Salani edita nella collana Poesie per giovani innamorati “Amor là nel profondo” (2018, pp. 88, euro 10,00), una selezione dei “Canti” sull’amore del poeta, filosofo, scrittore, filologo e glottologo Giacomo Leopardi (Recanati, 29 giugno 1798 – Napoli, 14 giugno 1837), proposta in un’antologia curata con grande sensibilità da uno dei più apprezzati poeti contemporanei: Roberto Mussapi.
“Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai,/ silenziosa luna?/ Sorgi la sera, e vai,/ contemplando i deserti; indi ti posi./ Ancor non sei tu paga/ di riandare i sempiterni calli?/ Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga/ di mirar queste valli?/ Somiglia alla tua vita/ la vita del pastore” (da Canto notturno di un pastore errante dell’Asia).
La forza del pensiero di Giacomo Leopardi, il maggior poeta dell’Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale, sta nel fatto di essere un autore sempre attuale, capace di dialogare, mediante le sue molteplici opere, con i lettori di ogni età. L’autore di canti e poesie immortali quali L’Infinito e A Silvia, La ginestra o il fiore del deserto, da sempre particolarmente amato da ragazzi e adolescenti, entra per la prima volta nella collana Poesie per giovani innamorati, che ha venduto oltre 250.000 copie. In pochissimi poeti in tutta la nostra storia, dal mitico Orfeo a oggi, il cuore dell’uomo, la fame di amore e la percezione del dolore coincidono in modo così potente e simultaneo come in Leopardi. Infatti, come sottolinea nella Prefazione del testo Roberto Mussapi
“la sua poesia raggiunge una prodigiosa naturalezza che la fa letteralmente consustanziale al cuore umano”.
È recente la notizia del ritrovamento presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, nel fondo manoscritti del poeta recanatese, di trentotto pagine inedite con appunti e commenti di Leopardi. Le preziose carte sono state trovate dagli studiosi Marcello Andria e Paola Zito, i quali per anni hanno lavorato con altri colleghi alle carte di Leopardi. Dopo una lunga indagine interpretativa, gli inediti sono stati pubblicati nel volume “Leopardi bibliografo dell’antico” (Aracne editrice). Si tratta di un elenco di 557 annotazioni bibliografiche aggregate per lettera, in approssimativo ordine alfabetico, da Omero ad Aristotele, da Platone a Cicerone fino agli scrittori tardo antichi redatti dal giovane poeta tra la fine del 1816 e l’inizio del 1817 nel “natio borgo selvaggio” di Recanati. Sembra quasi di vedere Giacomo chino sulla scrivania situata nell’immensa biblioteca del Conte Monaldo, suo padre, colto, bigotto, rigidissimo e reazionario, prendere nota, scovati da riviste e cataloghi di librai, di tutti quei testi che vorrebbe leggere. Giacomo Leopardi aggiunge a queste segnalazioni commenti personali e critici, spesso in latino, che possono essere letti sia come una conversazione tra il poeta e quei libri, sia come nuova testimonianza della sete di sapere della sua mente geniale.
Chi ha visto il bellissimo film di Mario Martone, Il giovane favoloso, con protagonista un intenso Elio Germano calatosi completamente in uno dei ruoli più difficili della sua brillante carriera, ha avuto la conferma che Giacomo, già da bambino con un’erudizione spaventosa, era un giovane di cultura vasta e profonda. Oppresso da Recanati “luogo infernale” abitato da gente rozza capace solo di deridere la sua figura malconcia,
“senza poter sospettare della luce che splende in quel petto dolorante e coperto da due gobbe”
Giacomo vagheggiava “interminati spazi”. Interminati come la sua mente giacché il giovane, poliedrico, complesso intellettuale “sceglie di diventare poeta, poiché scopre di esserlo”.
“Quando novellamente/ nasce nel cor profondo/ un amoroso affetto,/ languido e stanco insiem con esso in petto/ un desiderio di morir si sente:/ come, non so: ma tale/ d’amor vero e possente è il primo effetto” (da Amore e Morte).
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: In libreria “Amor là nel profondo”: una selezione dei canti di Giacomo Leopardi a cura di Roberto Mussapi
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