Dopo la proclamazione dell’attesa cinquina (che in realtà quest’anno è una sestina) siamo nel vivo del Premio Strega 2024, il cui vincitore sarà proclamato il prossimo 4 luglio. Anziché entrare nel merito delle discusse vendite dei libri candidati al Premio, vediamo quali dei libri vincitori sono diventati dei classici.
Il più importante premio letterario italiano è ancora una garanzia di prestigio? A questo proposito è interessante leggere la recente analisi proposta dal critico letterario Gianluigi Simonetti in Caccia allo Strega (nottetempo, 2023), in cui vengono poste sotto la lente di ingrandimento le dinamiche interne ed esterne al premio, l’evoluzione letteraria delle opere, i criteri e le modalità in cui vengono selezionati finalisti e vincitori, dal 1947 a oggi.
Seguendo i mutamenti dello Strega negli anni è possibile tracciare una storia della letteratura italiana dalla seconda metà del Novecento a oggi in un’analisi tanto letteraria quanto sociologica.
A partire dalla prima edizione, che ebbe luogo il 5 giugno del 1947 e vide eletto vincitore Ennio Flaiano, il Premio Strega ha inaugurato una nuova idea di letteratura: non più elitaria, ma democratica e alla portata di tutti; una letteratura che finalmente tiene conto dei lettori. In che modo sono sopravvissuti dunque questi libri “democratici” nella mente dei lettori italiani?
Quali tra i libri vincitori del Premio leggiamo ancora oggi? Quanti di questi libri “stregati” sono studiati nelle scuole e sono entrati nel canone letterario italiano?
Nella nostra analisi ve ne proponiamo 10.
1. “La Bella Estate” di Cesare Pavese
La Bella Estate vinse il Premio Strega nel 1950 in un’edizione controversa che culminò con la drammatica notizia del suicidio del suo autore. Appena un mese dopo la vittoria del Premio, Cesare Pavese fu trovato senza vita nella stanza dell’albergo Roma di Torino. Accanto a lui un biglietto, testimone ineffabile degli intenti dell’autore, che nel finale includeva una raccomandazione: “Non fate troppi pettegolezzi”. Sul trionfo de La Bella Estate, ambientato in una Torino crepuscolare, si stende l’ombra del suicidio di Pavese. Forse non era l’opera più celebre di Pavese, ma è uno dei “libri stregati” più conosciuti e letti anche nella contemporaneità poiché trattava temi incredibilmente all’avanguardia per l’epoca, come la storia di una giovane donna alla scoperta della propria sessualità. “La storia di una verginità che si difende”, l’aveva definito Pavese; eppure nello spazio breve di un racconto aveva condensato il grande enigma della giovinezza.
Il libro è ancora oggi letto e amato, studiato nelle scuole, di recente ne è stato tratto anche un film per la regia di Laura Luchetti.
La bella estate
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2. “L’isola di Arturo” di Elsa Morante
Il 4 luglio 1957 il Ninfeo di Villa Giulia di Roma vide per la prima volta il trionfo di una scrittrice: era Elsa Morante. Vinceva con il romanzo, L’isola di Arturo (Einaudi), la storia di un ragazzo dal nome di una stella. Il sottotitolo originale era “Memorie di un fanciullo”. Arturo era l’alter ego della stessa Morante che in una lettera a Italo Calvino, datata 1955, scrisse: “Mi ricordavo di essere stata un ragazzo”. La dedica del libro era a Remo Natales, a leggere bene l’anagramma di Elsa Morante, ovvero la versione maschile di Elsa.
L’isola di Arturo, insieme a La Storia, è uno dei capolavori di Elsa Morante, letto e studiato nelle scuole di ogni ordine e grado.
L'isola di Arturo
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3. “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Il primo Premio Strega postumo fu consegnato, con commozione, nel 1959 a Giuseppe Tomasi di Lampedusa per Il Gattopardo (Feltrinelli), un libro oggi conosciutissimo. Divenne il primo bestseller italiano con oltre 100mila copie vendute. La storia editoriale del Gattopardo è tuttavia travagliata, il libro subì numerosi rifiuti e lo stesso autore scomparve prima di vederlo pubblicato, nel luglio del 1957; il romanzo sarebbe in seguito stato scoperto da Giorgio Bassani, all’epoca editor di Feltrinelli - e altro celebre vincitore dello Strega con Le cinque storie ferraresi - nel novembre del 1958 e pubblicato l’anno successivo.
Il Gattopardo oggi è letto, studiato nelle scuole ed eternato dalla celebre trasposizione cinematografica di Luchino Visconti.
Il Gattopardo
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4. “La ragazza di Bube” di Carlo Cassola
Nel 1960 vinse Carlo Cassola con La ragazza di Bube, edito da Einaudi. Un romanzo ancora oggi letto, soprattutto alle scuole superiori, poiché permette di approfondire gli anni difficili del dopoguerra grazie a una storia appassionante che narra anche l’amore contrastato tra due giovani, Mara e Arturo detto “Bube”. All’epoca il libro suscitò numerose polemiche per la rappresentazione, ritenuta eccessivamente intimistica, della sofferenza amorosa di una giovane donna. Oggi la modernità di Cassola è ancora molto apprezzata, il suo “scandalo” parla al cuore di ogni adolescente.
La ragazza di Bube
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5. “Lessico famigliare” di Natalia Ginzburg
Nel 1963 la seconda donna a vincere il Premio Strega è Natalia Ginzburg con Lessico famigliare (Einaudi), che curiosamente era stata proprio colei cui Elsa Morante - la prima donna vincitrice - aveva affidato la sua prima opera, Menzogna e sortilegio. Un bel passaggio di testimone tra due scrittrici che hanno fatto la storia della letteratura italiana. Il libro autobiografico di Ginzburg è oggi un grande classico che non manca in nessuna delle librerie italiane. Nelle pagine è inoltre narrato, con grande commozione da parte dell’autrice, l’episodio del suicidio di Pavese.
Lessico famigliare
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6. “La chiave a stella” di Primo Levi
Vincitore nel 1979 è Primo Levi con La chiave a stella (Einaudi), non ritenuto il capolavoro dell’autore alla pari di Se questo è un uomo, ma comunque uno dei romanzi più conosciuti dello scrittore torinese. Il libro appartiene al filone della letteratura industriale italiana e narra le peripezie di un montatore meccanico di nome Libertino Faussone.
La chiave a stella
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7. “Le parole tra noi leggere” di Lalla Romano
Premio Strega nel 1969 è Le parole tra noi leggere di Lalla Romano. La storia della scrittrice è eclissata nell’ombra, ma il suo libro no, per fortuna. Il romanzo di Romano creò un certo scandalo per la maniera audace in cui scandagliava il rapporto madre-figlio senza tacere nulla, a costo di apparire scomodo. La madre parlava del proprio figlio e della sua incapacità di comprenderlo, verbalizzando per la prima volta il tema del contrasto generazionale ed esplorando anche il lato oscuro della maternità.
Le parole tra noi leggere
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8. “Il nome della rosa” di Umberto Eco
Il 1981 vede il trionfo allo Strega di Umberto Eco, con un libro, Il nome della rosa (Bompiani), ormai ritenuto un capolavoro della letteratura italiana.
Vendette oltre 50 milioni di copie, oggi è tradotto in più di 40 lingue e inserito spesso nelle liste dei libri migliori di tutti i tempi.
L’opera fu un successo planetario e ancora oggi è considerato il romanzo italiano più venduto nel mondo.
Il nome della rosa. Ediz. illustrata
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9. “Rinascimento privato” di Maria Bellonci
Nel 1986 il Premio Strega fu vinto, postumo, dalla sua fondatrice: Maria Bellonci. La scrittrice morì alla vigilia della presentazione del Premio e quell’anno il riconoscimento andò a lei per il romanzo di una vita: Rinascimento privato, una versione romanzata della vita di Isabella d’Este, la cui genesi era durata oltre vent’anni.
Oggi il libro è unanimemente considerato il suo capolavoro, un esempio di opera in cui immaginazione, storia e autobiografia sembrano compenetrarsi in un risultato narrativo unico.
Rinascimento privato
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10. “La chimera” di Sebastiano Vassalli
Nel 1990 vince il Premio Strega Sebastiano Vassalli con il romanzo storico La chimera, ambientato nel Seicento. Il libro parte da un’accusa di stregoneria e narra la vita di una donna condannata a morte sul rogo.
Nelle pagine Vassalli dà voce a una storia vera, la tragica vicenda di Antonia detta “La strega di Zardino”, che si trova suo malgrado vittima delle dicerie della gente e di un piano diabolico. Il libro di Vassalli è letto nelle scuole di ogni ordine e grado, ormai considerato una pietra miliare della nostra letteratura.
La chimera
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Con la nostra lista dei libri vincitori del Premio Strega divenuti dei classici per il momento ci fermiamo qui, per non rischiare di analizzare libri troppo contemporanei per essere giudicati tali.
“Un classico”, sosteneva Italo Calvino, è “un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”.
Di certo possiamo affermarlo per ciascuno di questi dieci libri e forse potremmo azzardarci a dirlo anche per altri titoli eletti vincitori in tempi più recenti ma, a questi ultimi, concediamo il prestigio della patina aurea del tempo che ancora deve posarsi su di loro.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I 10 libri Premio Strega divenuti dei classici della letteratura italiana
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