Almond. Come una mandorla
- Autore: Won-Pyung Sohn
- Genere: Libri per ragazzi
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: HarperCollins
- Anno di pubblicazione: 2023
Yunjae, ragazzino di poco più di quindici anni è affetto da alessitimia.
Per lui amore, affetto, amicizia non sono il sale della vita. Ma parole vuote. Opache. Grigie. Senza spessore. Riflessi in uno specchio all’infinito senza profondità.
L’esistere non ha tempo.
Il vivere è fatto di un susseguirsi di minuti di ore di giorni di settimane di anni. Senza obiettivi, se non quelli imposti d terzi. Da seguire come un automa. Privi di pensieri e di gioia condivisa. La solitudine che lo circonda non è una condizione di cui addolorarsi, ma semplicemente la quotidianità di una giornata come tante.
Won-Pyug Sohn (regista e sceneggiatrice di spicco nel mondo drama coreano) classe 1979 dà penna, sintassi e sentimento al racconto della vita di Yunjae e al suo crescere. Al quel suo passare all’età adulta. In un romanzo di formazione dalle declinazioni interessanti anche per l’adulto.
Almond. Come una mandorla edito da HarperCollins nella traduzione di Claudia Marseguerra, storia raccontata in 300 pagine dove la precedente suggerisce la successiva in modo semplice e lineare, si presente con una architettura narrativa apparentemente banale, ma decisamente calzante e in linea con il personaggio dove “modalità di vivere” non contempla emozioni sentimenti scosse.
Yunjae sin dalla nascita, non ha avuto vita facile. La madre hippy coreana ribelle verso gli schemi sociali tradizionali del vivere si è rivelata ribelle anche all’atto della diagnosi che lo ha relegato ad essere “malato da sentimenti”.
Non accettabile e accettato. “Diverso”. Visto con sospetto e oggetto di atti di violenza che rasentano il bullismo.
Una violenza che non risparmia e che si presenterà anche alla alla vigilia di Natale quando il suo quindicesimo compleanno.
Il suo mondo incolore di impregnerà del dolore più brutale da sopportare . Quello della violenza imposta e che porta per lui alla perdita definitiva dell’equilibrio, precario, del suo mondo alla fine del quale si troverà da solo.
Yunjae nella sua solitudine popolata dai libri della libreria della madre che ora dovrà gestire è l’unico popolo silenzioso che si apre a suo comando capace di comprenderlo e che si apre a lui semplicemente leggendone e sfogliandone le pagine.
Nel mondo muto che potrebbe rimanere tale se non facessero capolino prima Gon Gon, con cui scoprirà la preziosità dell’amicizia.
E poi Lee Dora che, invece, gli aprirà il cuore verso l’amore.
Una storia quella Won-Pyug Sohn dove giovani e adulti si riconoscono. Lineare, palese, semplice e non banale riesce a porre in modo immediato il focus sui valori cardine della vita: l’amore, l’amicizia l’essere sé stessi.
La narrazione inaspettata, tenera e ricca di umanità non lascia sospesi e sorpresi.
Lo spazio alla riflessione è su uno scalino privilegiato.
La lettura veloce, piacevole e incalzante (dovuta alla traduzione puntuale di Claudia Manseguerra) aiuta l’identificazione a vari livelli del lettore.
Senza filtri.
Senza risposte cattedratiche e definitive.
Molteplici, invece, appaiono le alternative che non si rivelano, però, rappresentano punti di arrivo.
La forma dialogica, usata con parsimoniosa, “parla” il linguaggio del pensiero interiore. Che commuove ed emoziona. E rivela un protagonista fatalista ma adulto (malgrado l’età). Pregno di quelle fragilità che possono sconfiggere, ma che (se affrontate) fanno crescere.
L’assenza di tridimensionalità nel suo giudizio (tipico della malattia) apre porte e livelli non previsti di analisi e sentire che destabilizzano solo apparentemente.
E mettono sul piedistallo comprensione e valutazione i sentire più profondi capaci di diventare pragmatismi tipici di quella causa ed effetto di cui è intrisa la vita.
Una vita che spesso, o forse sempre, non ha risposte nette.
Dove i suoi appigli spesso sono fragili, incompleti, dolorosi.
Dove le paure del vivere si rivelano.
E i meccanismi più dolorosi di difesa si rivelano necessari meccanismi di sopravvivenza. Capaci di trovare salvifica approdo nella sicuro solo nella lettura e nei libri. Tra le righe e le parole capaci di smuovere i pensieri acerbi e muti che albergano in Yunjae e forse in tutti noi..
Ed allora la scorza dura di quella mandorla “malata” sembra scalfirsi e ritrovare la forza di far germogliare la domanda che a tutti presenta.
Perché vivi? Vivi per uno scopo, oppure viviamo SOLO per essere vivi? E poi, quando le cose ci vanno bene siamo felici e quando di vanno male piangiamo
Ma è davvero tutto?
Forse.
Quello che è certo le emozioni che fanno il nostro vivere. Da esse non possiamo allontanarci e farne a meno. Sfaccettature e inflessioni.
Possiamo averne paura. Potranno feritrici o renderci felici. Ma è in fondo questo è il loro compito.
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