Cinema Love
- Autore: Jiaming Tang
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2024
L’esordiente scrittore americano, immigrato dalla Cina, Jiaming Tang propone per E/O Cinema love (trad. di Silvia Montis), romanzo che ci trasporta in un villaggio cinese, Mawei, negli anni della Cina di Mao.
Lì si radunano nel “Cinema dei Lavoratori”, una struttura fatiscente e semi abbandonata, gli uomini che cercano incontri amorosi con altri uomini, sotto gli occhi della bigliettaia Bao Mei, una donna zoppa che ha perso il fratello e che crede di poter comunicare con lui attraverso i bisbigli che le giungono alle orecchie mentre sullo schermo si proiettano film di guerra rumorosi, che nessuno guarda. Nella sala del cinema si svolge l’amore proibito tra Secondo e Shun-Er, un ragazzo sposato con la giovane Yan Hua, che non si accorge delle inclinazioni dello sposo, sempre gentile e affettuoso con lei; quando però lei, tornando troppo presto dal lavoro, coglie nel letto coniugale il marito con Secondo, deve fronteggiare una situazione imprevista e del tutto fuori della sua comprensione. Seguirà a lungo Shun-Er, capendo che il cinema è il luogo dei loro segreti.
Quando la bigliettaia Bao Mei la incontra, la scaccerà dicendole che quello non è il posto per lei, schierata con gli uomini che consumano atti d’amore all’insaputa delle mogli che hanno sposato con matrimoni forzati, concordati dalle famiglie. Yan Hua decide allora che quel cinema deve scomparire, e così fa una denuncia alle autorità della piccola città, mentre un incendio doloso che viene appiccato sarà causa della morte di Shun-Er.
Poi lo scenario cambia, e tutti questi personaggi emigreranno negli Stati Uniti, sbarcando in modi rocamboleschi a New York. La vita degli immigrati cinesi in America negli anni ’80 è la parte più interessante di questo romanzo denso di temi sociali, economici, politici.
Il racconto dei quartieri che si chiameranno Chinatown, a Brooklyn e a Manhattan, descrive la miseria, la sporcizia e il degrado nel quale gli immigrati dalla Cina di Mao sono ridotti a vivere. Posti di lavoro precari, occupazioni modeste per persone di scarsa cultura, in difficoltà con la lingua inglese, legate a una tradizione contadina primitiva e immessi in una metropoli, questi immigrati vivono ai margini, dove la condizione di omosessualità nella quale molti dei personaggi raccontati dal queer Jiaming Tang speravano di vivere in libertà si scontra con la durezza della condizione quotidiana di vita.
Lo scrittore costruisce una trama complessa, nella quale si ritrovano in America e intrecciano le loro storie quelli che avevamo incontrato a Mawei, capaci di descrivere amori sbagliati, sensi di colpa e sogni irrealizzati. Sono giovani che diventano vecchi in America, soli, malati, sterili, disillusi, chiusi in rapporti coniugali che esistono solo per ottenere la preziosa Green Card, il documento per permette di vivere da immigrati regolari. La sofferenza di chi deve nascondere le proprie inclinazioni sessuali, dapprima in Cina e poi anche negli Stati Uniti, racconta una grande sofferenza che permea un’intera popolazione che si sposta da un continente all’altro, in cerca di un riscatto sognato ma difficile da conseguire.
La descrizione dei miserabili e orrendi arredi, dei cibi, degli appartamenti condivisi in spazi minuscoli, di scarsa igiene, unita al realismo con cui lo scrittore non lesina particolari fisici dei suoi personaggi, alito pesante, denti marci, sputi, pance gonfie, odori di effluvi fisici, mostrano quanto Jiaming Tang sia uno scrittore originale e coraggioso. Nei ringraziamenti finali del suo Cinema love c’è quello a chi lo ha aiutato “a diventare più gentile, più intelligente e più coraggioso nella mia scrittura”. Ottimo lavoro di traduzione dall’inglese di Silvia Montis, coraggiosa anche lei.
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