Le Emoji sono le faccine che accompagnano o sostituiscono i nostri commenti, rappresentano un’invenzione giapponese che nasce da due parole che nella lingua del Sol Levante significano immagine e carattere scritto. Questi simboli andarono a sostituire le emoticon, i segni grafici che riportavano a un’immagine pittografica, tra i quali il più usato era quello con la sequenza due punti, trattino e parentesi tonda 🙂 che, vista ruotando la testa, sembra richiamare una faccina che ride.
Il World Emoji Day (Giornata mondiale delle emoji) si festeggia il 17 luglio e riporta ai primi simboli creati da Shigetaka Kurita e che furono utilizzati sui primi collegamenti tra telefoni cellulari e internet. Oggi alle prime faccine che esprimevano felicità, rabbia o disappunto si sono aggiunti tanti altri simboli che, pian piano, riescono a costituire una sorta di linguaggio universale, come definito da qualcuno, una sorta di Esperanto digitale.
Alcuni simboli, come la manina alzata, sono utilizzati sulle piattaforme per gli incontri tra più persone che si effettuano via web, utilizzate con le applicazioni a supporto di GoogleMeet, su Zoom, e per tanti webinar e altre piattaforme. Così, quando l’amministratore di gruppi numerosi in videoconferenza, vede la manina alzata di un ospite a cui è stato silenziato il microfono, può attivarlo e dare la parola.
In alcuni casi le emoji sono utilizzate per esprimere il parere in un questionario, al punto che questi simboli escono dai social ed entrano a pieno titolo nella comunicazione quotidiana. Sintetici, efficaci, questi simboli hanno addirittura una propria emojipedia che consente di avere l’esatta interpretazione di ogni figura. Sembra però, per certi versi, di tornare al passato, perché, tra le prime forme di scrittura c’era proprio quella dei disegni che riproducevano oggetti, come le sequenze di pittogrammi trovate presso l’antica città sumerica di Uruk e da cui derivò la scrittura cuneiforme e i geroglifici dell’antico Egitto, anch’essi di tipo pittografico o ideografici (rappresentanti un oggetto o un’idea).
Speriamo che la fantasia umana arricchisca sempre più i pittogrammi e gli ideogrammi, cioè le nostre emoji, ma ci auguriamo altresì che non ci si dimentichi che la scrittura fonetica ha rappresentato uno scatto evolutivo importantissimo per il genere umano, consentendo di trasmettere in maniera più piena e ampia le parole, i sentimenti e ogni sfumatura delle espressioni umane.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il 17 luglio è la Giornata mondiale delle Emoji
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