Chi si ricorda di Yngve Frej
- Autore: Stig Claesson
- Casa editrice: Iperborea
Il passare inesorabile del tempo è stato tante volte raccontato dalla letteratura e le persone certamente che possono meglio testimoniare i cambiamenti culturali legati al mutare dei tempi sono certamente gli anziani. Il libro "Chi si ricorda di Yngve Frej" dello scrittore svedese Stig Claesson (titolo originale dell’opera "Vem alskar Yngve Frej" pubblicato in Svezia nel 1968 ed in Italia da Iperborea nel 1993 con la traduzione di Carmen Giorgetti Cima) è dedicato proprio alle persone della vecchia generazione, quella che ha preceduto lo sviluppo tecnologico avvenuto in tutta l’Europa occidentale tra gli anni sessanta e settanta e che fondamentalmente era costituita da piccoli artigiani, contadini ed allevatori. Le persone che più hanno sofferto questo cambiamento epocale sono gli anziani, costretti spesso ad adeguarsi alle trasformazioni sociali oppure rischiare di essere emarginati e dimenticati da tutti.
Stig Claesson, scrittore svedese dotato di notevole talento e noto in Svezia anche come disegnatore raffinato avendo studiato all’Accademia di Belle Arti, nato alla fine degli anni Venti e scomparso nel gennaio del 2008, ha raccontato in molte sue opere letterarie le tradizioni della Svezia rurale e le tradizioni del suo paese.
Chi si ricorda di Yngve Frej, unico romanzo dell’autore tradotto fino ad oggi in italiano, racconta la storia di 4 anziani vecchietti che abitano nel luogo noto a tutti come Braten, località sperduta della Svezia centrale, che non compare nemmeno sulle carte geografiche e che in pratica è costituita solo dalle loro case. Una frase pronunciata da uno di loro, la sorella del calzolaio, verrà mal interpretata dal fratello che vive con lei che scriverà su di cartello stradale la direzione delle loro case, utilizzando la parola "ruderi", riprendendo un’espressione usata per indicare la loro condizione di persone destinate a scomparire.
L’equivoco genererà un rinnovato interesse per questa isolata zona della Svezia centrale, mettendo i protagonisti in contatto con le nuove generazioni di turisti in vacanza da quelli parti. Il confronto generazionale sarà formativo per entrambe le parti, ma non cambierà la condizione degli abitanti di Braten, le cui tradizioni sono destinate progressivamente a sparire.
Un libro malinconico, nostalgico ma raccontato con grande umanità e sensibilità dall’autore, che invita il lettore a saper cogliere la spiritualità di questi luoghi tra la solitudine e la bellezza della natura svedese, dove la scarsa presenza umana permette di apprezzare il fascino e il significato del silenzio. Un libro delicato, caratterizzato da un’atmosfera particolare che affascina e, pur nella sua malinconia, incanta il lettore.
Chi si ricorda di Yngve Frej
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