Battiato ’70. Tra popular music e avanguardie colte
- Autore: Fabrizio Basciano
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2015
A “Fetus” e alla triade elettro-sperimentale (quindi colto-sperimentale) successiva, si arriva intorno a pagina 60. Prima di allora “Battiato ‘70” si muove su rotte di tipo tecnico-teoriche. Uno speculare (apprezzabile) tra teoria e prassi della popular music, synt futuristi, avanguardie colte, Theodor Adorno e semantiche prog. “Battiato 70” è un saggio insolito (quanto meno per le nostre latitudini editoriali) ma scritto come si deve da Fabrizio Basciano, un musicologo. Si vede e si sente. Dalla prima all’ultima delle sue 154 pagine, il taglio è raffinato, di quell’accademia che non disturba ma che, anzi, è sintomo di estrema competenza. Complice, una tantum, la musica tout court. Dimenticate il trend agio-biografico da pop-star di tendenza: l’anamnesi di Basciano è colta (seppure, torno a dire, non pedante), il suo focus inquadra il guru siciliano a partire dai suoi passi più criptici e provocatori, la quaterna che da “Fetus (1971) arriva fino a “Clic” (1974), transitando per “Pollution”(1972) e “Sulle corde di Aries”(1973). La disamina è quanto di più minuzioso possa capitarvi di leggere su Battiato (e dire che la bibliografia che lo riguarda è tra le più corpose) e colma una lacuna e il peccato originale più grande della critica musicale italiana: il sacrificio dell’aspetto musicale sull’altare di una lettura esclusiva del testo. Pur non lesinando citazioni e stralci di interviste (c’è perfino una conversazione originale rilasciata dal musicista all’autore), Basciano si concentra sugli aspetti meramente musicali di quei dischi cult, esplorandone traccia per traccia la loro valenza innovativa e di rottura. Ne viene fuori un profilo "tecnico" del Battiato pre-pop (secondo alcuni il più interessante), aldilà di ogni stereotipo e persino al di là di ogni iconografia. Un Battiato collocabile “oltre”, persino la corrente progressive rock a cui venne (alquanto arbitrariamente) ricondotto. Secondo Basciano, un Battiato “fondatore” di un genere a sé, portatore sano di una rivoluzione anti-mercatocratica. Per dirla ancora con le parole dell’autore di questo libro, un Battiato
“tra i principali responsabili della formazione e del consolidamento di una forma-canzone estesa, degna di ogni interesse tanto da un punto di vista accademico quanto popolare”.
In ultima analisi, "Battiato ’70" si impone come un saggio utilissimo, di peso specifico ma di gradevole lettura, pubblicato dalle attente edizioni Crac.
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