Cagliostro. Un uomo del suo tempo
- Autore: Gastone Ventura
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
Forse non esiste un occultista, mago, alchimista e massone più denigrato o viceversa amato ed esaltato di Balsamo-Pellegrini-Cagliostro. È il caso di citarlo con i suoi tre cognomi con cui si presentò al mondo; il primo popolano, il secondo marchese, il terzo conte. Si tratta sempre della stessa persona, con un carisma eccezionale.
Il saggio Cagliostro. Un uomo del suo tempo di Gastone Ventura (Atanòr edizioni, pp.141, 2002) indaga il personaggio con metodo "storico tradizionale", obiettività e verità storica, suffragata da molti documenti, rispettando la visione "tradizionale" che sorregge da sempre l’impianto dell’occulto, a cui il mago tenne fede, ovvero: non ci sono negazioni illuministe della divinità né esaltazione della Ragione nel suo pensiero.
Cagliostro è stato anche un ottimo pittore. Scrive Casanova:
Mi fece vedere una copia di Rembrandt migliore, se possibile, dell’originale.
Ecco quanto Lavater scriveva a Goethe:
Cagliostro sorpassa gli uomini comuni di cento cubiti. È il monolite gigante alla cui ombra vegeta un umile agglomerato di capanne. Qual dispiacere che quest’uomo incomparabile manchi tanto di urbanità.
In effetti l’iniziato si mostrava irritabile e intrattabile con nobili e ricchi borghesi, mentre era affabile con il popolo che molto spesso curava gratis, ciò specialmente in Russia.
Giuseppe Balsamo nasce nel 1743 da un’umile famiglia palermitana. È un ragazzo intelligente e ribelle. Per volere dello zio materno viene messo in seminario dove impara a leggere e scrivere, far di conto, il latino. Scappa e viene mandato in un monastero ad Acireale, dove è assegnato alla farmacia, istruito in chimica a cui si appassiona. Ogni giorno tritura, mescola, distilla. Tanto gli basta per affrontare la vita.
A quattordici anni incontra un personaggio di cui si sa solamente il nome iniziatico "Althotas", con cui inizia a viaggiare in Egitto, a Malta, dove si trovava una importante comunità massonica. È lì, prima ancora che a Londra, che il "grande copto", come verrà chiamato in seguito, diventa il beniamino del cavaliere d’Aquino, fratello minore del viceré di Napoli e riceve insegnamenti fino al grado di maestro. Lo rivediamo in questa città come marchese Pellegrini, insieme alla moglie romana Lorenza, una donna bellissima che faceva innamorare con uno sguardo e un sorriso.
Anche la regina Carolina si occupa di massoneria e fa parte dei circoli femminili dell’associazione segreta. I coniugi Pellegrini conquistano popolarità e ricchezza per le attività terapeutiche di Giuseppe, ma devono emigrare e iniziano le loro peregrinazioni in tutta Europa, dato che il re, spinto da suo padre, emana leggi persecutorie contro la massoneria.
I Pellegrini vengono presentati nelle logge europee da patenti e lettere e accolti con interesse. Subiscono anche molte ostilità dalla classe medica ignorante, ferma a curare con salassi, soprattutto dal dottor Sacchi a Salisburgo. Sua nemica è la contessa de La Motte, artefice del famoso inganno della collana ai danni di Maria Antonietta regina di Francia. La regina non volle mai acquistare e dunque mai pagò il costosissimo gioiello, il cui valore corrispondeva a quello di un vascello; la sua firma per la compravendita venne falsificata, cosa di cui il cardinale mediatore non si accorse.
A Parigi i coniugi Cagliostro, usciti dalla Bastiglia pienamente assolti da questo losco affare in cui non entravano per nulla, erano soltanto amici del cardinale ingannato, vengono osannati dalla folla. La contessa de La Motte è condannata al carcere a vita (fuggirà di prigione spandendo calunnie sul copto) e marchiata a fuoco.
A Marsiglia il mago riceve ulteriori iniziazioni. A Lione fonda la sua prima loggia detta "Alta Massoneria Egiziana". Ne apre numerose per riformare la setta, ormai appannaggio soltanto di principi e aristocratici, molto spesso in lotta fra loro per questioni di potere, a volte per rovesciare le monarchie, come accade agli Illuminati di Baviera, di cui Cagliostro non fece mai parte. Gli Illuminati prepararono la Rivoluzione Francese.
Ormai il conte è Alessandro Cagliostro, Lorenza è la raffinata contessa Serafina; a Strasburgo, a Parigi, a Londra e altrove tiene salotto e feste quotidiane.
La massoneria egiziana è androgina, al suo interno ammette uomini e donne, che procedono nei 5 gradi per meriti di perfezionamento interiore, non per censo o casta.
Questo il cammino spirituale tracciato dal Gran Maestro:
Moltiplicate i vostri sforzi per purificarvi, non con austerità, privazioni o penitenze esteriori [...] sono l’anima e il cuore che bisogna rendere buoni e puri fugando dal vostro interiore ogni vizio e infiammandoli di virtù. Non c’è che un solo Essere Supremo, un solo Dio Eterno. Egli è l’Uno che bisogna amare e servire. Tutti gli esseri, sia spirituali, sia immortali che sono esistiti sono le Sue creature...
Egli voleva innalzare gli iscritti a un piano superiore alle debolezze umane. Possedeva la "seconda vista" e leggeva il futuro, entrava in contatto con gli angeli evocati.
Lorenza-Serafina tradisce e denuncia tre volte il marito, dimostrandosi fragile, suggestionabile e pure poco onesta. Per due volte poi ritratta tutte le accuse. L’ultimo voltafaccia, fatale, avviene a Roma, dove era nata e aveva insistito per ritornare. Sono i suoi parenti, lei consenziente, a sporgere denuncia al Sant’Uffizio.
Ma perché il conte vuole andare letteralmente in pasto ai suoi nemici?
Sperava ingenuamente che il Vaticano approvasse il suo ordine, contando sulla grande amicizia del principe cardinale de Rohan, (lo stesso alto prelato coinvolto nell’affare della collana a Parigi), mentre lo Stato Pontificio era l’unico in Europa a mantenere la pena di morte per chi avesse fondato una loggia massonica.
Cagliostro è arrestato, condannato e imprigionato nel castello di San Leo in Romagna, costretto a vivere in modo disumano in una minima cella sotterranea senza aria né luce dal 1791 al 1795. È una delle ultime vittime dell’Inquisizione.
Lorenza a soli trentotto anni viene internata in un convento e di lei non si sa più niente.
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