Baker e Taylor: due gatti da biblioteca di Jan Louch

“Ero al primo cartone quando ebbi un’idea geniale. Baker & Taylor – il nome del distributore di libri che ci riforniva – era scritto su ogni lato della scatola.
Avevo svuotato non so quanti scatoloni Baker & Taylor prima di catalogare e disporre sugli scaffali i volumi.
Provai a ripetermeli mentalmente. Baker, è ora di cena! Taylor! Ti ho comprato un topolino di erba gatta! Rivelai la mia idea a Yvonne, che approvò.
Era deciso: si sarebbero chiamati Baker e Taylor”.

“Baker e Taylor: due gatti da biblioteca” di Jan Louch è un libro che non passa inosservato agli occhi di un amante dei gatti. Un titolo intrigante per tutti gli appassionati di lettura. Potrebbe far pensare a una storia fantastica, narrata direttamente dai due buffi felini in copertina, come ne “L’incredibile storia di Soia e Tofu” ma ben presto si scopre che i due simpatici gattoni sono esistiti sul serio!
Baker e Taylor ti entrano nel cuore perché grazie alle parole di Jan Louch sembra di averli conosciuti davvero e di averli visti aggirarsi tra i corridoi della piccola biblioteca di Minden in cerca di vasetti di yogurt o di fette di melone, i loro cibi perferiti.

“Una biblioteca più grande significava più libri e più colla, e quindi più topi.
«Un gatto» esclamai.
«Anche due» ribatté Yvonne mentre ci passava davanti un altro topo.
Annuii. «Un gatto si sentirebbe solo di notte, quando la biblioteca è chiusa».
«Due gatti potrebbero farsi compagnia» convenne Yvonne.
«Due è meglio» conclusi”.

Edito da tre60 nel 2016, “Baker e Taylor: due gatti da biblioteca” è la storia di due gatti bibliotecari diventati celebrità dopo essere stati scelti come testimonial di una nota azienda distributrice di libri, Baker & Taylor, per l’appunto. Le loro immagini sono comparse ovunque: poster, magliette e gadget di ogni tipo. Negli anni, centinaia di persone da ogni dove si sono recate alla biblioteca di Minden per conoscere i due divertentissimi mici. Pagina dopo pagina ci si affeziona così tanto a loro, che non si vorrebbe mai arrivare alla fine, dove purtroppo non ci sono conclusioni da fiaba ma il tempo è stato sufficiente per permettere ai due micetti di lasciare un’impronta dentro ognuno di noi.