Alba de Céspedes è stata anticipatrice di una rivoluzione. Scrittrice controcorrente, negli anni in cui l’Italia era dominata dal giogo della dittatura fascista, seppe presentare attraverso i suoi libri la visione di un “nuovo femminile” che oggi appare straordinariamente contemporaneo. De Céspedes rende le donne protagoniste assolute dei suoi romanzi e racconti rivendicando la liberazione da una società prettamente patriarcale in netto anticipo sui tempi.
La scrittrice italo-cubana si è resa portavoce di donne che pensano, donne che scrivono, donne che leggono e così affermano la propria statura intellettuale; ed è andata oltre, presentando donne che si ribellano attraverso il corpo, che compiono adulterio senza pentimento rompendo la concezione “sacra” del matrimonio così cara alla società borghese di metà Novecento.
Oggi leggiamo di Alessandra Corteggiani, di Valeria Cossati e di Xenia, Augusta, Emanuela, Valentina, Vinca, Anna sentendo con ciascuna di queste protagoniste un rapporto stretto di sorellanza, un legame quasi consanguineo perché ciascuna di loro è dotata di un’intelligenza cristallina, di una propria ferrea volontà, di un cuore palpitante il cui battito travalica le epoche risuonando con un ritmo incessante nei nostri timpani.
Sulle pagine scritte, De Céspedes ha messo la realtà della vita in tutta la sua scarna evidenza mostrando pure la cruda verità che “l’arte letteraria” tendeva a censurare: ci parla di matrimoni avvelenati dalla gelosia o adombrati dalla reciproca indifferenza, di desideri inconfessabili, di ragazze sole che cercano da sé il proprio posto nel mondo.
Le eroine presentate nei suoi romanzi sono fatte di carne e sangue e di un intelletto fino, giungono sino ai giorni nostri rompendo lo schermo labile della finzione per dimostrarci che la ribellione è sempre possibile, che “essere donna” è una sfida coraggiosa e affascinante che non conosce attimi di noia o cedimento, ma che ciascuna di noi è chiamata ad affrontare facendo risplendere la propria luminosa essenza. Attraverso la sua penna lirica e misurata l’autrice ci porta a vedere nel profondo delle cose, riscoprendone l’intimità più nascosta, indagando le molteplici sfumature dei sentimenti. Nulla è mai come sembra e questo De Céspedes lo insegna attraverso la sua scrittura rivelatoria, ponendo in essere la necessità di guardare in faccia la propria infelicità e provare a riscattarla: questo vale per tutti i suoi protagonisti, donne e uomini, travolti nell’impetuoso turbine della vita.
A lungo la scrittura di Alba de Céspedes è stata consegnata all’oblio; il suo nome depennato dalle antologie scolastiche e universitarie, oppure occultato dalle scrittrici novecentesche più celebrate come Elsa Morante, Grazia Deledda, Natalia Ginzburg. Si tendeva a relegare la sua produzione a una certa “letteratura femminile” di maniera, una “scrittura per donne” ammantata di sentimentalismo, benché non potesse essere più distante da quella visione. Con rammarico l’autrice stessa ammetteva in una lettera all’amica Laura Lilli:
In Italia gli uomini si vergognano a leggere una donna.
Sono trascorsi molti anni ma l’amara verità diagnosticata nel secolo scorso dalla scrittrice non è cambiata: certo, stiamo facendo dei passi avanti, ma su una “donna che scrive” continua a perdurare la patina della “narrativa sentimentale” che tende a opacizzare il valore della sua opera.
Oggi però, in Italia, De Céspedes è tornata a essere di diritto un’autrice di culto, addirittura più amata delle scrittrici contemporanee. La sua rivoluzione continua ad attuarsi nella contemporaneità ogni volta che una giovane lettrice si approccia a un suo libro, scoprendo così che i suoi pensieri appartengono all’universale e di avere anche lei diritto alla “stanza tutta per sé” di woolfiana memoria perché possiede una voce che merita di essere udita.
Scopriamo la vita e le opere di Alba de Céspedes.
Alba de Céspedes: la vita
Fu il padre, Carlos Manuel de Céspedes y Quesada, a chiedere ad Alba una solenne promessa: che non mai avrebbe, per nessun motivo, smesso di scrivere. Lo chiese alla figlia sul letto di morte, nel 1939, come sua ultima volontà. “È il tuo destino”, le disse, con una preveggenza sconcertante. Lei, per fortuna, fu fedele alla parola data.
Alba de Céspedes era nata a Roma l’11 marzo 1911, figlia dell’ambasciatore cubano in Italia Carlos Manuel de Céspedes e della nobile romana Laura Bertini Alessandrini. Bilingue fin dalla nascita, Alba parlò per tutta la vita sia italiano che spagnolo ma apprese anche le principali lingue europee, come il francese, il tedesco e l’inglese. Scrisse prevalentemente in italiano e in francese, come testimonia l’ultima parte della sua produzione letteraria. Ebbe un’ottima educazione grazie alla sua origine benestante, non solo scolastica, ma a tutto tondo: la famiglia de Céspedes era politicamente impegnata, animata da una solida convinzione progressista e antifascista.
Alba stessa fu partigiana, militò con il nome fittizio di Clorinda (la celebre donna guerriera narrata dal Tasso nella Gerusalemme Liberata), fu voce sovversiva di Radio Bari nella trasmissione “L’Italia combatte” e autrice di diversi articoli militanti pubblicati sui principali quotidiani nazionali. De Céspedes invitava le donne a combattere la propria battaglia contro il fascismo attraverso una ribellione ferma ma silenziosa, fatta di piccoli, indispensabili gesti. Diceva loro, ad esempio, di cucire stoffe per i soldati, di ritardare l’invio di un messaggio, di boicottare il regime, insomma, con ogni mezzo. Nei suoi interventi dimostrava che la la libertà era una lotta dura, faticosa, ma soprattutto quotidiana.
La vita privata di De Céspedes riflette quelle che furono le tappe cardine della sua produzione narrativa. A soli 15 anni fu data in sposa al più anziano conte Giuseppe Antamoro dal quale ebbe il suo unico figlio, Franco.
Poco più che ventenne si separò dal marito, un periodo che curiosamente coincide con i suoi brillanti esordi di scrittrice. Esordì nel 1934 con un racconto pubblicato sul Giornale d’Italia, dal titolo Il dubbio. Quel primo testo fu contrassegnato dalla firma anonima di A. De Céspedes. Sarebbe stato quello l’embrione della raccolta di racconti L’anima degli altri, il suo primo libro. Il suo nome iniziava a girare, Alba veniva contattata da diversi giornali e riviste che le proponevano collaborazioni. Appena tre anni dopo sarebbe giunto il successo internazionale con il clamoroso bestseller Nessuno torna indietro (1938) che fece conoscere il suo nome anche all’estero. Il romanzo fu oggetto di un caso di censura nell’Italia fascista: il regime voleva mandare il libro al macero, ma grazie all’appoggio incondizionato dell’editore Mondadori le copie continuarono a circolare, sebbene con contenuti in parte appianati ed edulcorati.
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Ormai autrice di fama De Céspedes scrisse con fervore per tutta la vita, animata da una ferrea determinazione e da una certa pignoleria che la costringeva a rivedere in ogni dettaglio ogni parola scritta, lavorando sino a notte fonda, scrivendo e riscrivendo finché l’elaborato finale non le pareva perfetto. Diresse la rivista letteraria Mercurio, alla quale collaborarono nomi illustri della letteratura internazionale come Alberto Moravia, Ernest Hemingway, Sibilla Aleramo, Maria Bellonci.
Negli anni Quaranta del Novecento iniziò a redigere una rubrica per il settimanale Epoca intitolata Dalla parte di lei. Da quegli scritti avrebbe tratto origine il suo romanzo più famoso], pubblicato con il titolo omonimo nel 1949.
Negli ultimi anni della sua vita visse a Parigi, dove pubblicò La bambolona (1967) e scrisse, in lingua francese, Sans autre lieu que la nuìt (1973) e una raccolta di poesie.
Iniziò a scrivere un ambizioso romanzo storico, Con gran Amor, che si proponeva di raccontare l’epopea della sua famiglia intrecciandola alla rivoluzione cubana. Non riuscì mai concluderlo. Alba de Céspedes si spense a Parigi il 14 novembre 1997, all’età di ottantasei anni. Il suo ultimo libro, rimasto incompiuto, sarà pubblicato in un’edizione dei Meridiani Mondadori dedicata alla sua opera uscita nel 2011, in occasione del centenario della sua nascita.
Alba de Céspedes: le opere
- L’anima degli altri (1934)
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La prima raccolta di racconti di Alba de Céspedes è stata pubblicata in Italia da una casa editrice indipendente romana, Cliquot, nel 2022 grazie a un accordo con gli eredi della scrittrice ha restituito ai lettori italiani i suoi primi venticinque racconti dopo ben ottantasette anni di oblio. L’anima degli altri è un tassello imprescindibile per scoprire la produzione di De Céspedes: in ciascuna di queste storie possiamo trovare un’anticipazione dei suoi grandi romanzi e la straordinaria potenza di una grande voce autoriale ancora agli albori.
Recensione del libro
L’anima degli altri
di Alba de Céspedes
- Nessuno torna indietro (1938)
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Protagonista di un clamoroso caso di censura nel 1938, Nessuno torna indietro è il libro che ha consegnato De Céspedes al successo internazionale. Attraverso le voci corali di un gruppo di otto ragazze di un collegio romano la scrittrice aveva dato voce a una nuova visione di femminilità, libera e indipendente, che apparve indigesta al regime fascista. Le otto “piccole donne” narrate da De Céspedes furono le antesignane di una rivoluzione che, oltre ottant’anni dopo, non è ancora compiuta. Xenia, Vinca, Augusta, Valentina, Anna, Emanuela e le altre sono ragazze che cercano la loro strada e sono determinate a trovarla oltre alle convenzioni, oltre i ruoli imposti dalla società, oltre l’apparenza. Per la prima volta veniva proposto alle lettrici italiane un finale inatteso che si concludeva con il matrimonio della protagonista, ma con un palese richiamo alla libertà.
Recensione del libro
Nessuno torna indietro
di Alba de Céspedes
- Dalla parte di lei (1949)
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Pubblicato nel 1949, Dalla parte di lei è considerato il capolavoro letterario di De Céspedes. La storia di Alessandra Corteggiani presentava al pubblico un nuovo modello femminile e rompeva i tabù sulla disparità di genere. Quella che dal principio viene presentata come “la storia di un amore e di un delitto” si rivela essere, infine, una rivolta di genere. Attraverso la sua protagonista De Céspedes attuava la presa di coscienza femminile nei confronti di una società strettamente patriarcale che poneva le donne all’ombra della storia.
Il delitto inaudito compiuto da Alessandra Corteggiani è una rivendicazione metaforica, come dichiarò la stessa De Céspedes nel corso di un’intervista:
L’uomo che la mia protagonista uccise (...) la uccideva giorno dopo giorno, uccidendo in lei le più care speranze, i più elevati ideali- e compiva così, impunito e anzi difeso dalla legge – un lento delitto morale.
Recensione del libro
Dalla parte di lei
di Alba de Céspedes
- Quaderno proibito (1952)
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Pubblicato per la prima volta nel 1952, Quaderno proibito propone il formato rivoluzionario del diario. A scrivere è una donna di classe media impegnata in un anonimo e abitudinario lavoro d’ufficio, il suo nome è Valeria Cossati. Attraverso l’atto della scrittura Valeria compie la propria ribellione, senza rendersene conto, uscendo dallo schema pre-impostato del ruolo di donna moglie e madre che la società le incolla addosso.
La scrittura è il vero “spazio proibito” nel quale Alba de Céspedes situa la presa di coscienza, la consapevolezza di sé della propria protagonista. Quelle parole, scritte nel silenzio di una stanza sul far della sera, rappresentavano il principio di una decisiva presa di coscienza femminile e femminista. Tutte le rivoluzioni, del resto, iniziano nel buio e nel silenzio risplendendo come la scintilla originaria di un’idea destinata a infiammare le coscienze. Rendendo manifesta la vita interiore della sua protagonista, attraverso l’espediente narrativo della forma diaristica, Alba de Céspedes dimostrò a tutte le donne ciò di cui erano capaci. Dimostrò loro che avevano una voce e un’identità individuale ed erano chiamate ad esprimerla in tutta la sua pienezza senza pudore e senza remore.
Recensione del libro
Quaderno proibito
di Alba de Céspedes
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Alba de Céspedes: vita e opere della scrittrice schierata “Dalla parte di lei”
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