnatore e scrittore, proveniente dalla cittadina di Drohobycz, in Polonia, uno dei tanti ebrei sacrificati alla follia nazista, è colui di cui narra, in forma romanzata, Ugo Riccarelli in questo libro.
Il nome del protagonista è tornato ad esser famoso grazie alla sua pubblicazione “Le botteghe color cannella” con scritti e disegni che testimoniano luoghi ed eventi della sua vita.
L’autore fa narrare allo stesso Schulz gli eventi più salienti della sua esistenza. Uscito con riluttanza dal ventre materno, il rifugio nel quale per nove mesi aveva sognato, Bruno si presenta al mondo che lo accoglie come un miracolo del Cielo perché è maschio e la stirpe lo reclama. Dopo esser presentato al Signore attraverso i riti religiosi, Bruno, ancor piccino, comincia a ispezionare ciò che gli sta attorno con il capo reclinato verso il basso, a scoprire “i graffi” dei pavimenti e quelli degli stivali, parole ormai nella storia di Riccarelli scrittore. Il piccolo Bruno è testimone degli eventi della propria famiglia, innanzitutto di quelli del padre, commerciante, assalito da strane malattie, forse portate dagli insetti, dedito allo studio del giusto uso del sale, seme di sapienza ma anche sostanza, come viene detto nella Bibbia, in cui sono stati tramutati gli uomini che hanno abbandonato Dio. Altri componenti della famiglia sono la madre, un fratello, la sorella Hania e Danuta, la donna di servizio, l’unica che sceglierà, nella vita, di seguire il corso degli eventi che Bruno stesso le aveva disegnato. Il protagonista si inserisce nell’ambiente familiare con una curiosità spiccata e la voglia di metter su carta tutto ciò che vede. E’ proprio Danuta a procurargli pagine stralciate da giornali e rimasugli di quaderni su cui Bruno ritrae il mondo attraverso i propri occhi.
Gli anni trascorrono, il protagonista cresce e davanti a lui passano gli eventi della Prima guerra mondiale, poi il crollo dell’Impero e, in ultimo, l’avvento dei nazisti. In tutto quel tempo la famiglia perde alcuni fra i suoi componenti e Bruno, che aveva manifestato anche ottime capacità linguistiche, oltre che grafiche, è ormai divenuto un insegnante, ruolo da lui scelto ma che lo ha costretto a una vita di provincia da cui raramente si era allontanato.
Nelle pagine del romanzo scorre la troppo breve vita di uno fra i tanti ebrei, uno che forse si chiamava Schulz, perché, con l’arrivo del Reich, i protagonisti della storia perdono ogni loro lato umano, sono solo esseri alla ricerca di un po’ di cibo che hanno perduto tutto, perfino il loro nome. Quel che non viene tolto a Bruno sono i suoi sogni che lo hanno nutrito e che hanno fatto da tramite con il mondo esterno. Una pallottola nazista, però, spegnerà anche quelli.
Questo romanzo breve di Ugo Riccarelli è un ritratto biografico e storico allo stesso tempo e ci racconta di un giovane assai capace nell’uso di penne e di matite. Esso è narrato, come ogni libro di questo scrittore, con grande capacità stilistica e linguaggio efficace.
Un uomo che forse si chiamava Schulz
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