Beate Noi di Amy Bloom

La scrittrice americana Amy Bloom pubblica nel 2014 il romanzo Lucky Us, ora tradotto in italiano per Fazi da Giacomo Cuva con il titolo “Beate noi”. Sono non proprio beate le due sorelle di cui si racconta la storia nel lungo intreccio che parte dal 1939: la piccola Eva, appena dodicenne, timida e occhialuta, vive con la madre e incontra il padre solo qualche fine settimana, infatti lui ha un’altra famiglia e una figlia più grande, la fortunata e fascinosa Iris, sedicenne.
Ma quando improvvisamente la madre di Iris muore, Eva viene abbandonata a casa del padre con una valigia in mano da sua madre che scompare per sempre.

Ecco allora la vicenda lunga un decennio delle due stravaganti e creative sorelle, del loro padre strampalato, dell’uomo che se ne prende cura portandole a New York e mettendole a lavorare per sopravvivere.
Il padre farà il maggiordomo di una ricca e ordinaria famiglia italo americana, tutta cuore, che accoglierà questa specie di circo Barnum: Eva che lavora come shampista e poi diverrà abilissima con i tarocchi per improvvisarsi veggente; sua sorella Iris nata per fare l’attrice, sconfitta ad Hollywood ci riprova sulla East Coast, ma finisce in un rapporto lesbico con la bella Reenie, sposata a Gus Heitman che, però, non riesce a renderla madre. Per questo viene rapito da un orfanotrofio il piccolo Danny, che diverrà il figlio desiderato, mentre la coppia Iris-Reenie subisce un tragico incidente: un incendio in cui sono coinvolte misteriosamente uccide Reenie e costringe Iris a rifugiarsi a Londra, in un ospedale militare dove vengono curati i grandi ustionati di guerra.
Anche Gus si allontana dalla moglie e viene coinvolto in una falsa storia di spionaggio che lo spedisce nella Germania hitleriana proprio mentre la guerra sta per finire con il Reich massacrato dai bombardamenti alleati.

Insomma una storia tra Europa e America, piena di colpi di scena, di ironia, di tanta musica, tanto che ogni capitolo del libro è il titolo di una canzone. Si comincia con “I’d Know you Anywhere”, o “My Blue Heaven”, “Every Day’s a Holiday”, “You Made Me Love You”... e così via, elencando una sorta di colonna sonora della musica americana degli anni Quaranta, intervallata da lettere che le due sorelle si scambiano, da Londra a New York, fino al miracoloso e inatteso ricongiungimento finale.
“Beate noi” è scoppiettante, ironico, a tratti incredibile, estremamente spiritoso nel modo di affrontare i rapporti familiari, la sessualità, le devianze, gli abbandoni, la malattia, la paternità, il rapporto con la diversità. Ricchi e poveri, bianchi e neri, omo e etero, ebrei e gentili, figli veri e figli adottivi, tutto si tiene nel labirintico romanzo che racconta un grande pezzo di società americana tra guerra vista da lontano e vere bombe incendiarie, tra miseria e lusso, tra totale solitudine e ricerca spasmodica di una famiglia: qualunque tipo, purché sia famiglia. Libro originale, spregiudicato, pieno di sorprese, scritto con la solita grande capacità di raccontare delle scrittrici americane più versatili: e Amy Bloom dimostra di esserlo.