L’altra storia. Le sette e le società segrete
- Autore: Jean Charles Pichon
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
Trovare un libro ormai quasi introvabile è la gioia del bibliofilo. Con soddisfazione mi è piovuto tra le mani L’altra storia. Le sette e le società segrete di Jean Charles Pichon (Rosada arti grafiche editrice, 1972, pp. 436), traduzione di Giuliana Segre Giorgi. La prima edizione parigina è del 1969: siamo dunque vicini al Sessantotto e la cosa non è senza importanza. Infatti l’autore, nel suo excursus storico e metastorico, parte dal Medioevo con i cabalisti e i movimenti libertari, passando per i Protestanti, il Rinascimento neoplatonico, i Rosacroce, gli alchimisti, la Massoneria, l’occultismo, per arrivare ai giovani arrabbiati, agli hippies e ai profeti del mondo postmoderno.
Si tratta effettivamente di un’altra storia, che non viene raccontata a scuola, trova radici nella sete di libertà, nelle utopie inesauribili del cuore umano.
Scopo del settarismo e delle società segrete è sempre stato "il compimento dell’uomo e dell’umanità". Interessante è questa distinzione tra il singolo e il collettivo, perché la società non può evolversi senza la crescita interiore individuale. Nell’oggi disincantato senza più valori, alla ricerca di senso e di scopo, e ancor più nell’era ipertecnologica che rischia di sfociare nel transumanesimo, in cui l’uomo stesso può trasformarsi in uomo-macchina, uno studio approfondito sulla spiritualità nei millenni non può che costituire una saggia attività mentale. Spesso la spiritualità assume accenti estremistici:
"Ieri l’uomo ragionevole si faceva beffe degli esaltati. Oggi l’adulto non le deride più, perché sa che di fronte a quei comici fervori la sua è una situazione adulterata.”
Come dire: a mali estremi, estremi rimedi.
Sono esistite, ed esistono, società segrete rivoluzionarie, tendenti alla costruzione di un nuovo modello sociale — ivi comprese le "società messianiche che attendono la felicità, la pace o l’armonia dell’avvento di un dio o di una nuova era". A tal proposito pensiamo al movimento mondiale "new age" o all’"età dell’acquario". Non si tratta di movimenti clandestini, o non sempre. Al contrario sorgono anche sette e movimenti di stampo reazionario, il cui scopo è il mantenimento dello "status quo", dell’ordine esistente.
Pichon si avvale degli studi di eminenti etnologi quali Mircea Eliade, partendo da Aristotele, passando per Giamblico, Fabre d’Olivet, Heckethotn, Schuré, Spengler e molti altri. Numerose sono le sue classificazioni. Almeno uno schema va ricordato, si tratta della trinità platonica di bello, buono e vero. Esso determina società segrete che puntano a tre finalità differenti:
1) la purificazione, che privilegia l’aspetto del bene, l’amicizia e fratellanza; i metodi di insegnamento sono caratterizzati dalla dialettica (puro e impuro, amore ed egoismo, capitale e lavoro, ecc.).
2) la verità, con attenzione verso la dottrina; la struttura interna è fortemente gerarchica e genera "un’etica di sottomissione".
3) il superamento dell’umano attraverso la trasgressione dionisiaca. In tali organizzazioni il piacere e il bello sono centrali, si insegna a dominare il desiderio e la paura; le tecniche usate sono la danza, l’erotismo, le droghe, la vertigine.
Nell’ultima parte di questa ricerca accuratissima, dotta e appassionante, l’autore prende in esame i movimenti giovanili che cercano "l’in-sé e l’Armonia", pensatori "eretici" quali Teilhard de Chardin e la sua costruzione della “noosfera” e Gurdjieff. Spende parole essenziali, riguardanti la comunione spirituale fra i popoli:
"L’Amore-comprensione derivava dal sapere e dall’intuizione. […] È venuto perciò il momento in cui tutte le ricerche iniziate nel corso di dieci secoli, debbono coincidere. Alla definizione del Paracleto, del Graal, del Libero Spirito, dell’Albero e del Dispensatore l’umanità del XX secolo tende con tutte le sue forze, le forze del cristiano come del musulmano, del tecnico e dello scienziato, del socialista e dell’anarchico, del mistico e dell’ateo stesso.”
Riguardo alla ribellione dei giovani sessantottini, ne individua la caratteristica specifica, la lotta all’impostura:
"Essi rifiutano l’impostura, che invece si trova dappertutto. Lo studente di medicina sa che cos’è l’ordine dei Medici, quali inconfessabili intrallazzi hanno fatto votare le leggi che impongono alle nazioni delle vaccinazioni pericolose o risibili, o una «definizione» aberrante della morte. Ecco perché chiede la dissoluzione dell’Ordine. Lo studente in legge conoscerà altri intrallazzi ed altri scandali, che improvvisamente non gli sembreranno più tollerabili: e infatti non lo sono.”
Un sogno? Certo, ma incancellabile. Si ripete regolarmente nel tempo. Per realizzarne almeno una parte occorre "il fervore necessario ad ogni folle impresa e la pazienza infinita senza cui non si realizza niente".
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