Continua il nostro viaggio letterario nella canzone d’autore italiana con i tormentoni dell’estate. Vi proponiamo l’analisi linguistica di Abbronzatissima di Edoardo Vianello, un grande successo degli anni Sessanta che cantiamo ancora oggi.
“A A Abbronzatissima” è stata una delle colonne sonore dell’Italia del boom economico, specchio di una nazione spensierata che godeva di un rinnovato benessere e si crogiolava nella prospettiva di un presente senza ostacoli né pensieri.
Noto brano della canzone leggera italiana, Abbronzatissima è uno dei maggiori successi di Edoardo Vianello; ma forse non tutti sanno che dietro questo testo c’è l’arrangiamento di un grande compositore quale Ennio Morricone. Si scatenò persino una specie di diatriba tra i due, Vianello e Morricone, in quanto il compositore sosteneva che quel salto d’ottava iniziale che caratterizzava l’A-A di Abbronzatissima fosse in realtà una sua invenzione e che Vianello l’avesse copiato da una sua canzone. La questione andò avanti, anche se in maniera amichevole, per anni: Vianello sosteneva che Morricone avesse ancora quella “spina nel cuore”, nonostante l’arrangiamento, dopotutto, l’avesse fatto lui.
L’apporto di Morricone ci permette anche di prendere atto della complessità testuale di Abbronzatissima, un successo che dura ancora oggi, divenuto ormai parte integrante dell’identità italiana: il Maestro infatti sosteneva che fosse più complesso comporre “canzonette”, creare cioè un motivetto facilmente riconducibile a un’idea e quindi ricordabile. A-A Abbronzatissima senza dubbio ci riporta immediatamente alla melodia dell’estate, soprattutto ai colori pastello da cartolina dell’Italia degli anni Sessanta dove il sogno si confonde con la malinconia di un tempo perduto, eppure ancora presente nel ricordo.
Fu lanciata nell’estate del 1963 dall’etichetta discografica RCA Italiana nell’album Io sono Edoardo Vianello. Sarebbe stata in cima alla classifica per oltre due settimane, vendendo oltre 6 milioni di copie.
Il suo successo dura tuttora, ormai non è più una canzone, ma un fenomeno di costume, scopriamo perché attraverso un’analisi linguistica del testo.
“Abbronzatissima” di Edoardo Vianello: testo
A A Abbronzatissima
Sotto i raggi del sole
Come è bello sognare
Abbracciato con teA A Abbronzatissima
A due passi dal mare
Come dolce sentirti
Respirare con meSulle labbra tue dolcissime
Un profumo di salsedine
Sentirò per tutto il tempo
Di questa estate d’amor
Quando il viso tuo nerissimo
Tornerà di nuovo pallido
Questi giorni in riva al mar
Non potrò dimenticarA A Abbronzatissima
Sotto i raggi del sole
A due passi dal mare
Abbracci...
“Abbronzatissima” di Edoardo Vianello: la canzone
“Abbronzatissima” di Edoardo Vianello: un’analisi linguistica
Abbronzatissima presenta un testo dalla costruzione formale impeccabile: ci sono rime, assonanze, inversioni sintattiche a effetto e, soprattutto, vi ritroviamo incastonati - con una perfezione formidabile - tutti i cliché legati all’estate italiana. Ci sono i raggi del sole, il mare e il profumo di salsedine che subito ci calano nell’atmosfera estiva, uniti poi alle sensazioni suscitate da questo paesaggio paradisiaco con un richiamo fortemente sinestetico: il “viso tuo nerissimo”, che rimanda alla metamorfosi causata dalla prolungata esposizione al sole e a un’immagine di benessere. Ci sono poi le circostanze di “un’estate d’amore”: gli abbracci in riva al mare, le passeggiate insieme, i respiri degli amanti che si confondono tra loro nonostante - nella pudicizia dei primi anni Sessanta - non ci sia alcun rimando a dei baci, ma soltanto ad abbracci. L’allusione al bacio però, badate bene, è presente in ogni strofa della canzone, “Com’è dolce sentirti/respirare con me”, questo contribuì a fomentare il suo successo: Abbronzatissima comprendeva e alimentava quell’ineliminabile riflesso erotico presente nella stagione estiva, era una canzone che faceva riferimento ai corpi, focalizzata sui corpi sin dal titolo che presenta, in fondo, l’allusione a un corpo di donna abbronzato e - si presume - in costume. Abbronzatissima rendeva tangibile l’immaginario erotico degli italiani e lo accompagnava a un ritmo irresistibile da filastrocca, a partire dall’effetto solfeggio ritmico iniziale A-A Abbronzatissima, che del resto caratterizzava molti brani musicali di quel periodo. L’estate, del resto, è la stagione del ritmo, ai suoi tormentoni si richiede, in primo luogo, ripetizione e orecchiabilità.
La canzone poi presenta una perfetta chiusa da cartolina, siglata da “Abbracci...”: a questo punto il brano era pronto per essere inviato a milioni di italiani in partenza per le vacanze. Affrancata e spedita, Abbronzatissima aveva tutte le caratteristiche necessarie per diventare una canzone popolare: leggera, orecchiabile, con un ritornello breve che presentava un richiamo all’estate esplicito e travolgente. Pensavi estate e dicevi “A-A Abbronzatissima” che, con spensieratezza funambolica, annunciava la prima metamorfosi della stagione del sole: ovvero la pelle che cambia colore e dimentica il pallore malato dell’inverno. Abbronzatissima fa leva su questa ricercatezza testuale, combinata attraverso l’uso di parole fresche, vivaci, vitali che richiamano la golosità di un ghiacciolo e il profumo inebriante di una crema solare al cocco. La canzone contiene i suoni, i colori e, soprattutto, gli odori dell’estate in una combinazione irresistibile e avvolgente.
Sin dall’incipit, musicalmente studiato, il testo cantato da Edoardo Vianello conteneva una promessa destinata ad avverarsi: l’estate porterà colore sui nostri volti, porterà libertà, benessere, amore e gioia. Era un sogno che tutti sognavano e che, magicamente, pare avverarsi nell’eterna ripetizione annuale delle ferie d’agosto.
“Abbronzatissima” di Edoardo Vianello: il significato di un fenomeno di costume
Trascinati da quel “A-A Abbronzatissima” gli italiani caricavano le auto di bagagli sino all’inverosimile - le immagini delle Cinquecento schiacciate dalle valigie e i borsoni hanno fatto storia - pronti ad affrontare l’esodo estivo verso la villeggiatura d’agosto. Cartoline dai colori pastello e pubblicità della Coca cola, quando si correva sulla sabbia bollente per giocare con le biglie e si prendeva il sole senza protezione solare fino al tramonto. Nelle spiagge libere gli altoparlanti diffondevano a tutto volume Abbronzatissima, insieme a Stessa spiaggia stesso mare e Viva la pappa col pomodoro: vivacità e assonanze erano le cifre stilistiche dei ritornelli estivi. Gli italiani intanto colonizzavano le spiagge, si piantavano lì fissi con sdraio e ombrelloni, per pranzo tiravano fuori vaschette di melanzane alla parmigiana e insalate di riso: il bagno solo dopo la digestione si raccomandava ai bambini che, imbronciati, tenevano il muso, pronti poi a buttarsi in acqua alla minima distrazione di nonni e genitori. Intanto gli innamorati si sbaciucchiavano stretti nel segreto afoso delle cabine mare, mentre i più anziani ingannavano l’arsura con interminabili partite a carte disputate all’ombra della pineta. Le ragazze portavano costumi interi e attillati, frangette bombate e capelli a caschetto, secondo la moda dell’epoca: indossavano cuffie e cerchietti e foulard dai colori sgargianti e stavano distese al sole per ore per conquistarsi l’agognata tintarella che le avrebbe rese più belle.
Abbronzatissima era il ritratto di questa Italia: un’Italia che sperava e ancora credeva nel futuro, l’Italia della villeggiatura ad agosto per due settimane intere, l’Italia che nel Ferragosto si fermava tutta e le città parevano svuotate da un’apocalisse. Alle vacanze si chiedeva solo una cosa: di essere interminabili e senza pensieri, leggere e orecchiabili come un ritornello facile da ricordare.
Il brano subito divenne richiestissimo: eseguito dalle orchestre, ballato nei salotti televisivi, recitato nei saggi di fine anno. Era un testo che si adattava agli italiani di ogni età: quel A-A Abbronzatissima faceva impazzire adulti e bambini. Fu subito “Disco dell’estate” e, poi, fenomeno di costume. Il trucco risiedeva nell’arrangiamento di Morricone, una melodia povera che tuttavia possedeva una struttura musicale autonoma.
Abbronzatissima si tiene in piedi anche soltanto grazie al magistrale ritornello, ma il vero tocco da maestro sta nel salto d’ottava dell’incipit - di chi sia stata davvero l’idea non importa, ancora oggi cantiamo A-A Abbronzatissima sognando un’estate da cartolina, un’estate classica dai colori pastello, analogica in stile polaroid, come oggi ormai “non si usano più”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Abbronzatissima” di Edoardo Vianello: un’analisi linguistica della canzone dell’estate
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