Frase usata praticamente in ogni occasione per sottolineare che chi trama alle spalle di qualcuno o arreca danno dovrà aspettarsi un pari trattamento, l’espressione chi la fa l’aspetti non ha un’origine certa benché l’attribuzione più corretta sembri essere a Ludovico Ariosto che nel suo Orlando Furioso recita “chi mal opra, mal al fine si aspetta”.
Chi la fa l’aspetti: che significa?
L’espressione italiana può essere legata anche alla locuzione latina “Fraus in auctorem recidit” che significa “la frode ricade sul suo autore”.
Nel Decameron, Boccaccio riporta:
Lo ’ngannatore rimane a’ pié dello ’ngannato
L’idea alla base dell’espressione è che, al pari di ciò che accade con un boomerang, tutte le cose fatte, nel bene e nel male, producano sempre nel tempo un effetto identico su chi ha dato vita all’azione. Nel caso specifico del proverbio chi la fa l’aspetti, però, l’accezione è chiaramente negativa e sottolinea la pericolosità di rivolgere ad altri gesti e parole malvagie che prima o poi si ritorceranno contro il mittente.
Il proverbio è arrivato fino ad oggi ed è utilizzato anche da altre lingue. In inglese, ad esempio, l’espressione viene tradotta con “What goes around comes around”, anche titolo di un famoso brano musicale del cantante pop Justin Timberlake.
Chi la fa l’aspetti nelle favole
Benché non sia chiara l’origine del modo di dire, quel che è certo è che il suo utilizzo sia estremamente antico. Ne è dimostrazione la favola scritta da Esopo e Fedro “La volpe e la cicogna” che ha come morale proprio questo adagio. Una volpe invitò a cena la cicogna ma, per farle uno scherzo, le servì una minestra all’interno di un piatto, rendendo impossibile alla cicogna di fruire del pasto a causa del suo becco. La cicogna decise di ripagare la volpe con la stessa moneta: invitata la volpe a cena per contraccambiare l’invito, servì il pasto all’interno di un vaso con un collo lungo e stretto, in cui la cicogna poteva infilare il becco, ma non la volpe.
Un’altra favola, in questo caso poco conosciuta ma che utilizza ugualmente questo modo di dire, vede invece protagonisti altri due animali, un gallo e un pavone in lotta per il potere.
Il pavone decise così di interpellare un terzo personaggio che fungesse da arbitro nella diatriba. Il gallo, compreso che il giudice sarebbe stato un falco, non ebbe indugi a procedere, convinto com’era che il rapace, una volta visto il pavone, lo avrebbe divorato senza perdere tempo.
Una volta giunti al cospetto del falco, questi decise di offrire il suo aiuto al pavone, il primo tra i due contendenti ad aver chiesto l’intervento del giudice. Il gallo, incredulo, chiese allora al falco come fosse possibile che questi non volesse divorare il pavone ma la risposta dell’arbitro, morale della favola, racchiude esattamente il concetto chi la fa l’aspetti. Il rapace rispose infatti al gallo che questi non sarebbe sfuggito ai suoi artigli poiché era giusto che sopportasse quello che bramava per il pavone visto che preparare trappole insidiose porta alla propria stessa rovina.
Chi la fa l’aspetti: modi di dire analoghi
Il proverbio “chi la fa l’aspetti” racchiude un concetto semplice, ma estremamente potente che nel tempo è stato declinato in altri modi di dire con un significato piuttosto simile. È questo il caso dell’espressione “chi di spada ferisce, di spada perisce”, ritrovata per la prima volta nel Vangelo di Matteo. L’Italia è comunque ricca di altri proverbi molto simili a chi la fa l’aspetti. Tra questi troviamo “chi fa il male, non s’aspetti il bene”, “La saetta gira gira, torna addosso a chi la tira” o "Gira gira, la freccia cade addosso a chi la tira" anche in questi ultimi casi con un chiaro riferimento all’effetto boomerang.
Fonte e approfondimento
Dizionario delle sentenze latine e greche
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi la fa l’aspetti: significato e origine del modo di dire
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