Imposti come letture obbligatorie nei programmi scolastici e di frequente inseriti nei popolari elenchi dei “libri da leggere almeno una volta nella vita”, i testi canonici della tradizione letteraria rischiano di sembrare volumi indigeribili e di suscitare una sorta di timore reverenziale persino nei lettori voraci e appassionati.
È necessario, innanzitutto, ridimensionare i persistenti luoghi comuni e i falsi miti che li circondano, come l’idea che essi siano sempre libri di difficile comprensione, contraddistinti da uno stile e da un linguaggio arcaici e da tematiche inevitabilmente datate.
Al contrario, lo statuto di “classico” viene per convenzione assegnato proprio a quelle opere letterarie che oltrepassano i confini della loro epoca e risultano spesso attuali perché sono in grado di parlare con la stessa intensità a molteplici generazioni. Si tratta, quindi, di libri senza tempo, paradigmi di riferimento che ci consentono di capire meglio il presente, pur descrivendo un mondo lontano da quello che sperimentiamo nel nostro agire quotidiano. Trascurarne la lettura significa non soltanto perdere la possibilità di entrare in contatto con grandi capolavori, ma anche ignorare una parte vitale dell’eredità culturale di un determinato paese.
Come è ovvio, i classici ricoprono una vasta gamma di generi e di cifre stilistiche e non vanno, dunque, intesi come un insieme indifferenziato. Per esplorarne appieno la varietà può essere utile la consultazione di antologie che forniscono una panoramica generale e che orientano i lettori inesperti nella selezione di ciò che è conforme ai loro gusti.
Si può, ad esempio, partire dai classici della letteratura per l’infanzia o da classici moderni brevi e agevoli, per poi procedere con corposi classici antichi. Oppure si può iniziare da qualcosa di già noto e familiare, vicende entrate nell’immaginario collettivo mediante adattamenti cinematografici e televisivi o tramite riscritture in chiave attuale.
Occorre essere consapevoli che la lettura richiederà probabilmente un maggiore livello di attenzione e impegno rispetto a libri contemporanei più leggeri, ma è importante immergersi nell’avventura della scoperta di una nuova storia e godersi il viaggio, senza preoccuparsi troppo di afferrare ogni dettaglio fin dall’inizio. Qualora si volesse approfondirne la conoscenza in un secondo momento, possono essere recuperate le introduzioni storico-biografiche e i sostanziosi apparati critici di commento che arricchiscono le edizioni migliori e che rivelano gli svariati livelli interpretativi prima sfuggiti o sottovalutati.
Come per ogni testo denso di contenuti, eventuali riletture intraprese magari a distanza di qualche anno dalla prima permettono di cogliere con aumentata consapevolezza modi di vivere e di pensare diversi dai nostri e alcuni classici arrivano a rappresentare rifugi rassicuranti cui fare ritorno quando si sente il desiderio di astrarsi dalla caotica e frenetica contemporaneità.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Come affrontare la lettura dei grandi classici?
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