Alla nostra età, con la nostra bellezza di Daria Colombo

Nella Milano degli anni Novanta, in un decennio che segna per l’Italia il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica, Alberta e Annalisa si conoscono e diventano amiche. L’incontro avviene fortuitamente, alla facoltà di Lettere frequentata da ambedue. Così ha inizio il più recente romanzo di Daria Colombo intitolato “Alla nostra età con la nostra bellezza” (Rizzoli, 2015).
E’ strana l’amicizia perché a volte unisce persone differenti per età, ambienti e storie familiari, eppure, quasi magicamente, ci si trova così bene insieme tanto da riuscire a condividere anche i pensieri più intimi e a potersi confidare senza remore e senza il timore di non venir accettati. L’amicizia, “virtù basata sulla libera scelta” già secondo Aristotele, diviene nel romanzo, come la definiva un altro illustre greco, Empedocle, “forza cosmica” che aiuta a superare le tante difficoltà della vita.

Si incontrano e diventano amiche, quasi inconsapevolmente, anche Albi e Lisa: la prima è molto giovane, vent’anni circa, con piglio a volte fin troppo energico e un abbigliamento che rispecchia i tempi e non è così femminile. Lisa, invece, è la quintessenza dell’eleganza, del garbo anche perché l’età più matura le conferisce un atteggiamento più saggio e assennato. La prima è una semplice studentessa, l’altra una donna con del tempo libero, una figlia ormai grande e un marito spesso fuori casa. Ognuna delle due ha uno scopo: quello di dare una svolta alla propria vita, ma se per Albi questo significa farsi strada, costruire il proprio futuro, per Lisa l’intento è differente come si intuisce pagina dopo pagina. Anche la partecipazione alle lezioni viene vissute dalle due protagoniste in maniera diversa. Alberta, figlia di militanti iscritti a sinistra, dal carattere irruento, frequenta l’Università ostentando sicurezza, mentre Lisa appare come “una uscita dal coro” perché si vede che non è più giovanissima e, nonostante l’eleganza innata e un po’ aiutata da abiti costosi, non si sente esattamente a proprio agio. L’incontro con Alberta sarà però, per lei, determinante. L’amicizia comincia un po’ per curiosità, quasi per caso ma il tempo la renderà un rapporto solido perché permetterà alle due donne di capirsi e, soprattutto, di sostenersi nei momenti non facili. Le giornate trascorse insieme, oltre che di studio, risultano fatte di confidenze, di racconti di episodi belli e brutti del passato e del presente, di ferite mai rimarginate come quella del figlio di Lisa morto poco prima della nascita, delle difficoltà di restare accanto a un marito anaffettivo, di capire la figlia adolescente e poi, con il tempo che passa, dell’approccio alla vita adulta da parte di Albi e dell’incontro, anche per quest’ultima, di momenti lieti e bui.
Fanno da sfondo alla narrazione le vicende di un’Italia in cambiamento in cui sono ben ravvisabili, seppur non si facciano nomi, alcuni personaggi politici e sono narrate con partecipazione alcune vicende ormai “storia” nella politica italiana: da “Mani pulite” del ’92, alla nascita del Partito Democratico, ai girotondi per la difesa dei principi di una democrazia che par non esserci più.

L’amicizia fra le due donne non s’interrompe, anzi, seppur tra alti e bassi, continua per oltre un decennio in cui ognuna trova la propria strada e la propria dimensione. Il segreto di tutto ciò? Il sapersi accettare anche se diverse e da lì capirsi, apprezzarsi, condividere e aiutarsi. Il loro è un percorso di vite che, pur non intersecandosi, appaiono sempre più unite. Albi e Lisa, dopo anni di intensa e sofferta amicizia, riguardano il passato e, insieme, di esso apprezzano tante cose così come accettano il presente e, alla loro età, con la loro bellezza, ricordano sorridendo quell’incontro di tanti anni prima.

Daria Colombo ha saputo ritrarre con abilità un rapporto importante: quello dell’amicizia fra donne che se, come nel romanzo, è vera risulta essere uno fra i sentimenti più solidi, intensi e rassicuranti perché, in tanti momenti della vita, la vicinanza di un’amica sincera risulta un piacere e, a volte, un’ancora di salvezza.