Che aprile sia il mese più crudele lo sappiamo tutti. Forse non tutti ricordiamo che l’espressione deriva dal celebre incipit della Terra desolata di Thomas Stearns Eliot e che si tratta un verso che fa parte del patrimonio culturale internazionale.
Ma cosa significa quest’espressione? Perché Eliot condanna aprile, dal 1923 in poi, alla fama di mese più crudele?
Scopriamolo insieme.
La terra desolata di T.S. Eliot
Per poter parlare del primo verso della Terra desolata è il caso di fornire qualche coordinata minima sull’opera a cui appartiene, probabilmente la più famosa dell’intera produzione di Thomas Stearns Eliot.
La terra desolata (The Waste Land, il titolo originale) è un poemetto in cinque movimenti, pubblicato per la prima volta nell’ottobre 1922 sulla rivista "The Criterion" e soli due mesi dopo apparso in volume nelle librerie.
Si tratta di uno dei capolavori della poesia modernista e a un altro grande nome del modernismo americano è dedicato: Ezra Pound ("il miglior fabbro"), che ne rivide il testo tagliando un’elevata percentuale di versi.
La terra desolata è un’opera estremamente complessa: a quasi un secolo dalla sua pubblicazione e diventata ormai saldo riferimento letterario, non è ancora stato possibile sviscerarla completamente. Si tratta di testo denso di richiami metaletterari e di simboli stratificati da decifrare, ma, sintetizzando estremamente, è possibile individuare almeno alcuni nuclei tematici principali da tenere a mente:
- La simbologia primaverile, connessa alla fertilità e ai riti a essa dedicati nel monto antico.
- L’aridità della vita moderna, non solo perché metropolitana e alienata (e in questo contrapposta ai miti), ma perché tragicamente devastata dal primo conflitto mondiale.
- Il mito del Graal: la ricerca ossessiva di una verità ulteriore, destinata a fallire in una terra ormai desolata. A questo mito sono ricollegate le numerose comparse dei tarocchi.
La terra desolata
Link affiliato
"Aprile è il più crudele dei mesi": perché?
La simbologia di rinascita primaverile intesa come stagione di nuova fertilità è un topos letterario molto diffuso. Eliot non ribalta la concezione di aprile come mese della fertilità, anzi: è proprio la sua fertilità a renderlo il più crudelmente tragico dei dodici fratelli.
Il poemetto, infatti, si apre con i versi seguenti (la traduzione citata è quella dell’edizione Feltrinelli, a cura di A. Tonelli):
"Aprile è il più crudele di tutti i mesi. Genera
lillà dalla terra morta, mescola
memoria e desiderio, desta
radici sopite con pioggia di primavera".
E, dopo poco, prosegue:
"Quali radici si afferrano, quali rami crescono
su queste rovine di pietra? Figlio dell’uomo
tu non lo puoi dire, né immaginare
perché conosci soltanto
un cumulo di frante immagini, là dove batte il sole.
E l’albero morto non dà riparo
e il canto del grillo non dà ristoro
e l’arida pietra non dà suono d’acqua".
La crudeltà di aprile ha dunque strettamente a che fare con la sua fertilità e vitalità.
È anzitutto un mese che "genera" e che, generando, "mescola memoria e desiderio": il rianimarsi della bella stagione e della natura, nel mondo raso al suolo dalla prima guerra mondiale, diventa per l’uomo una ferita dolorosa, che non fa che ricordargli la sua sterilità e spingerlo a desiderare una vita che non solo non è stato in grado di salvare e preservare, ma che non è nemmeno più in grado di far nascere.
Non solo: tutto questo non accade di nascosto, ma in evidenza, in netto contrasto con le macerie e la desolazione umane. I boccioli e i nuovi rami crescono apertamente, il loro risveglio è la condanna all’impossibile risveglio dell’umanità, costretta a fare i conti con la propria miseria e con il "cumulo di frante immagini" che le rimane.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Aprile è il mese più crudele": chi l’ha detto e perché
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Storia della letteratura Significato di parole, proverbi e modi di dire T. S. Eliot
Lascia il tuo commento