Babel. Una storia arcana
- Autore: R. F. Kuang
- Genere: Fantasy
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2023
L’attesa è stata lunga, ma finalmente gli appassionati del genere fantasy possono dirsi soddisfatti: Oscar Mondadori ha infatti pubblicato il nuovo romanzo di R. F. Kuang con l’ormai noto titolo di Babel. Una storia arcana nella traduzione di Giovanna Scocchera.
Come già il titolo suggerisce siamo davanti a un romanzo fantasy che dedica un’attenzione particolare alle lingue a tutto ciò che di accademico ci ruota intorno, vale a dire la traduzione, applicato a campi differenti.
Babel infatti è, nella Oxford descritta dalla Kuang, una torre in cui su livelli differenti ci si occupa delle numerose aree in cui la traduzione viene impiegata: dai servizi legali alla letteratura, ma anche la ricerca e lo studio delle diverse lingue del mondo possiedono qui un piano a loro disposizione.
L’aspetto linguistico quindi ha un ruolo importante nell’economia del romanzo e pertanto chi tra i lettori è alla ricerca di un romanzo dalle vibes alla dark academia non potrà che trovarsi presto accontentato.
Kuang dipinge una Oxford di fine Ottocento, immersa in quel proficuo clima di ricerca e scoperta che ha investito a lungo l’intero percorso della Rivoluzione Industriale.
Il nostro protagonista, che nella prima parte del romanzo seguiamo nel suo muovere i primi passi all’interno di Babel, ci regala grazie alla narrazione attenta e minuziosa dell’autrice un’atmosfera perfettamente in grado di creare un gruppo di personaggi che si muovono con cognizione di causa.
A differenza di altri romanzi fantasy in cui l’aspetto accademico è solo l’occasione per inserire i protagonisti in un ambiente d’élite, ristretto e controllato, su cui imbastire una trama dove è l’aspetto romantico a gestire le fila del racconto, lasciando lo studio come elemento di contorno, qui l’apprendimento e la ricerca sono il fulcro. L’attenzione dedicata alla traduzione, e dunque a un ambiente in cui i personaggi hanno grandemente a cuore la lingua e la scoperta di essa, fa sì che essa sia sempre presente, posta su un livello importante.
Si tratta di un romanzo fantasy e come tale è presente l’aspetto magico che però appare qui in una veste particolare, se non altro molto originale.
La magia è qui riposta nelle mani di questi traduttori, di coloro che studiano le lingue e come vedremo tra poco detengono un forte potere all’interno del contesto storico in cui la vicenda è calata.
Come sappiamo ed è naturale che sia, la traduzione ha il potere di rendere le informazioni celate da una lingua accessibile a chi parla e conosce un altro idioma, questo processo però non è esente dalla perdita di sfumature. Se le sfumature, la traduzione viene incisa su delle tavole d’argento ecco che si producono magicamente cambiamenti all’interno della realtà tangibile. In questo campo l’Inghilterra è leader assoluto perché riesce ad avere i migliori traduttori e dunque a gestire al massimo la magia da essi prodotta.
Il contesto storico in cui ci troviamo è quello della Oxford di fine Ottocento, dove la rivoluzione industriale inizia la sua rapida ascesa e ciò è possibile anche grazie alla lingua. L’Inghilterra qui è descritta come potenza assoluta proprio grazie all’impiego e all’utilizzo della lingua e dei suoi benefici. Un grande aspetto infatti di questo romanzo è l’intessitura di una visione politica delle vicende sul tessuto fantasy.
Babel si propone come romanzo in cui vi è una sorta di bilanciamento tra la parte introspettiva legata ai personaggi e la parte di metafora politica.
È proprio la parte metaforica legata alla politica coloniale e imperialistica dell’Inghilterra che attira a sé tutti coloro che possono aiutarla.
Il nostro stesso protagonista è stato portato in Inghilterra e in qualche modo strappato alla sua terra natia e ora si trova dilaniato da contrastanti sentimenti: da un lato desidera studiare, apprendere, approfondire la propria conoscenza della lingua e l’arte della traduzione, dall’altro però è consapevole che ciò non farà altro che andare ad aggravare la posizione della sua terra natia che si troverà ancora più sottomessa al potere dell’Inghilterra.
Nella seconda parte del romanzo però qualcosa cambia, l’attenzione è più posata sull’aspetto politico piuttosto che sul proseguire la storia nella direzione che era stata tracciata fin dalla prima pagina. I protagonisti che nella prima parte del testo vengono presentati come personaggi a tutto tondo, in grado di raccontare una storia che li valorizzi per davvero, ora diventano il simbolo, la metafora attraverso cui il ruolo politico diventa parte integrante e principale del racconto. Il negativo è che la storia in questo modo perde quella forza che stava nella narrazione armoniosa in grado di allestire un’ambientazione affascinante e profonda. Divenuti macchiette di una politica non in grado i protagonisti smettono di perseguire quell’evoluzione che il lettore si aspetta di trovare. E invece verso la fine del romanzo la storia è completamente diversa, l’ambientazione e le scelte dei personaggi, la narrazione perfino, perdono potere e il finale diventa facilmente intuibile.
Nell’ultima parte del romanzo la Kuang sposta completamente il fulcro del testo mettendolo nelle mani della metafora politica dove ogni azione è l’occasione per un rimando politico.
A ogni modo trovo che Babel sia comunque una lettura fantasy estremamente consigliata, dove la narrazione ruota intorno all’impiego del dialogo come scelta stilistica per affascinare il lettore e legarlo allo scorrere della storia pagina dopo pagina. La scelta di inserire così tante parti dialogate è stata per me una scelta originale e di grande impatto, sicuramente la scelta più oculata per una tipologia di storia complessa come è Babel.
Pur avendo un finale prevedibile, nel complesso emerge con forza l’amore per la traduzione da parte dell’autrice e la sua indubbia capacità nel fare del fantasy il suo genere di punta attraverso cui regalare ai propri lettori grandi trame con personaggi forti e combattivi, un’ambientazione originale e scelte stilistiche che valorizzano sempre la scorrevolezza della storia.
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