Aquitania
- Autore: Eva García Sáenz de Urturi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2021
Aquitania (Piemme 2021, traduzione di Manuela Cusimano) di Eva García Sáenz de Urturi, già autrice della serie “La saga de los longevos”, racconta la storia di Eleonora d’Aquitania (Bordeaux, 1122 – Fontevrault, 1º aprile 1204), duchessa d’Aquitania e Guascogna e contessa di Poitiers dal 1137 alla sua morte, regina consorte di Francia dal 1137 al 1152 e d’Inghilterra dal 1154 al 1189.
“Ti sottovaluteranno sempre. Fa’ in modo che paghino per questo”.
Bordeaux 1137. Furono queste le ultime parole che Guglielmo, duca d’Aquitania, aveva rivolto a sua figlia Eleonora, prima di partire, ben camuffato sotto il mantello di pellegrino. E adesso, degli araldi, con aria contrita e dispiaciuta avevano comunicato a Eleonora che il padre era morto davanti all’altare maggiore della Cattedrale di Compostela, il Venerdì Santo, avvelenato dall’acqua di un pozzo abbandonato.
Eleonora aveva intuito che era giunta la fine di un’epoca. In un attimo aveva compreso che doveva separarsi da suo padre e custodire nella sua memoria quelle ultime ore trascorse insieme. Avrebbe avuto bisogno di bei ricordi per sopravvivere al difficile e complicato futuro che l’attendeva. In quell’infausto giorno, mentre al crepuscolo il fratello del re, Raimondo di Poitiers, andava a recuperare il corpo dell’amato fratello, la tredicenne Eleonora, erede del padre, si vide costretta a ricominciare a parlare. La ragazzina si era autoimposta il silenzio cinque anni prima, quando “quei maledetti capetingi” l’avevano violata sotto un ponte lungo la Garonna.
“Vuoi che li uccida?”, aveva domandato Raimondo a Eleonora, che aveva risposto: “Oc”, “Sì”. Una parola, due lettere. Due uomini, due colpi di lama ciascuno. Uno alla gola, per condannarli al silenzio eterno. L’altro a privarli della virilità, giusta vendetta per quello che avevano portato via a una giovanissima piccola donna e al suo primo amore. Infatti Raimondo era il grande amore di Eleonora, nove anni di differenza tra loro, “il più bel principe della terra, un uomo gentile e un brillante conversatore”.
In queste ore di dolore la mente di Eleonora tronava al passato, al giorno dei funerali di suo fratello Aigret, destinato a diventare duca d’Aquitania, ora non più. Il sovrano francese Luigi VI il Grosso aveva messo gli occhi sulla ricca Aquitania, aspirando alla luminosa corte di Poitiers e allo splendido palazzo di Bordeaux. Non per niente l’Aquitania era chiamata “il Mezzogiorno”.
Il padre di Eleonora era un vassallo del re di Francia, ma era più ricco e più potente di lui, i suoi terreni erano cinque volte più grandi. Il prestigio di Guglielmo e le sue gesta lo avevano reso santo quando era ancora in vita e la sua aura di eroismo umiliava il re francese. Ecco perché sin da quando era morto Aigret il re di Francia aveva desiderato che Eleonora fosse sua.
Ora, morto suo padre Guglielmo, e di sicuro era responsabile il re capetingio, Eleonora si trovava sola di fronte ai nemici di Aquitania. Che fare? Piegarsi o presentarsi sul fronte di battaglia? Nel suo cuore ripeteva le parole di suo nonno, Guglielmo il Trovatore:
“Agisci come un leone: loro non piangono per le loro vittime. Scagliati come un’aquila: sempre dall’alto. Colpisci come uno scorpione: il suo pungiglione inietta veleno solo a nemici degni del suo attacco”.
In queste esaltanti pagine, è la stessa Eleonora, erede della casata dei Poitiers governanti nella Francia sud-occidentale e una delle donne più ricche e potenti dell’Europa occidentale durante il Basso Medioevo, che narra con puntiglio e orgoglio le sue eroiche gesta per conservare i suoi possedimenti e la sua eredità. Mecenate di importanti letterati, guidò gli eserciti più volte nella sua vita e fu una leader della Seconda Crociata. Una splendida figura femminile antesignana e moderna che rivive in questo romanzo, vincitore del Premio Planeta 2020.
“Mi sbarazzerò dei re di Francia”, decisi.
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