

Breve apologia del romanzo storico
- Autore: Carlos García Gual
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Graphe.it edizioni
- Anno di pubblicazione: 2025
Il romanzo storico ha l’affascinante capacità di ricreare epoche e personaggi muovendosi sul confine delle parole, fra realtà e finzione, e ne decreta il successo come è avvenuto per la serie televisiva Il conte di Montecristo, che ha portato in cima alle vette tra i libri più venduti l’opera. Breve apologia del romanzo storico (Graphe.it, 2025), prima edizione italiana con la traduzione di Roberto Russo, è un saggio con al centro la narrativa storica che nonostante sia tra le preferenze dei lettori, troppo spesso è sottovalutata dalla critica, dalle élite intellettuali e dagli storici. Carlos García Gual, l’autore, è Professore emerito di Filologia greca presso l’Università Complutense di Madrid, con una lunga carriera di docente presso diverse università, e ha scritto numerosi libri e saggi di linguistica, letteratura, filosofia antica e mitologia. Ha tradotto numerosi autori classici greci, sia epici che lirici, sia tragici che filosofici. È inoltre critico letterario per diverse riviste e quotidiani spagnoli e membro della Real Academia Espanola.
Ma cosa succede quando la finzione racconta fatti che possiamo considerare reali?
Nel suo saggio, l’autore si addentra nel passato interpretando uno dei maggiori generi letterari, accusato dagli storici di non essere un’opera veritiera. Ogni scrittore di narrativa, scrive García Gual, trasforma il materiale storico del romanzo in materiale non storico, e quindi in un certo senso tutta la narrativa è storica.
Nella prefazione al libro, Patrizia Debicke van der Noot definisce il romanzo storico un’opera narrativa ambientata in un momento del passato che deve far rivivere attraverso i protagonisti i costumi, gli usi, le atmosfere e la mentalità dell’epoca. La paragona a una macchia del tempo, che consente di guardare indietro, con una trama collegata ai fatti reali e documentati, come ad esempio l’incendio di Mosca nel famoso romanzo Guerra e Pace.
Un personale immaginifico al servizio della verità storica che ha portato alla nascita del romanzo storico fin dall’antichità, ricordando l’Iliade e l’Odissea, senza dimenticare quando poi il romanzo storico sia tornato in auge alla fine del Novecento con Il nome della rosa di Umberto Eco.
Molte donne sono state autrici di romanzi storici, e una tra le più importanti è Marguerite Yourcenar con il suo celebrato Memorie di Adriano. Un esempio che comprova il fascino duraturo dei personaggi e un’epoca così lontana.
Nello scrivere l’importanza del romanzo storico nonostante la critica negativa, il nostro autore riporta una frase di Aristotele che si adatta alla perfezione per chi avesse ancora dubbi: lo storico e il poeta non differiscono per il dire in versi, ma l’uno dice cose che avvennero, l’altro quali potrebbero avvenire. La poesia, secondo Aristotele, è più filosofica della storia. Una narrativa attendibile con tanta fantasia è una finzione sempre al servizio della verità, nonostante la libertà nell’inventare o reinterpretare i personaggi.
Spesso la diffusione dei romanzi storici è stata legata alla formazione letteraria di una coscienza nazionale, come nel caso di Guerra e Pace, o come è avvenuto nei Paesi dell’America Latina alla fine degli anni Settanta fino agli inizi degli anni Novanta. Il romanziere, con la sua libertà di narrazione, pone al centro della trama i suoi personaggi, persone comuni, individui la cui vita è legata a un periodo storico e la cui esistenza è stata fagocitata dal flusso della storia.
Lo storico assume la posizione di testimone e critico imparziale, di osservatore onnisciente, mentre il romanziere, più soggettivo, gode di grande libertà nel dare la parola ad un personaggio o a un altro.
Carlos García Gual sottolinea quindi quanto sia importante per il romanziere dare voce ai vinti e agli emarginati, ai personaggi dimenticati, e quanto sia importante guardare il mondo attraverso i loro occhi. La trama si arricchirà emotivamente e psicologicamente scavando nell’interiorità dei protagonisti e rendendo, con la formula alchemica dell’aspetto storico e di fantasia, il romanzo una vera opera d’arte, la congiunzione armoniosa dei due aspetti.
Anche la nuova storiografia si è accorta della necessità di rendere i suoi racconti più flessibili e di sfruttare le testimonianze più diverse per costruire una narrazione più attenta agli aspetti della vita quotidiana.
Il romanzo storico inoltre è stato ed è un genere popolare frequentato dai grandi scrittori, e il suo progressivo riconoscimento nel mercato editoriale lo ha consolidato a uno dei sottogeneri letterari più richiesti. E questo avviene perché, come sosteneva Milan Kundera, il romanzo non esamina la realtà ma l’esistenza, e l’esistenza non è ciò che è accaduto ma il campo delle possibilità umane. Ragion per cui ricordando le infinite possibilità immaginarie del passato si descriverà un mondo che attrae e che celebrerà il romanzo storico.

Breve apologia del romanzo storico
Amazon.it: 7,12 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Breve apologia del romanzo storico
Lascia il tuo commento