Cammino doppio
- Autore: Serenella Baldesi
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Un po’ memoir, un po’ romanzo “Cammino doppio”, dell’esordiente Serenella Baldesi, narra in prima persona, con molta partecipazione emotiva, un cammino, quello che porta ormai moltissime persone, provenienti da ogni parte del mondo, a compiere il pellegrinaggio, così si chiamava, che porta a Santiago de Compostela, attraverso il Sud della Francia, i Pirenei, le regioni del nord della Spagna, fino a giungere in Galizia, vicino a quello che gli antichi consideravano il confine ultimo, Finisterre.
Oggi si arriva in Francia in aereo, attrezzati con ogni ritrovato della tecnologia per il trekking sportivo: scarpe, zaini, piumini, cerate, ponchi, torce, sacchi a pelo, telefonini, occhiali, medicamenti per ogni forma di disagio causato dallo sforzo fisico di camminare per chilometri, ogni giorno, in lunghe e faticose tappe di avvicinamento alla meta, per lo più sotto la pioggia incessante. Serenella Baldesi è un architetto romano e presta alcune delle sue caratteristiche fisiche e biografiche anche alla sua protagonista, la cinquantenne Alex, decisa a compiere il Cammino per ritrovare se stessa, provata da una serie di disgrazie, dolori, perdite, sconfitte.
La sportiva e caparbia narratrice, laica, aggressiva, scontrosa e scontenta, intraprende il viaggio di cui subito sente di essersi pentita: le prime persone che incontra, la scomodità della situazione, le difficoltà oggettive di un percorso accidentato, l’estraneità dei discorsi che sente, la fatica che si presenta per i giorni futuri, la solitudine, la scontentezza di una vita che non è andata per il verso giusto la portano ad essere chiusa, scortese, antipatica, respingente.
Poi, col passare dei giorni e il progressivo allontanamento dalla quotidianità, le cose cambiano impercettibilmente ma in modo determinante: l’incontro con Massimo, un anziano signore, bello, saggio, che per caso ha il nome di suo fratello, morto in un drammatico incidente, la riporta verso rapporti umani più costruttivi e sarà per Alex un faro da seguire e da sostenere, quando l’uomo le rivelerà la propria grave malattia; Claire, una ragazza francese, sarà la compagna fedele e accudente, vicina in tutto il lungo viaggio. Poi, determinante per una donna esacerbata da rapporti sentimentali falliti, l’incontro con Aidan, uno psicanalista fascinoso, paziente, accogliente. Lui, con cui crea un altalenante rapporto di vicinanza e di allontanamento, diventa la metafora delle paure che ogni donna vive dopo un amore finito male.
Alex cammina, soffre, si ammala, urla, piange, aiuta gli altri, è aiutata a sua volta: i pregiudizi nei confronti di una camminatrice ferocemente vegana, Aurora, si attenuano man mano che ci si avvicina alla meta; una coppia di giovani romani, coatti ed iperconnessi, un toscano goloso che sembra Topo Gigio, una polacca bellissima, Ljiuba, cattolica oltranzista, una coppia di omosessuali francesi belli e colti, ci raccontano pezzi di un’umanità con cui Alex non avrebbe mai pensato di entrare in contatto ma che, nel corso della esperienza vissuta insieme, si riveleranno importanti e molto più vicini alla sua sensibilità di come avrebbe potuto immaginare. Nel corso del lungo cammino, che nel libro è scandito in ben ventisette capitoli, Serenella Baldesi mette in bocca alla sua protagonista una serie di riflessioni sul profondo significato che il Cammino va assumendo man mano che i chilometri vengono consumati.
“Non basta camminare per dire di essere in Cammino. Se si procede chiusi in se stessi e coperti dalle maschere, come ho fatto io fino ad ora, si è solo degli escursionisti che fanno Trekking. Niente di più, un’attività piacevole e salutare, ma il proprio Io non cambia e non ci si arricchisce di nulla. Se si fanno cadere le maschere e ci si accosta agli altri si è in Cammino veramente. Ed è lì che inizia il cambiamento… A volte bisogna saper ridisegnare la propria geografia degli affetti, dando spazio a quelli nuovi e inconsueti”
Insieme a tante citazioni di libri, di canzoni, di cibi tipici consumanti nelle trattorie che si trovano sul percorso, alla descrizione di paesaggi incontaminati, di zone disabitate, di cittadine medioevali sconosciute, di bellissime cattedrali, anche noi lettori di questo libro generoso facciamo un po’ di cammino di conoscenza; attraverso le suggestioni dei nuovi rapporti che Alex sta costruendo, vediamo con i suoi occhi le modifiche che si stanno compiendo nella sua sensibilità, la diversità non più temuta e respinta, ma accolta con una nuova forma di accettazione consapevole. La lingua, lo strumento di comunicazione che Serenella Baldesi sceglie, è un po’ discontinua, credo volutamente. Scelte lessicali violente, intercalari troppo colloquiali in alcuni momenti, soprattutto nella prima parte di “Cammino doppio”, mi sono sembrati eccessivi e ridondanti, riscattati però nella parte finale del testo che è lirica, commovente, piena di sentimenti profondi e privi di retorica. La pagina di diario, con il disegno di un cuore, che Alex lascia nella cattedrale di Santiago, è la parte conclusiva di questo lungo itinerario laico che tuttavia incontra anche imprevisti momenti di riflessione, di preghiera, di intenso raccoglimento verso una realtà superiore sconosciuta ma immanente. Il senso della vita e della morte, della malattia e dell’amore, della condivisione e della scoperta dell’altro, sono testimoniati da un proposito che può essere la sintesi di un nuovo progetto di vita:
“A casa voglio tornare con un cuore nuovo, quello che ho scoperto di avere e che ho trovato, giorno dopo giorno, lungo il Cammino. E gli sarò sempre grata perché, in questo pellegrinaggio laico, ha contribuito a farmelo scoprire e a rendermi migliore.”
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