Asterix e l’iris bianco
- Autore: Fabcaro, Didier Conrad
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2023
Fa ancora impressione per coloro che hanno conosciuto la saga di Asterix e Obelix dagli inizi, non trovare più in copertina i nomi di Goscinny e Uderzo. Così vanno le cose. Lo show deve andare avanti.
Tra il consegnare alla storia il lavoro del famoso duo come qualcosa di ormai concluso e continuare la saga a tempo indeterminato, si è scelto la seconda opzione.
D’altronde, le librerie non sono piene di apocrifi, dichiarati o meno, di Sherlock Holmes e Poirot?
Terminate le scorribande che avevano portato Asterix e Obelix dall’Elvezia (la Svizzera) alla Britannia, dall’Egitto alla Corsica, fino, ovviamente all’Impero di Roma, negli ultimi anni si è voluta assecondare la vena dedicata alle storie un po’ più minimaliste e intimiste (sebbene si stia parlando sempre di un fumetto umoristico).
Se la figlia di Vercingetorige (2019) era sembrata una piccola ribelle dei tempi moderni e l’avventura alla ricerca di una creatura misteriosa e terrificante, il Grifone (2021), contraddistinta da un disegno un po’ distante dall’originale, stavolta si parla addirittura di plagio psicologico.
Protagonista della vicenda narrata in Asterix e l’iris bianco (Panini Comics, 2023) è infatti Vitiumvirtus, profeta del pensiero positivo e capo medico dell’esercito romano, che Giulio Cesare vuole utilizzare come ennesima arma per debellare il famigerato villaggio gallico abitato da Asterix & Co.
Da una parte questa strategia dovrebbe motivare i soldati romani, mitigandone l’umore anche davanti alla sconfitta (ma da qui a vincere i Galli la strada è lunga). Dall’altra, diffondendo nel villaggio del capo della tribù Abraracourcix le buone maniere e la gentilezza, dovrebbe fiaccarne lo spirito guerriero. L’operazione all’inizio sembra andare a buon fine, ma poi richiede il ricorso al classico “piano B”. Anticipiamo solo che la rappresentazione di Lutezia (Parigi), parodia delle nostre metropoli, è forse una delle parti più divertenti e spassose dell’intero albo.
Nel tempo è cambiato il modo di inchiostrare le tavole e sicuramente i procedimenti di realizzazione dei disegni sono più semplici rispetto all’era di Albert Uderzo, ma - “Per Toutatis!” – Asterix e Obelix resteranno sempre fedeli a sé stessi.
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