

La coscienza delle piante
- Autore: Nikolai Prestia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2024
Nato in Russia, Nikolai Prestia è stato adottato da una famiglia siciliana ancora piccolo e si è laureato in giurisprudenza all’Università di Siena. Ha già pubblicato un romanzo con Marsilio e torna in libreria con La coscienza delle piante (Marsilio, 2024), segnalato per lo Strega 2025, il suo secondo romanzo, e credo in parte sia autobiografico.
Una grande sensibilità emotiva caratterizza lo stile del racconto che fa in prima persona Marco, ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale Gemelli di Roma per un grave attacco di panico. Nella lunga notte del ricovero, dopo che gli sono stati concessi sedativi e stabilizzanti, Marco riceve la visita di uno psicologo, con il quale intrattiene un rapporto di fiducia tanto da indurlo, con un ultimo pacchetto di sigarette in mano (la decisione è di smettere), a ripercorrere il cammino che lo ha portato al ricovero d’urgenza, in preda a una crisi di nervi spaventosa la cui gravità neppure lui è capace di accettare. Lunga la notte, lungo il racconto che Marco riesce a fare, ricostruendo le varie fasi del suo disagio, divenuto un’importante patologia psichica: l’infanzia serena in Calabria con i genitori, una madre bella e amatissima, un padre autoritario e un nonno fumatore ma molto vicino al ragazzo e poi la decisione di lasciare il nido accogliente per andare a studiare a Siena, facoltà di giurisprudenza.
Seguono i primi anni facili, studio, buoni voti, tappe rispettate, vita tranquilla, vacanze in Calabria, visite della madre piena di salumi e altre leccornie. Ma ecco che dopo un esame andato male comincia una crisi che porta Marco impercettibilmente a un declino psichico; comincia con una bugia, prosegue con l’illusione di farcela a recuperare, invece la fobia della sconfitta lo porta a non affrontare più i libri, il professore, gli orari e le scadenze. Nascondendo tutto a casa, dove la madre è morta improvvisamente, comincia una vita parallela di menzogne, di fughe, di vita sregolata, birre, tranci di pizza e interi pacchetti di sigarette, nonché ansiolitici senza controllo.
Il tema che lo scrittore affronta in pagine sempre più angosciose è quello delle attese tradite, dell’ansia da prestazione, dell’incapacità di confrontarsi con la sconfitta, del terrore di dire la verità a un padre che lo sta mantenendo, convinto di avere un figlio modello, quello da esibire in paese, il primo laureato della famiglia, il campione di cui andare fiero. Un tema, questo dell’inadeguatezza ai modelli schiaccianti, che coinvolge molti più giovani di quanto si pensi, malgrado le cronache siano costrette a occuparsi dei suicidi di troppi ragazzi che per un brutto voto a scuola, per una sconfitta universitaria, per pretesti legati alla performance non rispettata si tolgono la vita.
Nella seconda parte del romanzo, la più drammatica e più realistica, la famiglia di Marco si riscatta: padre e nonno del giovane uomo distrutto comprendono quanto sia importante il loro ruolo nella ricostruzione della personalità del ragazzo, quanto sia importante ricostruirne la fiducia, fatta di affetto, di accoglienza e accettazione della sua grande fragilità. La storia della terapia psichiatrica di una notte è solo simbolica, ma non per questo meno efficace e interessante anche dal punto di vista sociologico.
La dedica posta in esergo dall’autore
A chi accetta di essere umano, alle debolezze, ai fallimenti, ai sogni e ai brindisi, allo stesso modo
dice molto sul contenuto di fantasia del romanzo, ma anche della sua profonda sostanza umana. La coscienza del titolo richiama il titolo sveviano, La coscienza di Zeno, come pure la presenza dell’impegno a fumare l’ultima sigaretta, contribuendo alla letterarietà del testo di Nikolai Prestia; il libro è stato proposto per il premio Strega da Daniele Mencarelli, che di disagio psichico ne sa molto.

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