Afferrare un’ombra. Vita di Jim Thorpe
- Autore: Tommaso Giagni
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2023
In questo libro interessante, Afferrare un’ombra. Vita di Jim Thorpe ( minimum fax, 2023) di Tommaso Giagni, si racconta la storia leggendaria di un uomo, il nativo americano Jim Thorpe, proveniente dalla nazione indiana Sax e Fox, che nacque in una specie di capanna, una log cabin, nel maggio 1887.
Un ragazzo che crescerà nei suoi primi anni discriminato, un red man, dopo la morte del padre e poi del fratello gemello Charles.
Quest’uomo dal fisico possente e dalle qualità atletiche assolutamente straordinarie, attraverserà la storia dello sport statunitense, riuscendo a primeggiare in tutte le discipline: corsa, salto in alto, football americano, baseball. Studia alla Carlisle Indian Industrial School, dove lo hanno soprannominato “Libbling”, Il Pagliaccio. Ma la sua carriera prodigiosa, quello che lo farà considerare “il più grande atleta del mondo”, avrà il suo acme nelle Olimpiadi del 1912, in Svezia.
Parte per Stoccolma sulla nave SS Finland, dal porto di New York, proprio nell’anno in cui è affondato il Titanic, che quindi rende ansiosa e preoccupata l’intera squadra olimpica, che un giornalista ha soprannominato “Argonauti d’America”.
Le Olimpiadi moderne, volute da Pierre De Coubertin, vorrebbero unire vecchio e nuovo continente: purtroppo invece gli Stati Uniti sono un paese diviso, al loro interno afroamericani, nativi, ebrei non sono considerati come gli altri atleti, malgrado la loro indubbia bravura.
Ci sono pochissime donne a gareggiare, appena una cinquantina, due soli giapponesi, e viene introdotto il baseball americano per la prima volta.
Jim Thorpe vince la gara di salto in alto, quella dei 110 a ostacoli, si impone nel Decathlon, lancia disco, giavellotto, e soprattutto batte tutti nella gara durissima dei 1500 metri.
Il re Gustavo V di Svezia lo premia con la medaglia d’oro per il Pentathlon, e gli dice pubblicamente:
“Sir, siete il più grande atleta del mondo.”
Negli anni successivi, quando la sua vita avrà risvolti anche tragici, dichiarerà che quello era stato:
“Il momento che mi ha reso più orgoglioso nella mia vita.”
E in effetti la vita di questo atleta così talentuoso verrà attraversata da una serie di avvenimenti e di situazioni incresciose. La sua medaglia d’oro verrà ritirata, non sarà considerato un vero cittadino americano, in un clima di razzismo nei confronti di neri e red men.
Malgrado avesse incontrato all’Accademia di West Point Dwight Eisenhower, futuro vincitore della Seconda guerra mondiale in Europa e poi Presidente repubblicano per due mandati, benché avesse combattuto anche lui nella guerra di Corea, anche se aveva incontrato i più rappresentativi personaggi della società statunitense, fu sempre tenuto a margine per la sua origine indiana.
Eccolo attore a Hollywood con i più grandi registi e attori, eccolo invece povero e desolato, in fasi alterne della sua vita.
Sposato tre volte, padre di molti figli, morirà nel 1953. La sua terza moglie, Patricia Askew, durante il funerale pretenderà un trasferimento del corpo del marito, su cui lei vuole guadagnare, vendendolo al maggior offerente che si offrirà di seppellirlo nella propria città.
Alla fine il luogo di sepoltura sarà “Jim Thorpe, Pennsylvania”, un posto dove lui non era mai stato.
Tommaso Giagni ripercorre tutta la lunga e complicata vita di questo eroe moderno poco noto in Italia, in un libro denso di storia, memoria, contraddizioni della democrazia americana, dove la ricerca del successo e della felicità vengono spesso contraddette da un razzismo che non muore mai.
Una citazione appropriata di Norman Mailer, lo scrittore anticonformista per eccellenza della letteratura americana, dice “Il corpo di un atleta professionista fa parte del capitale di una squadra”: in contraddizione palese con la sottrazione della medaglia d’oro vinta sul campo, con la scusa che Jim Thorpe aveva gareggiato in passato per soldi. Un libro documentato, interessante, molto critico con un mondo sportivo che sfrutta gli outsider, neri o rossi, ebrei o stranieri, incapace di sentirli propri figli davvero.
Afferrare un'ombra. Vita di Jim Thorpe
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