Attraverso l’universo. L’anima pop dei Beatles di Filippo Sala

John, Paul, George, Ringo, difficile non associare questi nomi a quello dei Fab Four che cambiarono per sempre il volto della musica britannica - anche mondiale direi - nella seconda metà del 1900. I Beatles sono ora i protagonisti di Attraverso l’universo. L’anima pop dei Beatles di Filippo Sala pubblicato da Ancora Edizioni.
Il saggio musicale, con prefazione di Rolando Giambelli (Fondatore Beatlesiani d’Italia Associati), non è un racconto della storia del gruppo e dei loro successi, o meglio è anche quello, ma ciò che Sala fa è portare noi lettori dentro alle vite, nella dimensione più intima e umana, dei quattro componenti della band.
L’intento è quello di narrarli attraverso i legami familiari, le loro passioni, gli interessi, per capire quali furono gli elementi ed eventi che influenzarono in modo costante la vita dei quattro musicisti amici e il loro lavoro.

John, fa da apripista, è il primo del quale Sala ci racconta e quello che emerge è la vita non facile di ragazzino cresciuto dalla zia, per la prematura morte della madre e di un padre allontanatosi per sempre da lui.
Mancanze che influenzarono sempre John, il suo modo di essere nei Beatles e fuori da essi, quando cominciò il suo percorso artistico con Yoko Ono (che non fu la causa della fine del gruppo come molti hanno pensato e ancora pensano oggi).
Certo è che per lui la dimensione femminile ebbe un ruolo fondamentale nella sua formazione e anche nella percezione del vivere musica, vita e sentimenti.

Poi arriva Paul, quello vero o presunto, perché anche in queste pagine si fa riferimento a quel “fatto”, vero o presunto, che a un certo punto vide il vero Paul (chi lo sa poi) scomparso in modo tragico e si narra sostituito da un sosia. Fatto (o scelta creata ad hoc) reso evidente da alcuni segni e simboli che ritornerebbero spesso nelle canzoni e anche nelle fotografie che ritraevano la band. Se Paul sia quello vero o no, certo è che la sua sensibilità e attenzione al dettaglio sono un elemento costante, diretto alla ricerca della perfezione che ancora oggi è in grado di scuoterci ed emozionarci a ogni sua apparizione.

Poi è il turno del pacato George, colui che era definito il più tranquillo e calmo (all’apparenza). La cosa curiosa è che quella sua propensione alla musica indiana, diventata poi parte delle sonorità del gruppo, è un qualcosa che fu per lui presente da sempre nella propria vita, perché la madre la ascoltava quando era incinta. Infine, ecco Ringo Star (e anche qui c’è la chicca sugli omonimi biscotti bicolore con crema alla vaniglia o al cioccolato) con le sue mani super inanellate e quell’atteggiamento sempre sorridente dietro o davanti alla batteria.

Il racconto delle vite dei Beatles è travolgente e ti porta dritto nel loro vissuto e il tutto risulta ancora più immersivo perché le esistenze dei fantastici quattro sono intervallate da momenti/capitoli dove si racconta della loro musica, delle origini sonore giunte dall’influenza delle hit americane che arrivavano con le navi mercantili.
Non solo, ma nel saggio musicale l’autore mette in evidenza anche come la musica dei Beatles cambiò nel corso del tempo, modificandosi e adattandosi alle esigenze espressive, emotive, culturali, affettive dei componenti della band. Una musica, scoprirete malleabile come il pongo, tra l’altro citato nel libro.
Attraverso l’universo. L’anima pop dei Beatles di Filippo Sala racconta i Beatles nel loro esserci sempre, non solo nella musica, ma anche nella cultura popolare di ieri e di oggi che, in fondo, a pensarci bene, fa parte del beat (ritmo) della nostra vita.