Bianconeri. Juventus Story di Marco La Villa e Mauro La Villa

Diecimila articoli e oltre centomila foto consultate. Migliaia di ore video esaminate in quasi dieci anni di lavoro: sono questi alcuni numeri di “Bianconeri. Juventus Story”, film-mainstream che detta la parola definitiva sulla storia della Juventus (tornerà nelle sale per un solo giorno, il 1 novembre). Il libro omonimo che ne discende (Rizzoli, 2016) tiene botta in grande stile: 350 pagine patinate di maxi formato, foto, storie, ricordi e interviste esclusive, costituiscono la declinazione muscolare con cui i fratelli Marco La Villa e Mauro La Villa (che firmano anche il docu-film) intercettano suggestioni, fede calcistica e professione per un libro che rapisce lo sguardo, incendia i ricordi e si installa in pole position tra le pubblicazioni dedicate.

“Bianconeri. Juventus Story” si offre alla lettura come un lussuoso album di famiglia (presidenti, calciatori, tifosi) che dall’ideazione americana (i due autori sono italostatunitensi, figli di un padre tifosissimo della Juve alla cui memoria il libro è dedicato) attraversa luoghi, facce, date, vicende, anni, retroscena, scudetti, parole, flashback di juventitudine (quasi una condizione dell’animo).

“Quello che non volevamo – raccontano i fratelli La Villa nella nota introduttiva – era raccontare la storia in modo puramente cronologico e distaccato. Eravamo convinti, e lo siamo oggi più che mai, che un approccio meno convenzionale e più dinamico avrebbe senza dubbio descritto meglio il vero carattere juventino (…) È una storia piena di alti e bassi, una storia di tragedie, sconfitte e sofferenza, ma anche di glorie e di trionfi. Strada facendo ci siamo resi conto che quella della Juventus è una storia collettiva, in cui i protagonisti sono moltissimi: intere generazioni di giocatori, allenatori e membri della famiglia Agnelli”.

Un cognome – quest’ultimo degli Agnelli – che ritorna come filo rosso nelle vicende della Juventus F.C., ombra lunga giocoforza ricorrente tra le pagine del volume, alternata a quella dei calciatori di ieri e di oggi che hanno fatto sì che "Juventus" diventasse un brand esportato in tutto il mondo. Ci sono Bettega, Baggio, Del Piero, Platini, ma per non fermarsi ai soliti noti, ci sono anche Fabrizio Ravanelli e Angelo Alessio (per citarne due un po’ meno in vista). “Bianconeri. Juventus Story” è dunque un’agiografia ma senza fideismi & miele a senso unico. Più che da un’astuta operazione di marketing la sua redazione scaturisce da un atto di necessità. Si vede a occhio. Tra le pagine chiare e le pagine scure del volume si annoverano, certo, la sfilza di vittorie (inutile citare, vedi l’esaustiva appendice del libro dedicata ai "trofei"), ma anche i lutti "collettivi" dello stadio Heysel e quelli privati (spesso tragici) della famiglia Agnelli, quanto l’ingiusta pagina di Calciopoli, evocata dai racconti di chi non ha tradito (Buffon, Del Piero, Nedved in primis), accettando le malebolge della serie B e il tortuoso percorso della ripartenza conseguente. Il volume è imprescindibile: viene a costare all’incirca come due romanzi di medio prezzo ma vale decisamente l’investimento.