50 anni di Hulk
- Autore: Gianluca Ferrari
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2012
Quello dell’unidimensionalità degli eroi dei fumetti è un luogo comune sul viale del tramonto. Finiti i tempi degli intrepidi senza macchia e senza paura, semi-dei in calzamaglia dalla condotta adamantina. Da che Marvel è Marvel, supereroi con superproblemi è stato il motto creativo che ha conferito spessore & credibilità ai personaggi delle strisce disegnate.
Metti un reietto come Hulk, il gigante verde in cui nessuno vorrebbe imbattersi quando va fuori dai gangheri: il suo passato traumatico e una personalità indubbiamente scissa ne fanno un discendente “alto” (in ogni senso) dello schizofrenico Jekill/Hyde; la sua mostruosità tormentata un Frankenstein riveduto e corretto per la (post) modernità.
Hai voglia di convincerti che i fumetti sono roba da ragazzi, letteratura di serie B: al cospetto di Robert Bruce Banner che perde le staffe e si trasforma nell’incredibile Hulk siamo dentro fino al collo al giornaletto diventato adulto, e dunque suggestionante, fratto, dialettico, atipico. Leggete cosa pensa a tal proposito Gianluca Ferrari, nel suo poderoso/sontuoso (data la mole del personaggio non sarebbe potuto essere altrimenti) “50 anni di Hulk” (Edizioni Il Foglio, 2012):
“Hulk è perennemente infuriato, anche se il più delle volte lo è per una giusta causa: il problema è che l’ira, se mal gestita porta con se conseguenze negative. Ciò che lo rende davvero interessante è il suo conflitto interiore, il dilemma di Banner di convivere con il suo alter ego bestiale. Né Superman o Batman vivono conflitti interiori, lo stesso Spider Man prova un senso di colpa per la morte dello zio Ben ma è ben conscio di quello che fa e delle motivazioni alla base delle sue azioni. Il nostro è decisamente atipico per la sua moralità ambivalente che lo contraddistingue per ciò che è: un personaggio estremamente complesso, mai uguale a se stesso (…) Lo si può amare per tanti motivi: c’è chi trova catartico vederlo in azione e chi, invece, si affida ad autori, in grado di proporre storie e personaggi tridimensionali, dalla forte vena introspettiva”.
Parole grosse? Affatto e se avrete modo di addentrarvi tra le quasi 400 pagine che Ferrari dedica all’epopea del gigante verde (Bruce Banner pesa 60 kg per 1,78 m. di altezza, per Hulk le dimensioni variano sulla base delle scelte creative dei diversi autori) finirete col convincervene da voi.
Più che una mera guida per appassionati, "50 anni di Hulk" è un libro a tutto tondo: emozionante, appassionato, puntualissimo, in cui è possibile rintracciare tutto - ma proprio tutto - ciò che riguarda il microcosmo hulkesiano - fumetto per fumetto genesi, evoluzione, sviluppo tic, dilemmi, amici e nemici, teoria e prassi del personaggio - e togliervi, dunque, non poche curiosità. Sapevate, per esempio, che la prima versione del “mostro” era colorata in grigio per evitare ogni rimando ai colori della pelle e dunque eventuali ricadute razziali? E che il nome del suo alter ego “normale” - Robert Bruce Banner - nasce dalla smemoratezza di Stan Lee (il suo creatore, con Jack Kirby) che, nei dialoghi, spesso scriveva Bob al posto di Bruce? (ai lettori che glielo fecero notare disse che il primo nome di Banner era Robert, di cui Bob è diminutivo). Fidatevi: non sono che un paio di esempi di ciò che vi aspetta tra le pagine di questo volume, caldamente consigliato ai lettori allo stato di veglia, prima ancora che ai fan della "Carcassa" più forte del mondo (Hulk, letteralmente, significa carcassa).
50 anni di Hulk
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