Bevete cacao Van Houten!
- Autore: Ornela Vorpsi
- Genere: Raccolte di racconti
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2010
È bello quando in una gialla blusa
l’anima si avvolge contro occhi curiosi!
È bello,
se gettati fra i denti del patibolo,
gridare:
«Bevete cacao Van Houten!»
Vladimir Majakovskij, La nuvola in calzoni
In una poesia Vladimir Majakovskij racconta dell’ultimo desiderio di un condannato a morte, venduto al miglior offerente, la ditta Van Houten, produttrice di cacao, in cambio di un’importante somma di denaro versata alla sua famiglia. È questo l’episodio che dà il titolo al libro di Ornela Vorpsi, in cui la scrittrice di Tirana dà voce al sentimento di frustrazione di chi vive proteso verso qualcosa che non sa se riuscirà a raggiungere.
In quattordici ritratti folgoranti, Ornela Vorpsi ci racconta la tragicommedia di chi si sente in trappola, costretto a rimanere immobile o proteso per sempre verso infinite terre promesse. (Note di copertina)
Il palco di questa tragicommedia è un terreno che si estende tra l’Albania, l’Italia e la Francia, un grande suolo di speranze - spesso deluse - e dove a mantenerti in vita è la forza del desiderio. Il desiderio è ciò che ci dispera e ci motiva, che ci esaspera e che ci dà speranza di una vita vera. I personaggi dei racconti vorpsiani sono tutti alimentati da un desiderio che somiglia a un grido rauco, che costringe chi lo vive a fare esperienza di una condizione di emarginazione e di solitudine.
“Bevete cacao Van Houten!” è una raccolta di ritratti del desiderio: Moma, che si vergogna dei suoi anni e che supplica i parenti di non mettere l’età nel suo annuncio di morte; la ragazza che vuole alimentare la sua diversità e che schiarisce i suoi capelli fino a inaridirli completamente pur di differenziarsi da quelli degli europei, tutti uguali, tutti castani; Teuta, che affronta un viaggio in Italia, inseguendo un indirizzo in cui aveva riposto le sue speranze ma che la conduce a un edificio abbandonato. Ornela, con i suoi racconti, ci introduce nell’inferno delle superficialità, dell’esasperazione della volontà: sono storie che squarciano la realtà facendocene scorgere l’assurdità e la disperazione. Il desiderio, quando esasperato, divora l’anima e il corpo di chi l’ha custodito dentro sé, come succede a Gazi, come succede a chiunque creda che le vanità siano l’unica misura della verità. L’epilogo ci fa intuire che l’unico modo per sentirsi liberi è accettare il fatto che la nostra concezione del mondo e dei desideri che riferiamo ad essa è sempre più limitata rispetto alla realtà e probabilmente questa non potrà mai essere colta interamente.
Bevete cacao Van Houten!
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