Balla, sogna, ama di Sophie Flack

Una fila di nuvole di tulle bianco in perfetto equilibrio su scarpette di raso rosa si muove e si intreccia leggera tra uno sfondo dipinto e gli occhi del pubblico, mentre il suono ora languido, ora deciso di un pianoforte o di un’intera orchestra riempie la mente, il cuore e i sensi: la danza! Il sogno di almeno nove bambine su dieci, che, nelle ingenue intenzioni dell’infanzia, sarebbero pronte a sacrificare la propria vita pur di indossare il costume di Odette o quello di Giselle.

Come sempre succede, non è tutto oro quello che luccica. Lo sa bene Sophie Flack, ex allieva della Boston Ballet School, ex ballerina del New York City Ballet, che ha scelto la forma del romanzo e ha "indossato" i panni della giovane Hannah Ward per raccontare, in realtà, la propria storia. Con lei entriamo in un mondo fatto di poche luci e molte ombre, quello delle giovani allieve che si dibattono in una realtà fatta di sacrifici di ogni tipo, di fatica quotidiana e di competizione, con l’obiettivo di guadagnarsi gli a solo, poi di essere promosse soliste e un giorno, chissà, prime ballerine. La sola cosa che resta esclusa, da questo mondo luccicante e polveroso, è la vita vera.

In questa realtà si muovono Hannah, la sua migliore amica Bea, l’ambiziosa Zoe con la quale ha un rapporto di amore-odio, la giovane Daisy, la relativamente "anziana" Leni e le altre allieve del corpo di ballo, tese verso l’arte e la carriera, attente a un minimo segno dell’impenetrabile Otto, che potrebbe decretare il loro successo o la loro sconfitta. Non è, come ci si immaginerebbe, un mondo in cui esaltazione e anoressia siano all’ordine del giorno, ma la pressione sui giovani danzatori è comunque altissima. "Il vostro lavoro non è vivere, è danzare", ama ripetere una delle insegnanti, e d’altronde, con la rigida disciplina e l’impegno costante che vengono richiesti dalla scuola, anche solo pensare di avere una vita al di fuori di essa appare impossibile.

Il peso è costantemente controllato e anche una gioiosa e naturale espressione di femminilità come un seno appena più grande del consentito è vista come un peccato. Ma le luci del palcoscenico ripagano di tutto. È così anche per Hannah, almeno fino a che non incontra Jacob, uno studente della New York University, e si rende conto che l’impegno con la danza non le consente di vivere un normale rapporto con lui. Nel frattempo, è corteggiata anche da Matt, un giovane e ricco ballettomane che, forse, farebbe più al caso suo. Ma cosa vuole realmente Hannah? È decisa a sacrificare la sua vita per la danza? È sicura che, abbandonandola, non avrà rimpianti? Dubbi e indecisioni si affollano dentro di lei e premono per essere risolti. È l’amore ad averli scatenati, ma non solo quello per un uomo: anche quello per la famiglia che non vede mai, per una bambina, la figlia di un custode, che l’ammira e vorrebbe la sua presenza nei momenti importanti della sua vita, per la libertà di vivere davvero.

Malgrado una parte iniziale un poco piatta, ma atta a introdurre il lettore nell’ambiente, il libro è piacevole e decisamente fuori dagli schemi delle solite storie "rosa". Sarà il fascino della danza che fa ancora presa sulle femmine di ogni età, in ogni caso questa storia, dall’atmosfera ovattata e malinconica, che racconta la dura realtà della danza evitando, con la ragionevolezza dell’esperienza personale, gli stereotipi catastrofici e le leggende metropolitane, si legge con piacere.