Il 16 ottobre Roma non deve dimenticare il rastrellamento del quartiere ebraico avvenuto lo stesso giorno del 1943. Ricordando solo poche notizie storiche, è importante sottolineare che a più di 80 anni dalla promulgazione delle Leggi razziali che escludevano i cittadini italiani di “razza ebraica” dalle scuole, dagli uffici, dall’insegnamento universitario, dalle professioni e da ogni partecipazione alla vita pubblica, ancora oggi episodi di esclusione, razzismo, segregazione sono nella cronaca nazionale quotidiana. Come profetizzava Primo Levi: quel che è successo può accadere di nuovo.
È dunque importante che i ragazzi soprattutto, ma anche gli adulti, facciano memoria della deportazione di oltre 1000 cittadini romani, uomini, donne, bambini, ammalati, vecchi non autosufficienti, che furono catturati con violenza inumana, trasportati all’alba su camion coperti, parcheggiati al Collegio militare a via della Lungara e di lì dopo ore angosciose alla stazione Tiburtina, dove su treni piombati furono spediti ad Auschwitz-Birkenau.
Molti arrivarono già morti, altri furono inviati subito alle camere a gas; i superstiti, lavoratori schiavi, fecero ritorno in solo poco più di dieci, un’unica donna, Settimia Spizzichino, e furono i preziosi testimoni degli anni successivi.
Cosa fare per saperne di più, per fare memoria? Leggere. Vedere film. Guardare documentari. I libri suggeriti sono tanti, troppi per orientarsi con facilità, ma ci sono alcuni titoli ed alcuni autori imperdibili, ormai dei classici.
16 ottobre 1943: i libri da leggere
Ogni anno la bibliografia dei libri che hanno per oggetto la memoria di quanto accadde a Roma nell’ottobre del 1943 si accresce di nuovi titoli, e non è detto che per fare memoria sia indispensabile essere stati testimoni di quel tragico avvenimento: anche se col passare del tempo il numero dei sopravvissuti si fa sempre più esiguo, è importante che il compito della tradizione della testimonianza passi alle generazioni successive.
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Un libro uscito per Marsilio nel 2020, dal titolo molto incisivo Perché ci siamo salvati , è un dialogo molto intenso fra due diverse generazioni di famiglie della borghesia ebrea romana che riuscirono a salvarsi dalla razzia del 16 ottobre. I nazisti avevano pianificato la deportazione di massa degli ebrei romani, la più antica comunità ebraica europea, per dare un segnale definitivo della volontà di distruggere tutti gli ebrei del continente. Claudio Bondì e Stefano Piperno, cugini ormai settantenni, danno vita a questo dialogo epistolare, seguito da una lunga e coinvolgente postfazione che il figlio e nipote, lo scrittore Alessandro Piperno, firma con empatia e autorevolezza letteraria, di cui consiglio la lettura integrale.
La copertina del volume è una bella fotografia che ritrae i due protagonisti del racconto, Claudio e Stefano, sulla spiaggia di Santa Marinella nel 1947, appena quattro anni dopo quella pagina drammatica della storia cittadina, che produsse una ferita lacerante nel tessuto dell’intera città.
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Quei fatti sono raccontati dal testimone più autorevole del tempo, Giacomo Debenedetti, che descrisse la razzia in un libro memorabile uscito subito dopo la deportazione, 16 ottobre 1943 , edito dapprima da Sellerio e successivamente da Einaudi.
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La voce della storica Anna Foa ha accompagnato in queste ore i programmi di Rai Radio 3, raccontando ora per ora la deportazione degli ebrei romani, soprattutto vecchi, donne e bambini: gli uomini si erano nascosti e qualcuno riuscì a sfuggire alla implacabile rete di Herbert Kappler e delle sue truppe specializzate nella caccia agli ebrei.
Il racconto radio di Anna Foa è disponibile sul sito RaiPlay Radio a questo indirizzo
Per quanto riguarda Anna Foa, suggerisco la lettura del suo Portico d’Ottavia 13. Una casa del ghetto nel lungo inverno del ’43 (Laterza, 2013): una lavoro di storica, sì, documentato come conviene, ma pieno di storie umane, piccole, quotidiane, commoventi.
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Per chi non lo ricorda, suggerisco comunque la rilettura di Elsa Morante: ne La Storia, un capitolo è dedicato alla protagonista Ida, che si trova casualmente sul binario della stazione Tiburtina dove gli ebrei razziati sono stati già rinchiusi e piombati: i lamenti che escono dalle fessure ci toccano e interrogano ancora oggi.
Di seguito vi proponiamo in video la lettura di questo brano intenso del libro di Elsa Morante.
I libri da leggere sul 16 ottobre 1943 non si esauriscono certo in questi titoli. Tra gli altri, ricordo i romanzi di Lia Levi, come Una bambina e basta e Tutti i giorni di tua vita; La parola ebreo di Rosetta Loy, che spiega l’atmosfera della Roma degli anni della guerra e della dominazione nazista; e infine il bel romanzo di Francesca Romana De Angelis ambientato in quei giorni atroci: Per infiniti giorni.
Buone letture a tutti, con l’esortazione a fare memoria del passato lontano, ma in realtà molto vicino.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Rastrellamento del Ghetto di Roma: ricordiamo leggendo il 16 ottobre 1943
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