Aden Arabia
- Autore: Paul Nizan
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
Il viaggio è diventato parte di noi stessi dalla fine del secolo scorso.
Prima era una prerogativa di pochi, ricchi o avventurieri, poi si è diffuso, perdendo, però, nel suo allargamento la verità del suo essere speciale.
“Non c’è una specie di viaggi che abbia valore: quello diretto verso gli uomini. E’ il viaggio di Ulisse.” (Pag. 131)
Prima cercavano gli uomini e di riflesso noi stessi, ora ci si muove per mille motivi: tutti fasulli.
Paul Nizan, personaggio emblematico, ribelle in tutti i sensi, anticonformista - anche per le accuse rivoltegli di essere stato una spia della polizia - con un linguaggio arrabbiato ed idrofobo scrive Aden Arabia (pubblicato nel 1931, riproposto da Mondadori nel 1996).
Comunista verace, porta nella sua letteratura uno sdegno fortissimo.
Nel romanzo il capitalismo è identificato con il Signor C., al quale scaraventa accuse violente e crudeli, ma giuste.
Il Signor C. è uno speculatore, approfittatore e sfruttatore di persone, che accumula ricchezza e denaro, per il solo piacere di farlo. La sua è una perversione: è l’attività dello sfruttamento a concedergli godimento.
Paul Nizan combatte la sua privata guerra contro il capitalismo, affrontando un disagio diverso, molto profondo e personale. E’ sia un malessere giovanile, sia uno scontro energico contro il mondo esterno sempre di matrice generazionale.
“Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita.
Tutto congiura per mandare il giovane alla rovina: l’amore, le idee, la perdita della famiglia, l’ingresso tra gli adulti. E’ duro imparare la propria parte nel mondo.” (Pag. 53)
Non c’è speranza di guarigione, il dolore è acuto e vivo.
Tutto lo infastidisce, le brutalità dell’affarismo ma soprattutto la falsità intellettuale, il mondo dove è cresciuto, quello dell’Ecole normale.
Spietato con la scuola, secondo lui c’è un legame indissolubile fra intellettuali e capitalismo, un’associazione a delinquere:
“La borghesia ingrassa i suoi intellettuali nelle stie perché non siano tentati di amare il mondo” (Pag. 57).
Il sogno lentamente si esaurisce e l’avventura araba ha la sua fine.
D’altronde se si cerca di fuggire dal disagio, o peggio, se al viaggio si danno delle aspettative superiori, il desiderio non realizzato genererà come frutto un’alienazione superiore.
Riporterà a casa una maggiore ira rispetto a quella della partenza. Percorrere tanta strada, affrontare un mondo diverso gli daranno un risultato inaspettato: conoscere meglio la Parigi da cui era partito, ma Parigi aveva compiuto lo stesso pellegrinaggio dentro di lui.
Avrebbe dovuto prima affrontare se stesso e poi pensare a salvare l’universo.
Nella letteratura di Paul Nizan, Marx e Freud si incontrano.
La scrittura utopica si trasforma in ribellione aperta.
Il suo linguaggio duro e aspro rappresenta un pensiero e un mondo altrimenti indescrivibile.
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Libro stupendo ben spiegato da una recensione eccellente.
Paul Nizan fu uno scrittore ricordato per una sola frase che avrebbe meritato una sorte migliore.
La prefazione di Jean Paul Sartre è un gioiello nel gioiello.