Alda Teodorani è nata a Massalombarda in provincia di Ravenna, vive e lavora a Roma dove sono
ambientate molte delle sue storie. Si è occupata di cinema, sceneggiature, traduzioni, anche fumetti.
È conosciuta ai più per la sua attività di scrittrice di racconti e romanzi horror. Ha pubblicato
racconti in moltissime prestigiose antologie per Mondadori, Einaudi, Stampa Alternativa. Molti
sono i suoi romanzi divenuti veri e propri cult. Tanto per citarne qualcuno: ‘Giù, nel delirio’
(Granata Press), ‘Sesso col coltello’ (Stampa Alternativa), ‘Belve’ (Addictions) fino ad arrivare
a ‘Bloody Rainbow’ (Halley), un florilegio di riflessioni sull’amore, di interviste e saggi, di
sceneggiature per fumetti e per il cinema, frammenti che hanno arricchito la sua lunga e fruttuosa
carriera.
Alda, intanto ti do il benvenuto a quella che non sarà la solita intervista chilometrica, ma solo
4 chiacchiere contate.
- Prima chiacchiera: Possiamo dire che sei una donna un po’ atipica? La tua più grande
passione non è la cucina o la moda o lo shopping, ma di mestiere scrivi storie noir tinte di
eros. Qual è stato, nel corso degli anni, il tuo rapporto con gli uomini? Ti ha penalizzato il tuo
mestiere? Hanno mai avuto un po’ paura di fare la fine di qualche tuo protagonista?
Già il fatto che scrivo e che ho fatto della scrittura la mia vita mi colloca in una posizione sui
generis. Il fatto che i miei gusti siano diversi da quelli tipicamente femminili è conseguente, anzi se
devo dire la verità ho più interessi in comune con gli uomini. Ho avuto un lungo e profondo legame
con uno scrittore: ci siamo aiutati a vicenda per affrontare sfide davvero difficili, e siamo tuttora
legati da una grande amicizia.
È normale che davanti a una persona che ha un carattere così forte, che non rinuncia mai ai suoi
ideali un uomo si trovi intimidito. Un amico una volta mi disse: “non è facile fare i conti con te e
con il tuo rigore morale”. Fare la stessa fine dei miei personaggi? Forse, chissà: di fatto sono una
persona dolce, il che non esclude quanto ho detto sopra.
- Seconda chiacchiera: Alda, hai alle spalle una gavetta sostanziosa fatta di moltissime
pubblicazioni, dimostrazioni continue che tu la scrittura ce l’hai dentro al di là di
consacrazioni e successi. Tu che hai fatto tua la missione della letteratura, come ti spieghi i
fenomeni letterari degli ultimi anni: giovani meno che trentenni che finiscono alla luce dei
riflettori per aver pubblicato un solo libro, per mesi ai vertici della classifica prima di sparire
per anni?
Non è insolito, è successo anche in passato. Se poi lo scrittore in questione moriva tragicamente le
vendite erano assicurate.
Quando inizi a scrivere hai dentro tutto un mondo di emozioni, simboli, rappresentazioni, per me
è come il mio stesso sangue, se vuoi un sangue mentale. C’è chi lo esaurisce in un solo libro e chi
sa rinnovarsi, c’è chi sceglie un certo tipo di percorso perché desidera assolutamente il successo, e
chi (come me) non è interessato né ai soldi nè alla fama. Ho pubblicato di recente con Mondadori e
anche il mio prossimo romanzo uscirà lì, di certo non si potrà dire che avrei voluto ma non potevo.
Ho fatto la mia strada come mi andava, e il mio percorso è esattamente quello che ho desiderato
fosse. Sulle scelte editoriali, le persone raccomandate, la validità o meno di tanti scrittori, non
voglio dire nulla. Non mi piace fare polemiche, mi succede solo se vengo provocata. Ognuno nella
scrittura dà quel che può e che vuole.
- Terza chiacchiera: C’è un libro fra i tanti che hai scritto che per un motivo qualunque ha
segnato un passaggio importante, ti ha fatto arrivare a consapevolezze fondamentali, ti ha
resa più sicura, ti ha delusa, insomma, uno che sta in testa come un tarlo che, felice o meno,
resta? Ce ne parli? Non rispondermi che sono stati tutti fondamentali nel tuo percorso, io ne
voglio uno, raccontato da te.
Lo so che non è la risposta che vuoi, ma davvero i miei libri sono tutti così. Ognuno ha le sue
particolari caratteristiche anche se ce n’è uno in particolare che non vorrei mai aver stampato per le
reazioni che ha provocato, specialmente a causa dell’imbecillità della gente.
Ma volendo per forza estrarre da tutto il resto un particolare lavoro, si tratta certamente dell’ultimo
libro che ho scritto (al momento, novembre 2010, inedito), la prima opera scritta dopo la scomparsa
di mia madre, che ha rimesso in gioco la mia abilità nella scrittura. Dentro ci sono tante cose vissute
negli ultimi tempi, e se di Sacramenti (in ‘I sacramenti del male’, Il Giallo Mondadori Presenta,
2008) ho detto che c’era tutto il mio sangue, di questo ‘Il margine del labirinto’ posso dire che
ci sono tutti i miei stati mentali, la mia disperazione e le consapevolezze che ho acquisito sulle
persone che pensavo mi amassero.
- Quarta chiacchiera: Come ti poni nei confronti degli aspiranti scrittori che provano a farti
leggere i loro manoscritti? So che segui le nuove voci e so che un bel pezzo del suo successo
Alcide Pierantozzi, mio corregionale, lo deve a te che lo hai aiutato durante la stesura del suo
romanzo d’esordio ‘Uno in diviso’ pubblicato poi dalla Halley. Pierantozzi poi ha pubblicato
il suo secondo romanzo ‘L’uomo e il suo amore’ con Rizzoli. Lui dice che tu sei parte della
sua vita, ti definisce un’amica importante. Ci racconti com’è nata la vostra amicizia, poi
collaborazione?
Alcide non mi deve niente, deve il suo successo tutto a se stesso! Io l’ho aiutato, come ho aiutato
tanti miei giovani amici scrittori, gli ho solo dato un paio di indicazioni pratiche. Alcuni mi hanno
ringraziata, nominata nelle loro opere (come ha fatto Alcide, che considero davvero un amico) e
altri no, non c’è da stupirsi: in alcuni casi, quando ritenevo che si trattasse di amici, sono rimasta
amareggiata ma tant’è, la vita è fatta anche di questo.
Questa era l’ultima chiacchiera: non mi resta che salutarti e ringraziarti per aver accettato il
mio invito, facendoti molti in bocca al lupo per il tuo futuro. Se vuoi lasciare un messaggio al
mondo intero, qui puoi farlo.
Nessun messaggio eclatante. Viva il lupo e, a tutti voi... non smettete mai di scrivere!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Alda Teodorani
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