

Arpad Weisz e il Littoriale
- Autore: Matteo Matteucci
- Genere: Storie vere
- Anno di pubblicazione: 2017
Le graphic novel sono un mezzo di espressione nuovo e antico allo stesso tempo. “Una volta si chiamavano fumetti” commenterà qualcuno, non senza un certo intento polemico. E sbagliando, perché le moderne graphic novel hanno poco o niente a che vedere con i fumetti, che più o meno tutti leggevamo da ragazzi. I supereroi della Marvel, le strisce di Lupo Alberto o Mafalda, il classico Topolino ce li ricordiamo tutti: erano ottimi fumetti di intrattenimento, spesso con intenti didattici (le informazioni che venivano veicolate nelle storie di Topolino e Paperino erano reali e corrette), ma sempre immersi in un’atmosfera ludica e distaccata dalla realtà. Le graphic novel, al contrario, sono molto più rarefatte e sofisticate: i disegni sono raffinati, spesso mancano del tutto le “nuvolette” dei dialoghi, e, soprattutto, fra i temi si fanno sempre più spazio le biografie di personaggi realmente esistiti. Non puntano a divertire, ma a raccontare storie degne di essere conosciute, che spesso arrivano a commuoverci profondamente.
È il caso di questa bella e triste graphic novel, Arpad Weisz e il Littoriale (Minerva Edizioni, 2017), dedicata ad Arpad Weisz, la cui storia, a lungo dimenticata, negli ultimi anni sta pian piano tornando in vita grazie anche a libri come questo. L’autore Matteo Matteucci si è ispirato a un libro di un suo quasi omonimo, Dallo scudetto ad Auschwitz di Matteo Marani, disegnando prima le tavole per un progetto che finora non ha visto la luce, per poi decidere di utilizzarle per raccontare la triste parabola interrotta di Arpad Weisz, storico allenatore del Bologna.
Due scudetti consecutivi (1936 e 1937) e la vittoria al Torneo dell’Esposizione di Parigi sempre nel 1937, eppure Arpad Weisz ancora oggi è un nome che ricorda qualcosa solo ai veri appassionati. La sua passione, la sua professionalità, i grandi risultati, l’affetto e la considerazione delle quali godeva fra i tifosi bolognesi e non solo, furono cancellate nel giro di neppure due mesi, fra ottobre e dicembre del 1938. Perché? Facile intuirlo. Arpad Weisz era un ebreo. Ebreo ungherese, per la precisione.
Dapprima giocatore nell’Inter, fu fermato da un incidente che pose fine alla sua carriera di calciatore, ma segnò l’inizio di quella di allenatore. Pioniere degli schemi di gioco e del calciomercato, era un serio professionista animato da grandissima passione e tenacia, ma anche un uomo semplice e schivo, che non amava le occasioni mondane e che dopo le partite non vedeva l’ora di tornare a casa dalla sua famiglia. Una persona seria, leale e buona: fin troppo. Troppo per non percepire che, in quel 1938, qualcosa stava cambiando.
Niente di traumatico e definitivo, piuttosto graduale e costante.
Nuove regole, leggi, slogan, cartelli discriminatori spuntavano come funghi ovunque, e la sua passeggiata sotto i portici a fine partita lo vedeva sempre più curvo su sé stesso. Fino alla fine del 1938, quando venne sollevato dall’incarico. A gennaio la famiglia partì per Parigi, per poi emigrare in Olanda: l’ultima tappa prima di quella, definitiva, di Auschwitz.
Veramente molto bello questo lavoro di Matteucci, con i disegni dal tratto morbido, in scala di grigi tendente al petrolio, con pochissimi elementi che esulano da tale cromatismo: l’atmosfera giusta per esprimere quello che la storia di Arpad Weisz vuole gridare a noi che la leggiamo. Molto significativa la progressione che mostra l’allenatore dapprima sereno, poi sempre più appesantito sotto il peso delle discriminazioni; estremamente efficace la decisione di lasciare alle foto deserte di Auschwitz la conclusione della sua storia. Forse non a tutti interesseranno i (pur necessari) dati calcistici, ma la breve vita di Arpad Weisz lascerà sicuramente un segno profondo in ciascun lettore. Com’è giusto che sia.

Arpad Weisz e il Littoriale. Ediz. a colori
Amazon.it: 16,05 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Un libro perfetto per...
Non solo agli appassionati di calcio, non solo ai ragazzi. E’ un libro che racconta con semplicità una storia importante, e che commuove fino alle lacrime,
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Arpad Weisz e il Littoriale
Lascia il tuo commento