C’era anche Jo?
- Autore: Mike Gayle
- Genere: Chick-lit
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2007
Mike Gayle è uno scrittore piuttosto atipico. In quasi quindici anni di carriera, con una decina di libri al suo attivo, è arrivato a essere considerato il re incontrastato del chick lit “al maschile”. I suoi romanzi, briosi e ironici, sono comunque principalmente rivolti a un pubblico femminile, ma il suo punto di vista “dall’altra parte della barricata” conferisce ai suoi libri un sapore indubbiamente diverso da quello delle varie Bridget Jones che invadono ogni libreria che si rispetti, per non parlare dell’abbondante e prolifico sottobosco di produzioni “minori” che anche questo genere si trascina dietro. Sono storie viste dalla parte di lui, non esenti dal classico stereotipo del maschio bamboccione e innamorato principalmente delle serate fra amici, che solo la pazienza e il polso fermo di una donna riescono a incanalare sulla retta via (ovviamente, quella della convivenza prima, del matrimonio poi, e dei figli in un momento qualsiasi di questo percorso). Nondimeno, le storie di Mike si leggono sorridendo. Forse è il suo stile autoironico e disarmante a rendere questi prototipi del genere maschile, di per sé un poco stantii, comunque simpatici anche alle donne d’oggi.
Bisogna però dire che questo “C’era anche Jo?” è un tantino più cupo e tormentato della maggior parte dei romanzi di questo autore. Addirittura, i primi capitoli stentano a decollare e possono risultare anche un filino noiosi. D’altronde, in questo modo chi legge viene inserito perfettamente nello stato d’animo di Rob, il protagonista, che si ritrova in una città a lui estranea, senza amici e con grandi difficoltà di socializzazione. Quanto al clima generale del romanzo, poche situazioni possono dare più tormenti del classico dilemma di chi si chiede se sia o no possibile un’amicizia vera e disinteressata fra uomo e donna, specialmente in presenza del partner di uno dei due.
Tutto inizia quando Ashley, la fidanzata di Rob, stanca dei continui viaggi fra la sua Manchester e Londra, compie il classico “atto di forza” della donna “matura”: o andiamo a convivere o ci conviene cercare altre situazioni. E, visto che lei lavora in ospedale mentre Rob gestisce, con l’amico Phil, una società di grafica, e quindi può farlo comodamente da qualsiasi PC, è logico e naturale che sia lui a lasciare Londra per trasferirsi da lei. Cosa che Rob fa, piuttosto a malincuore e con il solo scopo di non perdere Ashley. Iniziano così giornate solitarie a casa, in una situazione lavorativa che esclude qualsiasi socializzazione, incontri fallimentari con amici di amici o attraverso inserzioni sui giornali, mentre in Rob si rafforza sempre di più la convinzione che fare nuove amicizie dopo i 30 anni sia impossibile. Ma un giorno l’amico ideale arriva: solo che si tratta di una donna! Come gestire la situazione? Come dirlo ad Ashley e farle capire che lui e Jo sono davvero solo amici? Ma lo saranno veramente? Rob non vuole perdere né Ashley né Jo: come fare?
Il tema del libro è assolutamente indovinato e ne viene fuori un romanzetto piacevole con una vaga idea di approfondimento psicologico. Un po’ triste che si arrivi ai soliti due stereotipi: prima o poi l’amicizia fra uomo e donna va oltre in almeno uno dei due, e comunque il rapporto d’amore è qualcosa di diverso dall’amicizia: più profondo, più saldo, ma anche più grigio, meno lineare, meno rilassato e in qualche modo meno sincero. Alla fine Rob, com’è comunque giusto, dovrà scegliere.
C'era anche Jo?
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