Chiedimi scusa di Eve Ensler

Un libro forte, con pagine dai tratti terribili, che descrive il dolore e la rabbia di una figlia nei confronti di un padre violento.
Chiedimi scusa, opera della scrittrice e attivista statunitense Eve Ensler, (ilSaggiatore, 2019 - Traduttore: V. Gorla) racconta la storia di una bambina, vittima dei maltrattamenti fisici e psicologici e degli abusi di un uomo, che non è uno qualsiasi, ma è sangue del suo sangue: suo padre.

Un’autobiografia in cui l’autrice affronta il bisogno di ricevere delle scuse. Così immagina che il suo carnefice, dall’aldilà, le scriva una lettera, ripercorrendo quegli anni, quei momenti in cui, ancora bambina, avrebbe preferito morire che vivere un’esistenza ingiusta. Immagina che quell’uomo implori il suo perdono per liberarla dalla nausea della violenza, dalla sensazione di essere sporca, di puzzare dell’odore di un essere spregevole che l’ha messa al mondo, dandole dapprima la vita e rendendogliela negli anni terribile, a tal punto da far sì che la odiasse e che odiasse persino se stessa. Un uomo schiavo della purezza della figlia, dannatamente attratto dalla sua ingenuità. Un padre che fa della sua creatura il suo peccato più grande e imperdonabile.
Una storia di insulti, di pugni e calci, di una ribellione che non trova rivalsa, un labirinto da cui si esce soltanto una volta morti, soltanto dopo aver fatto pace con la verità e aver chiesto scusa. Scusa per il male, per la cattiveria, per l’odio. Scusa per aver ucciso una figlia e averle strappato, senza alcuna pena né diritto, la voglia di vivere.

“Mi sono domandato: cosa significa chiedere scusa? È un rendersi umili. È un’ammissione di offese e una resa. È un atto di intimità e connessione che richiede grande conoscenza di sé e introspezione. Di certo non sarò all’altezza.”

Chiedimi scusa è un libro dai toni crudeli e non potrebbe essere diversamente, data la tematica delicatissima che affronta. Un testo che non è per tutti, che impressiona, che mette i brividi e fa venire la pelle d’oca.

“Svegliato a scossoni da un sonno profondo. Tua madre spaventata e allarmata. Svegliati, Arthur. Svegliati. Eve fuma a letto. Mi precipito in camera tua. Tu fuori dalla finestra sul tetto mezza nuda con una sigaretta. Puttana. Troia. Ti afferro. Ti tiro dentro con forza. Ti picchio. Ti schiaccio. Ti trascino giù per le scale. Ti butto fuori. Al buio, al freddo, in mutande. Ora vivrai come una puttana sul prato davanti, che tutto il mondo ti veda. Sbatto la porta, chiudo a chiave. Ti lascio lì”.

Stuprata sin dalla tenerissima età di cinque anni, molestata, denigrata, umiliata. Suo padre cerca di strozzarla, le getta le mani al collo per ammazzarla, ma non ce la fa. La frusta con una racchetta da ping pong, la offende per farla sentire sbagliata in tutto, le sferra persino un pugno in faccia durante una cena in un ristorante. La denigra, si oppone a ogni suo desiderio. Ne cancella le ambizioni, la personalità e la veste di vergogna.
Così Eve dimagrisce, si taglia i capelli come un maschio, prende a ubriacarsi, a donarsi a uomini sposati, scappa via di casa e poi ritorna.
Una storia che è, purtroppo, la storia di molte bambine cresciute all’ombra di uomini violenti. Una denuncia sociale, un riscatto che ha il volto di quante ancora attendono delle scuse, non perché possano bastare, ma perché ogni stupro esige un’ammissione, nonché la consapevolezza di una colpa, la peggiore che ci sia.

Un libro per le donne, ma soprattutto un libro per gli uomini.
Leggi ed è difficile non sentirle addosso, sulla pelle e sulle ossa, le violenze subite da Eve.
Leggi ed è impossibile non desiderare di essere lì tra quelle pagine, in mezzo a quelle parole per urlare a quell’uomo “Basta! Lasciala stare!” e cercare di difenderla, di proteggerla, di salvarla, così piccola e fragile. Non esiste un riscatto dalla violenza, ma soltanto colpe incancellabili da portarsi dietro fino alla morte e oltre.
Chiedimi scusa è un libro da leggere e con il quale piangere.