Angela Rosauro presenta ai lettori di Sololibri il suo romanzo, Catàmmari catàmmari nel fondo del pozzo, edito a maggio 2022 per PAV Edizioni.
- Catàmmari catàmmari: un titolo che incuriosisce, cosa significa?
È un termine dialettale siciliano, ha origini greche, deriva da καθά ἡμέρα che significa giorno per giorno ed è la frase che una vecchia governante, al culmen della tensione narrativa, pronuncia indicando a Rosamaria (la protagonista del romanzo) la strada, l’unica possibile da percorrere secondo la saggezza popolare, quella dell’accettazione del dolore come “concime di crescita”, poiché la sofferenza fortifica e attraverso di essa l’uomo, proprio come nella vita di una giovane pianta, si trasforma in albero dalle radici profonde.
- Si tratta quindi un romanzo di formazione?
Sì e no. Rosamaria è una giovane donna alla ricerca di una sua identità, non sa ancora bene chi è, come e dove collocarsi nel mondo, quali siano i desideri profondi a cui dare ascolto e le paure di cui liberarsi. Sembra preda dei capricci di Ermes, gli incroci che le si parano innanzi inizialmente le appaiono un oscuro ginepraio e gli ostacoli insormontabili, la sua è una ricerca lenta e faticosa che sembra incrociare “i non luoghi” senza attraversarli, senza riconoscerne il senso.
Ma lentamente prende consistenza quell’anima ancestrale che, sepolta nel fondo, la costringe a guardarsi allo specchio senza indulgenze né rimproveri. Nel fondo del pozzo sta la verità: ancora la saggezza popolare le indica dove guardare, lì nella parte più profonda e insondabile di ciascuno di noi, quella che ci portiamo dentro da quando siamo bambini. Quell’energia vitale, a un tempo terribile e seducente, che temiamo eppur non possiamo rinnegare, è la stessa che anima la protagonista spogliandola da aloni e retoriche. Energia che contiene in sé il bianco e il nero, lo yin e lo yang, forza produttiva e pulsione distruttiva: l’eterna lotta tra Eros e Thanatos sospinge i passi incerti di Rosamaria, ma quando una realtà di violenza e sopraffazione la investe travolgendola in una spirale di morte sembra materializzarsi quell’anima nera che si nasconde nel fondo del pozzo.
- Possiamo definirlo quindi un romanzo di lotta alle mafie?
Nemmeno. Piuttosto svelamento di un eroe. Non so se Rita Atria sia stata la musa ispiratrice del mio lavoro, ma so che quella vicenda così drammaticamente vera mi colpì profondamente allora e continua a commuovermi a distanza di quasi trent’anni. La storia, eroica e tragica a un tempo, della “picciridda” che con il coraggio e l’innocenza dei suoi diciassette anni scelse, pagando duramente, di rincorrere l’ideale di giustizia e onestà è la stessa che attraversa la vita e le carni della protagonista, che al riparo di una vita benestante e inconsapevole mai avrebbe potuto immaginare di trasformarsi in un esempio di testimonianza civile. Ma dietro o meglio dentro il personaggio pubblico di grande spessore e indubbio valore si cela una donna qualsiasi con le sue fragilità e contraddizioni che ne fanno inciampare il passo, costringendola a fare i conti con i suoi sbagli, le sue colpe, le sue ossessioni.
- In conclusione, una storia privata e nello stesso tempo una vicenda pubblica, una donna e un personaggio…
Sì, in realtà le due dimensioni si dispiegano lungo un asse diacronico del prima e del dopo e un asse dialogico dei nessi ontologici e dell’ermeneutica dell’essere. I “fatti” sono tragici, la vicenda è complessa: siamo in Sicilia alla vigilia delle stragi, Rosamaria, alla morte dei suoi, decide di ritornare alla casa paterna per chiudere con il suo passato. Qui però, accecata dalla sua visione egocentrica, non si rende conto che l’orrore sta per piombarle addosso travolgendo la sua vita privata. Alla sopraffazione del grande dolore e del senso di colpa lentamente si sostituisce una nuova lucidità circa gli accadimenti e il ruolo che ciascuno è chiamato a svolgere nel corso della propria esistenza e cresce sempre più la determinazione di dover essere quale principio valoriale a cui fare riferimento. Da quel momento non potrà tornare indietro: sete di giustizia e sete di vendetta spesso si confonderanno costituendo ai suoi occhi il nuovo argine di senso senza tuttavia però riuscire a donarle pace.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Catàmmari catàmmari nel fondo del pozzo: Angela Rosauro presenta il suo romanzo
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